domenica 20 novembre 2016 - Rocco Di Rella

Referendum Costituzionale | Il Fascio del No

Ho già espresso le ragioni del mio Sì al referendum costituzionale del 4 dicembre. La Riforma Boschi è una riforma accettabile, che istituisce un Parlamento sostanzialmente monocamerale (il Senato diventa un’assemblea consultiva), chiarisce le competenze di Stato e Regioni, abolisce le Province e abolisce il CNEL. 

Si tratta di cambiamenti ragionevoli e attesi da oltre trent’anni. La Riforma non rafforza i poteri del presidente del Consiglio dei ministri, non prevede l’elezione diretta del presidente della Repubblica e non intacca l’indipendenza della Magistratura. Sono, pertanto, completamente ingiustificate le critiche di chi invita a votare No, paventando il rischio di una deriva autoritaria.

Le altre non dichiarate ragioni del fronte del No rispecchiano gli interessi delle diverse componenti del "Fascio degli oppositori".

La prima componente è quella dei poveri di spirito. Si tratta dei leghisti, dei pentastellati e dei meloniani. Sono persone poco istruite e poco attendibili come difensori della Costituzione repubblicana. I loro strafalcioni sono stati ripetutamente documentati. I poveri di spirito sono a malapena in grado di capire che la vittoria del No indebolirebbe il governo Renzi e sarebbe, per loro, una ghiotta occasione per conquistare il potere. La loro campagna referendaria è tanto rabbiosa ed urlata, quanto priva di convincenti critiche di merito.


La seconda componente del Fascio del No è costituita dai "falliti non ricompensati". In questa categoria rientrano Berlusconi, D’Alema, Monti, Dini, Fini e tutti coloro che, dall’alto degli incarichi istituzionali in passato ricoperti, hanno avuto la possibilità di fare le riforme approvate da questo Parlamento, ma non sono stati capaci di farle. Esemplari sono i casi di Silvio Berlusconi e Massimo D’Alema, due improvvisati e velleitari riformatori della Costituzione nel biennio 1996-98. Berlusconi voterà No, perché non è riuscito a far eleggere Giuliano Amato alla presidenza della Repubblica, al quale Renzi preferì Sergio Mattarella. Massimo D’Alema voterà No, perché Renzi non lo ha nominato Rappresentante della politica estera e di sicurezza europea. Berlusconi, D’Alema e tutti i non ricompensati da Renzi (come Pierluigi Bersani) condividono le finalità e i contenuti della Riforma Boschi, ma voteranno No per vendicarsi contro Renzi. Questa loro scelta rivela la loro inaccettabile concezione tribale della Politica.

La terza componente è quella degli "ayatollah in cattedra". Gli ayatollah sono i professoroni che si atteggiano a supremi custodi del dettato costituzionale. Zagrebelsky, Onida e Rodotà sono i capi di una casta di chierici autoinvestitasi del potere d’impedire qualunque tentativo di riforma della Costituzione. Per loro è irrilevante il trentennale dibattito sull'ammodernamento dell'assetto istituzionale italiano. Gli ayatollah interpretano la Costituzione come un testo sacro e sono incapaci persino d'immaginare che essa sia stata il frutto di un contingente accordo politico. A loro non interessa analizzare le cause e la genesi di quell'accordo. Per esempio, fingono di non sapere che azionisti, socialisti e comunisti, durante i lavori dell'Assemblea Costituente, erano compattamente monocameralisti e che l'attuale bicameralismo fu voluto da De Gasperi, spaventato dalla possibile vittoria del Fronte Popolare alle elezioni politiche del 1948. Gli ayatollah ignorano il fatto che diversi estensori del testo della Costituzione (Calamandrei, Mortati, Ruini, Dossetti, ecc.) erano perfettamente consapevoli della necessità di modificarlo. Reagiscono stizziti quando sentono associare non il loro cognome, ma quello di una giovane e bella avvocatessa alla Riforma su cui voteremo il prossimo 4 dicembre. E restano basiti, ammutoliti e sconcertati quando i loro ricorsi contro il quesito referendario vengono regolarmente respinti da tutti i Tribunali d'Italia.

