Reato di stalking: parlarne per comprendere il fenomeno

La mattina del 25 Febbraio al Teatro Sociale di Canicattì si è svolto l’interessante convegno dal titolo “Parliamone… Insieme contro lo stalking” a cura della Dott.ssa Teresa Monaca, corrispondente del quotidiano “
In esso ha presentato il vademecum realizzato in collaborazione col Centro Studi e Iniziative Culturali Pio
Il convegno è stato varie volte intervallato da interventi canori e dalla drammatizzazione mimata di un episodio di stalking da parte degli attori della Compagnia Teatrale “Le Petit Théatre de Banlieu”, diretta dalla regista Lella Falzone. Da notare le splendide voci di: Concetta Cimino, voce letteralmente da “nera” che senza alcuna difficoltà ha cantato “Rolling in the deep” di Adele, accompagnata dal chitarrista Emanuele Trupia; Liborio Sacheli che ha cantato “La cura” di Franco Battiato; Claudia Guccione che ha cantato “Zombie” dei “Cramberries”, accompagnata sempre dal Trupia col quale compongono il gruppo musicale “Gli Acustico”.
To stalk è un verbo inglese che significa “inseguire furtivamente” (la preda) e come molti sanno lo stalker è colui o colei che compie molestie reiterate nel tempo e assillanti nei confronti di un’altra persona; lo stalking configura tale fattispecie di reato che in Italia è stato introdotto solo di recente, come ha ricordato nel suo intervento l’Avv. Tesè, appena tre anni e due giorni prima di questo convegno, il 23 febbraio 2009 appunto, con l’articolo 612 bis, subito dopo il 612 che prevede il reato di minaccia. Le azioni più comuni che lo stalker intraprende contro la vittima sono le continue telefonate, gli sms ed mms molesti, appostamenti sotto casa o davanti il posto di lavoro. In pratica la vita della vittima viene sconvolta e può capitare che essa sia costretta a cambiare quartiere o addirittura città, subendo così anche le conseguenze stressanti e traumatiche di uno sconvolgimento simile nella propria esistenza, oltre a quelle provocate dalle molestie dello stalker, che se non necessariamente arrivano alla violenza fisica, comunque sempre temuta dalla vittima, quella psicologica è davvero invalidante.
E’ un fenomeno che non fa distinzione di sesso e di ceto, e lo stalker, definito anche persona affetta da “sindrome del molestatore assillante”, può essere un ex partner, un conoscente, un collega o uno sconosciuto. Come ha spiegato la psicologa Dott.ssa Maria Stella Calderaro, la ricerca criminologica e psicopatologica sta tentando di tracciare un profilo tipico dello stalker, per fornire una possibile riconoscibilità anticipata di tale figura; ma in realtà è un’impresa molto ardua perché trovare un profilo unico è complicato dal fatto che non tutti gli stalker sono necessariamente affetti da una qualche psicopatologia che li accomuni, né tantomeno da un uso o abuso di sostanze stupefacenti o di alcool.
La molestia continuata è devastante e può portare disturbi d’ansia, insonnia, incubi, angoscia, stati depressivi, anche il Disturbo Post-Traumatico da Stress, e, in casi estremi, addirittura può condurre al suicidio. Anche i familiari della vittima subiscono forti stress e sofferenze psichiche, e persino lo stesso stalker alla lunga può subire pesanti conseguenze psicologiche. Da tutto ciò si evince l’alto costo sociale del fenomeno dello stalking.
Il Capitano della Compagnia dei Carabinieri di Canicattì Salvatore Menta ha raccontato alcuni episodi di stalking che ha seguito mentre si trovava a dirigere una caserma del nord, di come nell’agrigentino esso sia un fenomeno in espansione e di come le forze dell’ordine oggi sono molto più preparate ad affrontare e risolvere molti più casi che in passato, grazie ai nuovi strumenti giuridici messi a disposizione del legislatore e alla sempre maggiore campagna di sensibilizzazione e di conoscenza del fenomeno, come ad esempio convegni come questo.