giovedì 28 giugno 2012 - Zag(c)

Afghanistan: quei morti li avremo sulla coscienza

Ne è morto un altro! E siamo a 51. Cinquant'uno militari italiani, la maggior parte meridionali, morti per una strana guerra pacifica. O per una pace guerreggiata. E come ormai diventata una prassi la morte è avvolta dal mistero e da versioni contrastanti. La fonte italiana parla di un attacco da parte di terroristi afgani " Banditen". Una fonte afgana, dapprima aveva parlato di un incidente nell'uso improprio dell'arma (un RPG) da parte del militare, e poi, ascoltata la versione italiana, ha subito rettificato. Ma al di là della dinamica, o per incidente o per attentato, sta di fatto che una altra vittima è stata sacrificata.

Mi vengono in mente i primi morti di questa strana guerra. La notizia in prima pagina, i titoli dei telegiornali in prima serata e i servizi che duravano per minuti interi con servizi sulla vita, la famiglia, le cartine che raffiguravano la zona. Poi così come i numeri delle vittime aumentava, così in maniera proporzionale l'interesse per le notizie scemava. La sua importanza scendeva e veniva relegata sempre più in pagine dell'interno e la durata dei servizi scendeva. Mentre prima venivano direttamente intervistati i colonnelli portavoce dei militari, sempre con pigli militareschi e tutti impettiti, poi sempre più si accorciava la loro intervista fino al contatto telefonico, fino ad arrivare al commentatore che legge il comunicato. Più aumentano i morti, più scende l'importanza politica della guerra, più scema la rilevanza mediatica che al tema viene riservata. Eppur sempre di giovani si tratta, eppure sempre eroi li chiamano. Ma eroi di che? Quale atto eroico è stato compiuto da uno che maneggiando, magari maldestramente, un arma si uccide e ferisce? Oppure da uno che senza nemmeno saperlo è stato colpito da un proiettive a carica cava? 

E mai nessuno delle vittime è uno normale, oltre ad essere eroe. Sono sempre buoni padri di famiglia, figli encomiabili, amanti dei genitori attaccati alla famiglia, con uno spirito patriottico, andati in guerra non certo per l'indennità di pericolo( oltre 10.000 Euro al mese, esentasse), no, solo per amor di patria e per portare aiuto a quella popolazione che soffre, martoriata dai "Banditen". Che ce ne fosse uno, diciamo così e così. Magari uno a cui piaceva andare a puttane, che beveva birra con gli amici fino ad ubriacarsi, una tantum e fumava spinelli. Niente. Su questo nulla è cambiato . La retorica è rimasta la stessa. 

Come la stessa è rimasta l'ipocrisia dei nostri politici e uomini delle istituzioni. Il ritorno della bara, avvolta dal tricolore, l'avvicinarsi dei presidenti, il saluto militare alla bara, il silenzio suonato da una tromba, le bandiere sventolanti, il bacio alla bara, gli occhi lucidi, visibilmente commossi. I familiari con le bimbe al braccio o tenuti per mano col vestitino buono della domenica, spaesati e inconsapevoli di quanto sta succedendo e di cosa sia successo. Quelli stessi politici che con le mani ancora grondanti sangue parlano di sacrificio umano, di patria, di atto eroico, di necessità di portare la pace facendo la guerra, non accorgendosi di come suonano false e ipocrite le loro parole.

Mai come in questo periodo sono false e ipocrite queste loro esternazioni, mai come oggi sono inutili e dannosi queste morti e quelle procurate a quelle popolazioni. Questo è un altro di quei crimini di cui si è macchiato il nostro ceto dirigente, e di noi, di chi li ha appoggiati, votati, e ancora li appoggia e li vota e chi non ha fatto abbastanza per fermarli. Tutti senza nessuno escluso! Quei morti ce li avremo sulla coscienza. E per quanto ci possiamo tirare indietro, siamo sempre più coinvolti.



9 réactions


  • (---.---.---.132) 28 giugno 2012 19:52

    Oltre 10.000 € al mese?! Forse il giornalista farebbe bene ad informarsi meglio prima di dare certe affermazioni. E comunque per quello che rischiano e che fanno la sarebbero anche pochi. E il giornalista che dice "eroi di cosa?", si domandi perchè i soldati italiani sono i più amati in queste terre distrutte... perchè sanno fare bene il loro lavoro e perchè portano aiuti alla popolazione e non vanno solo per lo stipendio. Fanno un lavoro così come lo fa un muratore o un dottore, ed ogni lavoro ha il proprio rischio e il proprio guadagno.