La quarta componente del Fascio del No è quella più trucida. E' l'ala politicizzata della magistratura inquirente. Si tratta di magistrati che vogliono una Politica debole per poterla ricattare e per metterla al servizio delle proprie ambizioni.

Non casualmente, i capi della quarta componente del Fascio del No sono Luigi De Magistris e Michele Emiliano, autori di inchieste giudiziarie tanto eclatanti quanto inconcludenti, di cui si sono serviti per intraprendere carriere politiche di successo. La Riforma Boschi, superando il bicameralismo paritario, rafforzerebbe le capacità decisionali del Parlamento e darebbe alla Politica l'autorevolezza che le manca. Al potere forte della magistratura politicizzata ciò non garba, perché si ridurrebbero le possibilità di fare inchieste a strascico finalizzate non alla repressione dei reati, ma allo svolgimento di un ruolo politico. L'ufficiale di collegamento tra i poveri di spirito e i magistrati politicizzati è Marco Travaglio, il gazzettaro delle procure, il cui spessore culturale gli fa ritenere conciliabili le idee del suo maestro Montanelli con quelle dei centri sociali e non gli fa comprendere la necessità storica di rinnovare l'assetto istituzionale della Repubblica.

Il Fascio del No non è solo incapace di elaborare una proposta di riforma alternativa, ma non ha a cuore il bene della comunità nazionale. Non riesce a capire che è interesse nazionale avere delle istituzioni funzionanti. Non può capirlo, perché è la sommatoria della fame di potere dei poveri di spirito, del desiderio di vendetta dei falliti non ricompensati, della vanità intellettuale degli ayatollah in cattedra e dell'istinto di autoconservazione dei magistrati politicizzati. Queste pulsioni e questi interessi non possono produrre niente di buono e di utile. La non auspicabile vittoria del No, infatti, terrebbe in vita questo imputridito assetto istituzionale; il suo funzionamento lo conosciamo: 64 (sessantaquattro!) governi in 70 anni di Repubblica, diritto di veto concesso a tutti i gruppuscoli organizzati, cecchinaggio sistematico di ogni tentativo di riforma organica, eterni e confusi compromessi al ribasso, soluzioni provvisorie che diventano sempre definitive, lentezza esasperante nell'approvazione delle leggi, norme incomprensibili, assurde leggi di un solo articolo di mille commi su cui i governi chiedono la fiducia, ecc.

Il Fascio del No può (e vuole) solo consolidare questo monopartitismo dei veti, dei rinvii e dei pasticci, egemone da settant'anni. Dobbiamo impedirglielo, votando convintamente Sì il prossimo 4 dicembre. 



9 réactions


  • vittorio3 (---.---.---.181) 20 novembre 2016 17:08

    Molti partigiani del NO hanno qualche problema, dopo aver caldamente auspicato la riduzione dei costi della politica senza se e senza ma, a sottoscrivere che non sono d’accordo (come propone il referendum del 4.12) con  :

    - la riduzione del numero di parlamentari eliminando l’attuale Senato

    - la soppressione delle Provincie e del CNEL con ulteriore riduzione dei costi istituzionali

    - l’eliminazione dell’interminabile navetta delle leggi fra Parlamento e Senato

    - la soppressione delle materie “concorrenti” previste dal titolo V con conseguente attribuzione esclusiva o allo stato o alle Regioni (cioè chi fa cosa)

    Però voteranno comunque NO perché così mandiamo a casa Renzi !

    Forse però non sanno che, quand’anche a seguito di vittoria del NO Renzi desse le dimissioni, Mattarella non potrebbe far altro, come prescrive la prassi costituzionale, che accettarle con riserva avviando poi un giro di consultazioni per verificare qual’è realmente la posizione dei partiti a tal proposito e quale alternativa di governo propongono.

