martedì 5 dicembre 2017 - YouTrend

Renzi e Di Maio, due leader in ritardo

Nell’era della personalizzazione della politica fondata sull’appeal dei leader, il nostro Paese segna un deficit nella forza comunicativa delle leadership. I leader dei due principali partiti, Matteo Renzi (PD) e Luigi Di Maio (M5S) non riescono ad imporsi con forza sulla scena mediatica, mentre il centrodestra è più rassicurante sui temi importanti per i cittadini sfruttando anche il ritorno di Silvio Berlusconi sulla scena.

di Andrea Altinier

Questo si riflette sulle intenzioni di voto, con il centrodestra che ne approfitta e oggi sfiora il 35%, distanziando un Pd (24,4%) in caduta libera ed il M5S (27,5%) che comunque rimane il primo partito.

Nella narrazione degli ultimi mesi la politica italiana non ha avuto un protagonista in grado di dettare l’agenda e di essere un punto di riferimento. I leader sono stati più dei megafoni intorno a dei temi imposti dall’agenda istituzionale o dallo scenario mediatico: legge elettorale, elezioni regionali in Sicilia, Bankitalia, riforma delle pensioni, inchieste giudiziarie, ora c’è la legge di stabilità. In questo contesto la comunicazione di Berlusconi e Salvini risulta più rassicurante perché tutela gli interessi degli elettori: tasse, sicurezza, immigrazione e pensioni. Si tratta dei temi storici su cui Forza Italia e Lega riescono ad essere più convincenti per i cittadini. Inoltre, il centrodestra ha dimostrato di sapersi compattare superando litigiosità e conflittualità come nel caso della Sicilia e del referendum sull’autonomia. Un posizionamento solido e una compattezza che nell’ultimo mese ha permesso alla coalizione nel suo complesso di crescere 0,7 (da 33,6% a 34,3%).

 

Il centrosinistra, al contrario, segna un deficit nella leadership e nei temi. Il segretario del PD Renzi ha provato a vestire nuovamente il ruolo del “rottamatore”: provando ad opporsi alla riconferma di Ignazio Visco, con la commissione di inchiesta sulle banche, con il tour dell’Italia in treno; ma non è risultato né efficace né credibile. Su Visco Renzi ha perso: la partita su Bankitalia è stata una sconfitta politica, ma anche e soprattutto mediatico/comunicativa. Il segretario del Pd ha dimostrato la capacità di inserire il tema in testa all’agenda dei media, ma la decisione presa non è stata quella corrispondente alla sua posizione e l’immagine che ne esce è di una leadership debole e non condivisa. Lo storytelling di Renzi non ha la forza comunicativa del passato e riposizionarsi su alcuni temi come quello delle banche è difficile (e pericoloso). A questo si aggiunge un fattore endemico per il centrosinistra, ovvero la litigiosità. Nelle ultime settimane il PD e la sinistra compaiono nei media per i conflitti e le liti e non per le proposte. Questo ha portato, nell’ultimo mese, il partito di Renzi ad un crollo del 2,5% (dal 26,9% al 24,4%). Non è un calo episodico, ma un trend che dura da diverse settimane.

Neanche Movimento 5 stelle, in questo contesto, riesce ad imporsi sulla scena mediatica come in passato. Di Maio è debole: dopo circa due mesi dalla sua incoronazione il leader e candidato premier del M5S non riesce a darsi un posizionamento efficace: non emerge una visione di governo, ed i casi di cronaca legati alle amministrazioni di Roma e Torino non aiutano. La comunicazione rimane sbilanciata sul frame anti-casta con attacchi continui a Renzi, Berlusconi, Governo e istituzioni. Non si è registrato dal punto di vista comunicativo alcun cambio di profilo e la narrazione di Di Maio inciampa in ripetute gaffe.

 

Eppure, il M5S ha avuto nelle ultime settimane un contesto favorevole: la crisi del PD, le inchieste sui neo eletti del centrodestra in Sicilia, la questione Bankitalia, la vittoria al ballottaggio ad Ostia; i grillini, però, non sono riusciti comunicativamente a “fare gol”, forse perché sembra essersi esaurito l’effetto novità. Le stesse elezioni siciliane hanno confermato un elemento di grande importanza comunicativa: le difficoltà del M5S nello “sfondare” e vincere, persino in una regione teoricamente favorevole. Anche questa volta i grillini hanno caricato di troppe aspettative la fase precedente le elezioni. In questa fase, come ormai da molti mesi, i consensi al M5S rimangono pressoché congelati (nell’ultimo mese la variazione è stata pressoché nulla, dal 27,2% al 27,5%).

