lunedì 12 maggio 2014 - paolo

Renzi e null’altro

È partita in maniera veemente la campagna elettorale che ci porterà domenica 25 maggio al voto per il rinnovamento del Parlamento europeo. In contemporanea ci saranno anche le elezioni amministrative in 4096 comuni d'Italia, con eventuali ballottaggi fissati per l'8 giugno.

Come in un infernale girone dantesco, esplode il peggio del costume italico sia da parte dei diretti interessati, nell'ordine e a scalare in termini di probabile consenso: PD di Matteo Renzi, M5S di Beppe Grillo e Forza Italia di Silvio Berlusconi, sia da parte dei media più o meno compiacenti che ne tirano la volata finale. Le altre liste sono di puro contorno, con una soglia di sbarramento fissata al 4% e già oggetto di ricorso inviato dal Tribunale di Venezia alla Corte Costituzionale, che però al momento potrebbe chiudere la strada ad alcune di loro.

Quindi il tutto si gioca tra un trio di autentici purosangue che, quantunque personalmente non candidati, mettono in campo tutte le loro energie per marcare una distanza con i diretti avversari, sulla quale poi poter esprimere le rispettive ambizioni in prospettiva delle politiche nazionali, che sono il vero obiettivo.

E allora vediamone le rispettive performance.

Matteo Renzi è ovunque e, a riprova del fatto che ha raggiunto il dono dell'ubiquità, sta presenziando tutte le manifestazioni sotto i riflettori dei media nazionali - compresa la quarta edizione in quel di Firenze dello "State of the Union 2014", una tre giorni dove i papabili candidati alla Presidenza della Commissione europea (Jean-Claude Junker -PPE-, il socialista Martin Schulz, il liberal-democratico Guy Verhostad e Josè Bové per i Verdi; assente Alexis Tsipras) si sono confrontati in un dibattito pubblico sul presente e sul futuro dell'Europa.

Nell'occasione Matteo ha rubato la scena a tutti, come gli capita sempre più spesso, sentitelo: "Per i miei figli sogno, penso e lavoro per gli Stati Uniti d'Europa [...] L'Europa non è la causa dei nostri problemi, non è il passato ma un destino comune " .

Bello, eh! "Sogno, penso e lavoro!" ovvero l'aspirazione lungimirante, la riflessione profonda e la concretezza operativa racchiusi in una sintesi perfetta, insomma un "renzino racchiuso in un cuor di cioccolato", come direbbe Crozza. Perfino SKY, tra un'interruzione e l'altra sull'opera e la parola di Papa Francesco (malgrado Pasqua sia passata da un pezzo), lo segue con amorevole interesse, come fosse appunto il figliol prodigo. Sullo sfondo, da liquidare in pochi secondi, tutte le altre notizie dal mondo. Per rimanere in termini di bon ton Matteo ha definito Grillo "uno sciacallo" che specula sulla disperazione, per essere andato dagli operai della Lucchini senza risposte concrete.

E allora perché non votarlo?

Beppe Grillo: beh star dietro a tutte le sparate (secondo molti cazzate) che escono dal roboante fiume in piena che è la bocca del torrentizio comico, è impresa oltre l'umano. Dopo aver detto che vincerà le elezioni, che rimarrà l'unico Higlander vivo, che farà il mazzo a Napolitano e alla Merkel, che risolverà il problema energetico d'embleé -ovvero né combustione dei fossili né nucleare-, che chiuderà Equitalia, che rivolterà il Parlamento europeo come un calzino (tanto per cambiare), promette il reddito di cittadinanza per tutti (importo da stabilire), argomento che di questi tempi acchiappa come l'arpione di una fiocina. Quindi rilancia i temi del suo spettacolo "Te la do' io l'Europa ", dove nel suo racconto immaginifico e favolistico compaiono i soliti personaggi della politica: Gargamella Bersani, il nano Berlusconi, l'ebetino Renzi , Rigor Montis ecc... Lo show fluisce e scorre tra applausi e risate fino a quando il comico si ricopre completamente con una bandiera dell'Europa e come un fantasma si aggira tra gli spettatori, gridando "Sono l'euro. Uno spettro che si aggira per l'Europa". E sì, perché il cuore della campagna di Grillo è proprio quello: l'ultimatum all'euro. O l'Europa diventa come lui vuole, ovvero quella dei popoli e non delle banche, quella della solidarietà dove nessuno deve rimanere indietro, quella del non riconoscimento del Fiscal Compact, quella dell'adozione degli eurobond, degli investimenti in innovazione e finanziamento delle politiche agricole fuori del 3%, dell' abolizione del pareggio di bilancio, ecc., altrimenti la minaccia del referendum!