    Ne emergerebbe che PD (301 deputati su 630 = 48% dei seggi) e NCD-UDC (30 dep.=5%) non vogliono cambiare, M 5 stelle (14%) esclude di potersi alleare con chicchessia salvo forse Fratelli d’Italia (1,6%), Salvini della Lega (3%) non vuole neppur sentir parlare né di Alfano né di Parisi (cioè quel che resta di Forza Italia inizialmente con l’8% dei seggi ma oggi chi sa ?) ma potrebbe il leghista “ce l’ha duro” raggiungere la stratosferica quota del 7-8% (3% suoi + 1,6 FdI + qualche deputato transfuga da Forza Italia e altri), mentre infine Sinistra Italiana e SEL (5%) non si unirebbero certo a un PD “apostata” ... e starebbero come amano e conviene loro all’opposizione.

    Il paziente Mattarella farebbe un secondo giro di consultazioni alla ricerca di una qualche coalizione credibile di governo (cosa assai diversa da “fronti del no” eterocliti e divergenti su quasi tutto) capace di ottenere la fiducia del Parlamento (almeno 316 deputati), ma poiché rileverebbe che nessuna, a parte quella PD-NCD, si avvicina alla maggioranza ma solo forse a 250 (includendo eventuali transfughi PD amici di Bersani-Cuperlo-Spaventa, peraltro non consultabili da Mattarella poiché non rappresentano nessun partito)  dovrebbe inevitabilmente rifiutare le dimissioni di Renzi suggerendogli magari un rimpasto tattico di governo.

     

    Sarebbe a dire “partigiani del NO per cambiare”, becchi e bastonati ! Non sia mai !

    Ci penseranno prontamente e giovanilmente D’Alema e Berlusconi (rispettivamente Presidente e co-fondatore della celebre ma sterile Bicamerale per le Riforme Costituzionali degli anni ’90) ... a rimettere il tutto in carreggiata !


    • pv21 (---.---.---.184) 20 novembre 2016 19:46

      PS > La prospettiva che più allarma RENZI è quella che Mattarella si orienti verso un governo di scopo che si impegni a varare una nuova Legge elettorale. Quello che Renzi definisce "governicchio".

      NB > In quanto a governi "tecnici" non si può dire che ci manchi l’esperienza.

      Saluti


    • Renato (---.---.---.37) 21 novembre 2016 09:14

      @vittorio3 Dovresti informati molto meglio in quanto la navetta non sarà del tutto eliminata, aumenteranno i procedimenti legislativi quindi sarà ancora più caotico di prima.

      Le spese non saranno dimezzate quindi i parlamentari che rimarranno avranno più soldi e più poteri (immunità assoluta) e soprattutto i più grandi ladri ( inutile citarli) del passato rimarranno a percepire le stesse indennità .

      Quindi questa riforma andrà a togliere i diritti ai cittadini in quanto il parlamento sarà lo schieramento dei partiti senza considerare il popolo, farà rimanere coloro che hanno ucciso questo paese dandogli addirittura più potere e privilegi...

      Se invece di leggere la riforma costituzione leggessi almeno i primi articoli della nostra ATTUALE costituzione capiresti che il problema non è la costituzione ma il problema è che quest ultima non viene applicata già dal primo articolo.

      VOTATE NO facciamo sentire la forza del popolo per una volta in questa nazione.


  • pv21 (---.---.---.184) 20 novembre 2016 19:38

    NEO idiomatica >


    Riferito a persone, stando ai più noti Vocabolari, il termine “accozzaglia” indica un “mucchio” tanto caotico quanto poco raccomandabile.

    Parimenti dare del “gufo” equivale ad additare un menagramo, un portatore di iella.


    Al contrario, per il leader RENZI, si tratta di espressioni che (nelle sue intenzioni) non hanno affatto alcun senso dispregiativo o denigratorio.

    Il fronte del NO, spiega, non è certo una “coalizione”. Né si può dire che la minoranza del PD non abbia spesso qualcosa da ribattere e di cui lamentarsi.


