martedì 16 aprile 2013 - Phastidio

Rischio stigma per le banche italiane?

 

Per la serie “val più un’immagine di mille parole” il grafico qui sotto, realizzato dagli analisti di Barclays e rilanciato nei giorni scorsi da Alphaville, mostra che le banche italiane non avrebbero ancora rimborsato pressoché nulla dei prestiti triennali della Bce, gli LTRO (Long Term Refinancing Operation).

 

Da un rapido esame del grafico, si osserva la confortante entità dei rimborsi da parte delle banche spagnole, malgrado i tanti e gravi problemi dell’economia del paese iberico. Una possibile spiegazione ipotizza che le banche spagnole, colte dal panico al momento del lancio delle operazioni di LTRO a causa di forti deflussi di depositi, abbiano richiesto liquidità in eccesso ed ora stiano avviandosi a restituire quell’eccesso, anche grazie al rientro di depositi, come segnalato anche dalle statistiche del sistema Target2.

Come che sia, ora il paese le cui banche sono maggiormente esposte verso la Bce è diventato il nostro, con rimborsi al momento pressoché inesistenti. Anche qui, non conosciamo le motivazioni di questo tergiversare: forse si tratta del tentativo di tenere bassi i costi da interesse (cioè di guadagnare il più possibile), per disporre di risorse che possano essere destinate all’aumento degli accantonamenti per perdite su crediti.

Quello che è certo è che nessuna banca italiana, neppure quelle messe meglio, può oggi raccogliere fondi allo 0,75 per cento, che è quanto la Bce richiede ora sugli LTRO. Inoltre, la stessa raccolta tramite prestiti obbligazionari rischia di diventare ancora più costosa, per tutte le banche, a causa della “sindrome cipriota”, e della possibilità che, in caso di dissesto e di bail-in di una banca, anche i suoi obbligazionisti senior debbano pagare il conto.

Comunque vada, questo dato sui prestiti Bce non ancora rimborsati espone le banche italiane al rischio-stigma, cioè di essere divenute (come il paese in cui sono radicate) l’anello debole della catena, sotto la tenda ad ossigeno della Bce. Ed è forse a questo che si riferiva il recente rapporto della Commissione europea sugli squilibri economici, parlando di banche italiane “deboli”. Naturalmente voi siete liberissimi di ascoltare il cialtrone di turno che s’indigna perché “le banche italiane guadagnano coi prestiti della Bce ma non prestano ad imprese è famiglie”.

L’ignoranza è il vomito in cui questo paese sta affogando, del resto.

 

 

 

 



1 réactions


  • (---.---.---.249) 16 aprile 2013 13:56

    Che articolo confuso! Da per scontate tante cose che il lettore medio, non addetto ai lavori, non conosce. Non si capisce la conclusione e il lettore è ancora più confuso, alla fine. Eppure bastano le elementari regolette per svolgere i temi di italiano, che si imparano alla scuola dell’obbligo. Poi mancano il ink: dove trovo le fonti?
    Cordialmente
    Rocco


Lasciare un commento