Ragazze fatte spogliare e umiliate: benvenuti nello stato di polizia
Il nostro Paese sta diventando uno stato di polizia. Gli abusi di potere da parte delle forze dell’ordine stanno diventando all’ordine del giorno. Manifestanti picchiati solo perché protestavano pacificamente a favore della Palestina è stato solo un esempio della deriva autoritaria di una nazione dove la repressione del dissenso si sta tramutando in una regola.
L’ultima “perla” è di qualche giorno fa. Un gruppo di ragazze e ragazzi sono stati arrestati a Brescia per aver protestato davanti a una fabbrica di armi e aver imbrattato i muri. Nulla di grave in tutto questo, ma l’episodio più vergognoso è che i poliziotti hanno costretto le ragazze a spogliarsi in caserma, senza una ragione, cosa che non hanno fatto con i ragazzi. Un abuso di potere che mostra come siamo sottoposti a un governo reazionario che trattando in questo modo i propri giovani non si accorge che sta mettendo una pietra tombale sul futuro dell’Italia.
La caratteristica di questo governo è di proteggere la propria incapacità con la forza e la violenza, mostrandosi forte con i deboli e deboli con i forti. E’ dispotico reprimere le manifestazioni legittimate dalla Costituzione Italiana che in questo Paese è costantemente in pericolo e che qualcuno vorrebbe trasformare in carta straccia. E’ illegale buttare fuori dalle televisioni personaggi non graditi al governo e cercare di legare le mani ai magistrati affinché la borghesia corrotta resti libera e impunita, mentre chi protesta viene arrestato, portato in caserma e costretto a spogliarsi senza capire il motivo di questo ordine insensato.
Che ci troviamo davanti a un governo post-fascista lo si capisce dallo scudo penale per tutelare le forze dell’ordine, aprendo le porte a una prospettiva che solo a immaginarla mette i brividi. Ma ci sta quando è proposto da governanti nostalgici del tempo delle camicie nere. Mentre la premier si diletta a propagandare dati farlocchi e azioni “lodevoli”, con una dose soporifera di vittimismo quando parla a tutti, con ferocia e spietatezza quando parla ai suoi.
Gli alleati poi, altre perle di comicità. L’inseguimento di Ramy con tanto di speronamento mortale da parte dei carabinieri dello scooter su cui viaggiavano due ragazzi che non si erano fermati a un posto di blocco è stata un’azione sconsiderata, ma ciò che ha reso arbitrario l'uso della forza dei carabinieri è stato il momento esatto in cui i militari dell'Arma hanno obbligato i passanti a cancellare le immagini, come se avessero voluto cancellare le prove della dinamica dell'incidente. E tutto questo è avvenuto mentre Matteo Salvini si è schierato giustamente con i carabinieri, dimenticando quando suo figlio se ne andava in giro in mare aperto usando abusivamente una moto della polizia che doveva servire alle emergenze e non al divertimento.