    Sintesi.

    Forse cambiare il paese significa “aggiornare” anche l’uso delle “solite” espressioni idiomatiche? Chi non lo capisce è “vecchio” e rischia il sorpasso?

    O magari sono delle infiorescenze spuntate dalle radici di un Dossier Arroganza


  • linuxfan (---.---.---.77) 21 novembre 2016 11:17

    C’è gente in giro, come questo Di Rella, che proprio non ha l’intelligenza per capire. Rileva una serie di cose, come tutti noi, e alcune di queste le distorce. Il risultato è una mescolanza di cose vere e di assurdità, senza senso critico a separarle. Questo meccanismo è uno dei più micidiali per la sanità di mente.

    Lei, Di Rella, manca il punto centrale della questione, ma non mi ripeterò - tanto è inutile.


  • GeriSteve (---.---.---.168) 21 novembre 2016 12:46

    quest’articolo mescola informazioni sballate con opinioni presuntuose.

    una sola, perchè non vale la pena di rispondere a lungo:
    "La Riforma non rafforza i poteri del presidente del Consiglio dei ministri" !!!

    E’ totalmente falso! Il presidente del consiglio viene eletto dalla sola camera, che quindi la controlla lui, pur avendo avuto una esigua minoranza relativa (vedi italicum). Sparisce il bilanciamento di poteri con il senato. La camera, controllata dal presidente del consiglio, elegge il presidente della repubblica : il senato, con pochi senatori nominati dai partiti, diventa ininfluente. Il presidente della repubblica rafforza il sistema nominandosi cinque senatori (nel senato delle autonomie territoriali!).
    Come se non bastasse, il presidente del consiglio, sempre con la sua maggioranza alla camera, invade anche il potere giudiziario nominando membri dalla corte costituzionale e del consiglio superiore della magistratura.

    Spariscono così sia la separazione dei poteri che il loro bilanciamento: chi controlla la maggioranza alla camera controllla tutto!

    Non rispondo alle tante altre corbellerie perchè dovrei scrivere un inutile romanzo.

    GeriSteve


  • Rocco Di Rella (---.---.---.215) 21 novembre 2016 21:21

    Rispondo a tutti coloro che hanno commentato il mio articolo.
    1) Condivido ciò che scrive vittorio3; se vince il No, l’accozzaglia reazionaria rischia di tenersi sia Renzi che il bicameralismo paritario.
    2) Renato spara le solite idiozie della più becera propaganda del No, che, al netto delle bestialità, ha solo due obiezioni e mezza da fare alla Riforma, di cui dimostrerò a breve la totale inconsistenza.
    3) A pv21 faccio notare che, riferendomi al fronte del No, ho usato il termine "Fascio", mentre a te scandalizza di più la parola accozzaglia. La userò anch’io. Il Fronte del No è un’accozzaglia di poveri di spirito, di falliti non ricompensati, di ayatollah in cattedra e di trucidi inquisitori.
    4) A linuxfan dico che la mia intelligenza mi basta e avanza per capire che il vostro No è unicamente motivato dal vostro odio cieco verso Renzi.
    5) Geristeve la Riforma non l’ha letta. Altrimenti saprebbe che il quorum per l’elezione del presidente della Repubblica è stato innalzato dalla maggioranza assoluta (metà più uno) ai tre quinti, e saprebbe pure che 2 dei cinque costituzionali di nomina parlamentare verrebbero eletti dal Senato, cioè da una Camera non più controllabile dal Governo. La separazione dei poteri resta e le corbellerie le scrivi tu.
    6) Sono, infine, totalmente d’accordo con Benedetto Di Mambro. Talmente d’accordo che ho giurato di non votare mai più un partito alla sinistra del PD.