Bello, eh! Ma come si fa a non votare un programma così? Poi con uno come Grillo che lo garantisce Beppe Grillo, lo stesso della miracolosa pallina biowashball che lava senza detersivi in lavatrice, lo stesso che fracassava computer in tv perché simboli del male (salvo poi informatizzarsi perfino con un blog), lo stesso dell'Aids che non esiste, degli screening medici pericolosi e della sconfitta definitiva del cancro (vaghi riferimenti al metodo Di Bella), dei vaccini che sono inutili, del "pomodoro antigelo" geneticamente modificato con il dna del merluzzo (?!) che ha ucciso 60 ragazzi, del Nobel in medicina rubato da Rita Levi Montalcini, delle centrali nucleari che devono essere affiancate da una a carbone per avviarsi (o mamma! )...

Quindi perché non credere ad uno così? Cioè cosa ci impedisce di credergli sulla parola? 

Sempre in tema di bon ton ha liquidato il premier Matteo Renzi rappresentandolo come "Genny ' a Carogna". Bel colpo Beppe!

Ma è il terzo della Hit Parade, ovvero il più prolifico di promesse ed inaffondabile dei tre, quella sorta di "Ercolino sempre in piedi" che risponde al nome di Silvio Berlusconi, a vincere per distacco questa sfida a chi la spara più grossa. Hanno cercato di fermarlo in tutti i modi, ha subito (a suo dire) ingiustizie e persecuzioni inenarrabili ma lui è più in forma di prima. Sentitelo: "Quattordici mesi di astinenza dalla politica (quando?!) mi hanno rivitalizzato, ridato l'entusiasmo perduto". Alla "Festa degli amici animali", organizzata da Michela Vittoria Brambilla, ha solennemente dichiarato: "Se vinciamo le elezioni politiche (ecco l'obiettivo vero), faremo un grande piano pro animali ", insomma un papà ed una mamma per tutti i Dudù d'Italia, o meglio per tutti gli amici dell'uomo. In un commosso silenzio degli astanti ha citato frasi di Madre Teresa di Calcutta e del Mahatma Gandhi, per evidenziare la sincerità d'animo, la limpidezza dello sguardo dei nostri amici animali, sempre pronti a darci tutto il loro amore disinteressato. Applausi!, anzi ovazione, lacrime di commozione.

Poi sull'onda dell'entusiasmo ha allargato l'orizzonte dei possibili elettori con un imperativo rivolto al suoi club Forza Silvio, insomma a tutti i Zappacosta d'Italia: "Andate a suonare tutti i campanelli dove ci sono anziani, vedere la vostra faccia pulita (beh!) e la vostra correttezza (tutta da dimostrare) senz'altro farà loro piacere e così ci voteranno". Poi dice che lui stesso, da giovane, andava a suonare i campanelli, completando così un capitolo di narrativa metafisica che assolutamente ci mancava. Con la "suonata dei campanelli" ha completato l'opera omnia della sua poliedrica vita, spesa "lavorando" 36 ore al giorno (come da ricostruzione su sue dichiarazioni).

Infine, dopo la parentesi commovente e vagamente messianica e la solita chiamata alle armi contro i comunisti, parte la raffica finale, quella più politica "terra terra", insomma quella dedicata alla pancia. Esplode il rutto del promettometro elettorale, abolizione di Equitalia compresa. Sentitelo: "Pensione minima di 800 euro al mese, tredicesima compresa, no ma che dico, anche se Brunetta sta allontanandosi, anzi di 1.000 euro al mese (e allora perché non 1.200?). Poi "Specialmente al Sud molti anziani non hanno i soldi per curarsi la bocca e questo compromette loro anche la digestione dei cibi [...] quindi impianti odontoiatrici (dentiere) gratuiti per tutti [...] poi cinema gratis, mezzi pubblici gratis [...] " Il finale è scoppiettante, come i fuochi d'artificio d'agosto sulla spiaggia, quelli che chiudono l'estate al mare. Applausi scroscianti, grande Silvio, viva Silvio e forza Dudù.