La narrazione della politica del nostro Paese vive un momento di stand by. Vedremo se nelle prossime settimane il PD, una volta definite le alleanze elettorali, saprà attivare una comunicazione più efficace e se il M5S riuscirà a convincere sulla propria capacità di governo dopo la visita di Maio negli Stati Uniti e la vittoria ad Ostia. I prossimi aggiornamenti della Supermedia ci daranno una prima risposta.



1 réactions


  • angelo umana angelo umana (---.---.---.185) 6 dicembre 2017 10:45

    Sig. Andrea Altinier, le dico quelle che mi sembrano inesattezze nel suo testo, che a volte dà l’impressione di contenere cose buttate lì, "un tanto al tocco" dicono a Milano. Dunque secondo lei quei due, pd e m5s, "non riescono a imporsi con forza sulla scena mediatica": io non penso che i partiti debbano perseguire "l’imporsi sulla scena mediatica". "Sfondare" nella "scena mediatica" non sempre depone a favore delle buone intenzioni dei partiti candidati: i talk-shows istruiscono la gente, la informano? E la maggioranza di giornali che in Italia appartengono a gruppi d’interesse, pensa che debbano istruire, pensa che davvero informano? Oppure i loro temi e tesi, opinioni, sono guidati da quei gruppi d’interesse? I media al massimo sposteranno qualche voto di indecisi, di gente che trova comodo leggere il solito giornale o accendere la tv... Chi vuole veramente conoscere i candidati e i partiti ha cento altri canali su cui informarsi. Io non penso proprio che la "scena mediatica" sia il campo giusto per sapere di più, i candidati li seguiamo nel tempo, vediamo la loro maggiore o minore rettezza, sincerità (la comunicazione non verbale!). "I temi importanti x i cittadini (li aiuteremo a casa loro? Chi prende 500€ di pensione ne prenderà 1000? La sicurezza la avremo armandoci? Le tasse le ridurremo come, senza ridurre la parte di spesa pubblica inutile?)... sfruttando il ritorno di SB sulla scena": posto che i tempi importanti siano quelli della "pancia" di gente che si informa poco, posto che abbiamo bisogno di chi "sfondi" il video ... insomma è quasi un casting per attori? Oppure ciò che convince la gente a votare per uno o l’altro sono i duelli televisivi all’"americana"? Non ci basta seguirceli, conoscerli, ci occorrono le "finali" x informarci? Povera Italia e povera informazione. Che grande cosa poi il ritorno del malfattore seriale sulla scena... Il centrodestra avrebbe superato le sue "litigiosità e conflittualità"??? Ma se ha solo messo sù un’accozzaglia di gente x vincere le elezioni siciliane, insomma tre partiti al costo di uno è facile che vincessero sui 5S, mi pare che ognuno dei tre (meloni salvini sb) prenda ogni giorno le distanze dall’altro, litigiosità finita? Sì, x "l’entente de fauteils", per la voglia di poltrone. "I casi di cronaca legati a Roma e Treviso": ecco cosa intendo quando dico "un tanto al tocco", è una sua opinione, è quello che la "scena mediatica" ci vuol dare, "casi di cronaca", a TO e RM governano delle mafie? Non parlare d’altro che dei presunti fallimenti delle amministrazioni di Torino e Roma, delle loro incapacità ... già, gli esperti li abbiamo avuti prima, gli ottimi Fassino Alemanno Rutelli Veltroni... ancora lì, a dirci come si fa! Su ciò che si sta facendo a Torino e Roma ci si può informare più dettagliatamente su altri canali, non sulla "scena mediatica" che ci ammannisce quanto le è stato comandato. E si può informare al riguardo di altre decine di comuni dove i 5S governano. Un elettore ignorante è un elettore morto! (Angelo Umana, nel caso non comparisse il nome di chi le scrive).


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