martedì 11 settembre 2018 - paolo

Renzi a Ravenna. Furore piddino.

 

Ho seguito lo show di Matteo Renzi alla festa Nazionale dell'Unità di Ravenna, dove il rocambolesco istrione ha acchiappato il microfono, quasi fosse un terminale naturale della sua mano, e ha iniziato ha gigioneggiare sul palco come solo lui sa fare, avanti e indietro con la sua silhouette non proprio "sfinata". Naturalmente senza affrontare nessuno dei nodi cruciali che lo hanno portato a distruggere il PD, vietato parlarne, meglio stendere un velo pietoso. In compenso il suo intervento, tutto incentrato sul denigrare e tentare di ridicolizzare gli esponenti della attuale maggioranza, inframezzato da smorfie, frizzi e lazzi, ha mandato letteralmente in visibilio la platea di ultraottantenni, che lo ha applaudito a scena aperta.

Ho visto nonne in preda a una gioia incontrollata che gli rivolgevano parole d'amore. Uno spettacolo che avrebbe intristito chiunque abbia un pallido ricordo di cosa erano le feste dell'Unità. Già il fatto che un democristiano sia il mattatore di quella che nella storia ha rappresentato la festa della sinistra per antonomasia, è qualcosa che fa accapponare la pelle. Se vanno a riaprire i feretri dei Berlinguer, Togliatti, Ingrao ecc.., sicuro che li trovano tutti sotto sopra, "rigirati nella tomba". Ma l'alibi era che la sala che ha ospitato la sua performance è intitolata ad Aldo Moro e quindi l'onore è salvo. Rimane il polpettone socialista in salsa democristiana che è duro da digerire anche per stomaci robusti.

Ha fatto ridere Matteo, ha suscitato allegria quando ha sciorinato le solite argute battute da toscanaccio sui vari Di Maio, Conte, Barbara Lezzi, Carlo Sibilia, Tolinelli... nessuno si è salvato in un diluvio inarrestabile di gag esilaranti. Infine una promessa che per molti però ha il sapore di una minaccia, quando ha detto che lui ha intenzione di "raddoppiare il suo impegno". Un brivido di terrore deve essere passato lungo la schiena degli italiani. Oddio, questo c'è sta a riprovà!, ma non aveva giurato che smetteva e si dava all'ippica?

Era uno tutto uno scherzo. Ma l'impressione maggiore me l'ha fatta quando, sventolando un documento, ha definito Danilo Tolinelli, attuale ministro delle infrastruture e dei trasporti, "un bugiardo" . Matteo Renzi che da del bugiardo a qualcuno è un evento che lascia esterefatti. Ma cosi è se vi pare.

Ma se Matteo Renzi si propone come solo lui sa fare, ovvero con il nulla, il suo entourage non vuole ovviamente essere da meno. Durante la sua recente visita in Puglia, dove si stava definendo la posizione dell'Ilva di Taranto, Luigi Di Maio incontra il governatore Michele Emiliano, stringendogli la mano gli chiede che stava facendo per Matera. Matera, ovviamente non è in Puglia ma in Basilicata. In realtà Di Maio chiedeva un aggiornamento sull'impegno finanziario che la Regione Puglia sta facendo e ricevendo in vista dell'appuntamento con "Matera capitale della cultura" . La regione Puglia sta investendo oltre 198 milioni di euro per la realizzazione e messa in sicurezza della linea ferroviaria Bari - Matera. A questo si riferiva la domanda di Di Maio a Emiliano.

In agguato, orecchie tese come l'orso marsicano, c'era una delle pasdaran di Matteo Renzi più accanite, ovvero tale Alessia Morani, effervescente esponente delle donne piddine che vantano un parterre di tutto rispetto. Alessia si precipita a rilanciare il video, con un commento acido " DiMaio ha confuso il Venezuela con il Cile ma questa volta si è superato! Non sapere che Matera è in Basilicata è troppo anche per lui " . Smentita di Emiliano che ha chiarito la situazione.

Domanda: ma che ci sta a fare ancora Emiliano nel PD? Ma non prova un senso di disagio a convivere con gente come questa? Comunque questa è la "furibonda opposizione" messa in atto dal PD. Giudicate voi.

 



2 réactions


  • Per chiarirci definitivamente (---.---.---.247) 11 settembre 2018 10:14

    Assolutamente d’accordo! Dio ci conservi Renzi, sarà la volta buona che ci libereremo del Pd.


  • pv21 (---.---.---.12) 11 settembre 2018 19:57

    SIC >

    Apparire e ancora "apparire" è la grande ambizione di giovani e di anziani.

    Basta che spunti un microfono e magari una videocamera e qualcuno/a pronto/a a dire la sua "gigioneggiando" si trova subito.

    Con Renzi il PD è andato a sbattere. Con Di Maio, Salvini e coadiutori per tanti altri è solo questione di mesi.

    Non è Tutta colpa di Carosello se piovono slogan e spot ... 


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