Per essere un pregiudicato ai servizi sociali, a capo di un partito che rischia, ogni giorno che passa e ad ogni condanna dei suoi massimi referenti, di somigliare sempre di più ad una associazione a delinquere, la palma del vincitore della gara "Chiù pilu pe' tutti .. chiù pilu pe' tutti" , spetta di diritto a lui per i migliori effetti speciali.

È sulla scena dal 1994, quindi perché non votarlo ancora? Già, perché?

Sempre in tema di bon ton sentite cosa dice di Renzi e Grillo, dopo aver sottolinato che sono entrambi pericolosi per la democrazia (in sintesi): Renzi è un " tassatore" per convenienza a capo del partito comunista e non rispetta i patti. Grillo è un uomo cattivo con caratteristiche vicine ai dittatori sanguinari, perfino ad Hitler.

Morale, dovendo trarre una conclusione e per non essere accusato di facile qualunquismo, disfattismo e moralismo spicciolo, qualora ammesso e non concesso decidessi di interrompere la mia astinenza pluridecennale dal voto, senz'altro opterei per Matteo Renzi. Perché, malgrado tutto e malgrado la boutade elettorale degli ottanta euro in busta paga per i lavoratori dipendenti con meno di 1500 euro al mese, in una scala di concretezza e di rischi per il paese è quello che offre le maggiori garanzie. E poi è giovane e oggi il giovanilismo è un valore a prescindere, perfino un Albert Einstein ottuagenario rischierebbe la rottamazione a favore di una Simona Bonafé qualsiasi (con tutto il rispetto ovviamente).

Grillo invece è il richiamo della foresta, la sete di vendetta, il botto liberatorio. Molto appagante, molto intrigante ma dall'esito assolutamente oscuro. È l'equivalente di un orgasmo con il coitus interruptus per evitare conseguenze di cui poi bisognerebbe assumersi le responsabilità. No, credo di no, non lo voterei.

Comunque per nessuna ragione al mondo voterei per Berlusconi che fatico a vedere libero come uccel di bosco.

Ho volutamente trascurato i temi di fondo di questa campagna elettorale che ritengo non interesssino a nessuno perché in questo paese prevale decisamente il personalismo sui contenuti.

Dite la vostra che io ho detto la mia.

 



3 réactions


  • (---.---.---.31) 12 maggio 2014 18:43

    In due mesi e mezzo di governo Renzi si è messo contro tutte le caste, sottocaste e corporazioni d’Italia, dai super burocrati del senato ai dirigenti della pubblica amministrazione e delle partecipate, dalla Confindustria (che però ha avuto il buonsenso di tacitare Squinzi) ai burocrati dei sindacati (ai quali non è scesa giù la liquidazione della concertazione e il dimezzamento dei permessi sindacali), senza contare l’ostilità di larga parte dei giornalisti, di forza italia , quella dei "sinistri" del PD, i professoroni e soprattutto del Grillo/Casaleggio che vede in lui l’unico ostacolo al disastro economico italiano e quindi all’avvento della loro dittatura.

    Forse Paolo faresti bene a considerarli questi pochi elementi, in attesa delle elezioni politiche il prossimo anno, quando poi si farà sul serio.


    • paolo (---.---.---.115) 12 maggio 2014 19:18

      E difatti li sto considerando , senza entusiasmo , con molte riserve , ma li sto seriamente considerando . Anche perché non è che il mercato offra alternative.

      Tra un anno avremo un quadro più chiaro di chi è veramente costui e cosa vuole realmente fare .
      Quindi ho messo Renzi sotto osservazione e voglio valutarne i risultati pratici in termini di reale interesse pubblico . Il parametro base di giudizio è la coerenza ,ovvero quel che prometto mantengo.

      Per ora francamente non rilevo tutta l’opera d’urto che tu dici , mi sembrano più che altro colpi di fioretto tirati un po’ qua e un po’ la , fatti con una sapiente dose di marketing personale .
      ciao


  • (---.---.---.119) 18 maggio 2014 02:16

    Renzi "l’unico ostacolo al disastro economico italiano"?

    Divertente

Lasciare un commento