sabato 2 gennaio 2016 - Giacomo Nigro

Quo Vado?, qualunquismo e italianità. Checco Zalone imita Alberto Sordi?

Checco dalla Puglia al Grande Nord, e poi in Africa, Quo Vado? conferma uno stile elementare, una comicità semplice ed efficace che, dal basso e con un qualunquismo neanche tanto nascosto, mira a colpire senza troppe intenzioni un po' in alto, ma sicuramente verso il basso. Una comicità di grande accessibilità, vagamente infantile. La vasta e negativa eredità dell'immaginario e del linguaggio televisivo degli ultimi trent'anni colpisce ancora. Candido ma non ingenuo, leggero, magari demenziale ma non cretino, Zalone come Alberto Sordi lavora con semplificazioni quasi fotografiche. Egli cattura, ritrae e riproduce l'italiano oramai più immaginario che reale dei nostri giorni, i suoi tanti vizi e le sue presunte poche virtù. Lo sfotte, lo prende in giro, mentre lo avverte in maniera politicamente scorretta di quello che potrà avvenire dello stato sociale nel prossimo futuro. Un futuro già attuale, i tagliatori di teste alla Sonia Bergamasco sono in azione da anni nel privato e prossimamente nel pubblico.

A parziale scarico di tanto qualunquismo il piccolo borghese a sbafo zaloniano, messo a confronto con orizzonti più ampi di quelli del suo ufficio di provincia, è capace di allargare le proprie vedute, di accettare famiglie allargate, di abbandonare retoriche maschiliste, perfino di imparare a non saltare le code o non suonare il clacson al semaforo, ma in fondo è solo una parentesi e sempre di qualunquismo (stavolta sinistrorso) si tratta. Infatti basta colpirlo nel profondo del suo essere, basta che casualmente veda Al Bano e Romina nuovamente assieme sul palco di Sanremo (ovvero l’immaginario berlusconiano più becero) per rischiare di perdere tutto quanto riconquistato a fatica e tornare sui suoi passi. Qualcosa dentro di lui pare cambiato, ma molto rimarrà per sempre immutato.

Un buon film comico nella tradizione vagamente destrorsa di Luca Medici, in arte Checco Zalone. L’attore originario di Capurso, in provincia di Bari, non lesina la sua pugliesità (belli i cammei di Lino Banfi e Maurizio Micheli). Negli ultimi anni Zalone, con i suoi tre precedenti film, ha risollevato le sorti del cinema italiano sbancando il boxoffice. Il primo film, Cado dalle nubi (2009) incassò 14 milioni di euro, Che bella giornata(2011) oltre 43 milioni e il terzo, Sole a Catinelle, è stato il film italiano con il maggiore incasso nella storia del nostro Paese con più di otto milioni di biglietti venduti, pari a 52 milioni di euro.

Comunque c'è qualcosa, nell'incipit africano di Quo Vado?, che ci fa pensare a Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Africa? di sordiana memoria. Si ride, si si ride, ma con un retrogusto amaro che il finale positivo all’americana non addolcisce.



5 réactions


  • Giacomo Nigro Giacomo Nigro (---.---.---.158) 2 gennaio 2016 19:13

    Voglio precisare che Alberto Sordi è certamente di livello più elevato di Checco Zalone, ma non era certamente alieno al qualunquismo, non solo perché ben rappresentava l’italiano medio che, appunto mediamente, qualunquista è, ma anche per le posizioni politiche destrorse che anche il grande artista incarnava. La mia è una scelta di campo, non una negazione dell’arte.


  • Giacomo Nigro Giacomo Nigro (---.---.---.236) 3 gennaio 2016 08:34

    Non sara’ che siamo un po’ pecoroni a correre al botteghino con questo ritmo indiavolato?


  • Giacomo Nigro Giacomo Nigro (---.---.---.15) 4 gennaio 2016 15:10

  • Giacomo Nigro Giacomo Nigro (---.---.---.158) 9 gennaio 2016 07:12
    L’impiegato Checco Zalone si trova costretto ad abbandonare l’amato Ufficio caccia e pesca. Riforma delle province, riorganizzazione del personale, e sul «posto fisso» inseguito tutta la vita si abbatte il rischio di doversi trasferire dall’altra parte del Paese. Attraverso la sua maschera comica, l’attore pugliese racconta le vite stravolte di migliaia di dipendenti pubblici italiani. La legge sulle Province targata Delrio, della primavera 2014, che avrebbe dovuto cancellarle, ma in realtà le trasforma in 76 più evanescenti Enti di area vasta retti non più da consigli ad hoc ma da collegi di sindaci, ancora deve trovare completa realizzazione. Soprattutto per quanto riguarda personale e funzioni. 
    http://www.lastampa.it/2016/01/08/i...

  • Giacomo Nigro Giacomo Nigro (---.---.---.158) 17 gennaio 2016 14:33

    Intanto la notizia di oggi è che il Governo a rimorchio del successo di Zalone si da da fare così: http://www.ansa.it/.../renzi-pugno-duro-su-furbetti-p.a...

    "Primi e inflessibili a denunciare e a dissociarci dai casi di assenteismo ingiustificato, vorremmo però che il premier Renzi applicasse la stessa solerzia nel rinnovo dei contratti pubblici. È la contrattazione il luogo dove affrontare questi temi, non l’ennesimo intervento legislativo".


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