    • linuxfan (---.---.---.213) 22 novembre 2016 14:47

      Lei, ammiratore di Calamandrei, lo sa che egli disse "Quando si parla di Costituzione i banchi dell’esecutivo devono essere vuoti"? Questa riforma è stata scritta da Renzi (il primo ministro) in stanze segrete, insieme a pluriindagati e pluricondannati del calibro di Berlusconi-game-over e Verdini. Non basta, queste riforme sono state portate avanti tramite ricatti, epurazioni, colpi di fiducia. Non basta, il governo sta cercando di convincere il popolo a votare questa riforma, spendendo i soldi dei contribuenti. Tutti atti da cui l’esecutivo dovrebbe astenersi: lo dico io ma le ricordo che lo disse pure Calamandrei così siamo pari.

      Poi, questa riforma somiglia troppo a una già proposta in precedenza da Berlusconi. Non mi piaceva quella là e non mi piace questa (lei si dice intelligente ma non coglie il punto). Soprattutto questa riforma assomiglia troppo a un certo piano della P2 (ma guarda caso...), capirà che non mi frega niente di Renzi, ma mi frega DELLA MIA COSTITUZIONE, della P2, di ignobili corrotti che io non voglio come padri della patria.

      "Bisogna cambiare il titolo V della Costituzione ed espropriare i Comuni e le Regioni ... la vera risorsa sono le utilities a livello locale. Lì sono veramente tanti, tanti miliardi" sono parole di un certo Lorenzo Codogno. Ma lei è intelligente, non si cura delle parole di uno qualsiasi, neppure se quel qualcuno è il capo economista del Ministero dell’Economia.

      Potrei continuare, ci sono molti esempi di quanto questa riforma riguardi molti interessi - MOLTI, TRANNE QUELLI DEL POPOLO ITALIANO.

      La sua intelligenza non è neppure sufficiente a farle capire che, PER ME, questa riforma vale meno della carta igienica sporca. Non pretendo che capisca i motivi, tanto lei non ci può arrivare. Renzi è solo la ciliegina sulla torta, una ciliegia marcia e velenosa messa sopra un mucchio di letame.


    • Rocco Di Rella (---.---.---.104) 22 novembre 2016 16:40

      A pagina 13 della mozione presentata da Susanna Camusso al congresso della CGIL del 2014 è scritto:

      "Per la CGIL sono necessari alcuni interventi di riforma da attuarsi secondo le procedure costituzionalmente previste dall’art. 138:
      1) Il superamento del bicameralismo perfetto con l’istituzione di una Camera rappresentativa delle Regioni e delle autonomie locali.
      2) Il riordino delle competenze di Stato e Regioni disciplinate dall’articolo 117 della Carta, riportando, nell’ambito della riforma del Titolo V, a competenza esclusiva statale alcune materie oggi di legislazione concorrente e rafforzando la funzione regolatrice nazionale, sia in tema di garanzia dei livelli essenziali delle prestazioni, concernenti i diritti civili e sociali, sia in tema di esercizio delle materie concorrenti.
      3) La definizione di un disegno organico che, a partire dalla non più rinviabile istituzione delle aree metropolitane, porti ad un sistema integrato dei livelli istituzionali con il quale superare sovrapposizioni e confusione di ruoli tra le
      amministrazioni centrali e il sistema delle autonomie, e che valorizzi e sviluppi le autonomie funzionali della Repubblica (a partire dall’istruzione e dalla ricerca) come luoghi di esercizio dei diritti di cittadinanza.
      6) Approvare una legge nazionale sulle forme di democrazia partecipativa e una riforma dell’istituto referendario che introduca il “quorum mobile” (legato all’affluenza registrata nell’ultima elezione dell’organismo che ha legiferato)".
      Non ci poteva essere sintesi più efficace della Riforma Boschi del documento congressuale della CGIL, scritto due anni prima che la Riforma Boschi venisse approvata.
      Linuxfan, smettila di scrivere idiozie! Questa non è la Riforma della P2! E’ la Riforma della CGIL! E la CGIL vota No solo perché vuole colpire l’odiato Renzi, anche se condivide i contenuti della Riforma! 

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