  • Zag(c) Zag(c) (---.---.---.230) 28 giugno 2012 20:01

    Non sono giornalista. Ma mi informo. I 10.000. Euro al mese esentasse ci stanno tutti e confermo. Credo che si dovrebbe anche sfatare il mito degli italiani brava gente . Le forze di occupazione, sono odiati da tutte le popolazioni, e gli italiani non sono da meno. Sono rifugiati nelle loro roccaforti blindati e dalla popolazione non si fanno nemmeno vedere. Chiusi nei loro blindati attraversano velocemente le strade per non essere presi di mira dai rzzi e dalle mine antiautoblinde.
    E ammesso che fanno un lavoro ( sporco) come gli altri perchè quando muore un muratore nessuno lo piange( se non i parenti) e quando muore un soldto è un eroe? Perché quando muore un operaio i parento non vedono una lira e quando muore un soldato la vedova prende la pensione da eore di guerra e il figlio ha asicurato un posto nell’amministrazione statale? ( almeno fino a qualche tempo fa)


    • (---.---.---.132) 28 giugno 2012 23:25

      Le ripeto di informarsi meglio e di andare anche in questi posti se vuole fare commenti corretti.


  • (---.---.---.117) 28 giugno 2012 23:46

    non e’vero che prendono quella cifra..prima di parlare bisogna informarsi e poi la vita umana non ha prezzo.

    Un pensiero va a tutti militari impegnati in AFGHANISTAN.

    • Zag(c) Zag(c) (---.---.---.172) 29 giugno 2012 09:26

      Ma guardi che la mia polemica non era conro quegli uomini che vestono la divisa. Se legge bene il pezzo vedrà che sono piuttosto contro lìipocrisia dei nostri politici, tutti, che utilizzano quegli uomini, li mandano a morire per una falsa causa umanitari, per il loro tornaconto e poi quando ritornano in bara piangono lacrime di coccodrillo.

      P.S.
      Confermo quella cifra. e confermo il clima che la popolazione di quei luoghi ha verso tutti gli occupanti, italiani compresi. Il resto è solo propaganda .


  • (---.---.---.133) 29 giugno 2012 04:52

    Dobbiamo parlare sinceramente dello Stato Italiano e dei maggiori vizi che lo attanagliano. Il sud notoriamente sottosviluppato ormai peggio che diverse regioni dell’america latina, ha beneficiato del contributo pro democrazia cristiana della cia - usa che desiderava mantenere il controllo della penisola dalle grinfie del comunismo. Oggi come ieri, i giovani del sud sono fascisti poveri e di basso livello culturale, dove mostrarsi in divisa, non li esonera dal fare la figura dell’uomo del 1800, dove non esisteva l’onore di essere agricoltore, industriale o ricercatore. I veri italiani sono questi, chi lavora, non abbiamo bisogno di immigrati, vanno riconvertiti questi meridionali falliti, da forze del disordine e della corruzione, dei militari incapaci e dalle loro famiglie che soggiornano gratis all’interno del ministero della difesa. Obesi, con istruzioni da operetta, arroganti con il pizzetto del fascista che ignora la scuola.

    Un boato di booooo a tutti, e a questi lestofanti da caserma che aspettano un giorno di lavoro all’anno per divenirre falsi eroi. CHI MUORE SUL LAVORO INDUSTRIALE NON CONTA. Un paese ridicolo con media che baciano le mani e fanfare di uomini baffuti senza patria ne onore.


    • (---.---.---.137) 29 giugno 2012 16:07

      in buona parte hai ragione ,pero’ esageri ,mi sembri un frequentatore dei centri sociali dove sicuramente il livello culturale e’ alto e la propensione al lavoro lo e’ altrettanto , dove il comunismo ha seminato bene e oggi ne raccogliamo tutte le positivita’.i meridionali sono bravi e non bravi sono colti e non colti sono onesti e disonesti , ma se trattati con onesta’ e trasparenza non sono ne meglio ne peggio dei settentrionali sono solo diversi . per le forze dell’ordine lascia perdere prova a pensare se non ci fossero , sarebbe peggio . e’ gia’ tanto che continuano a fare il loro dovere nel correre dietro a delinquenti che manco in galera vanno.


  • (---.---.---.117) 29 giugno 2012 12:42

    Guardi non voglio polemizzare con l’autore dell’articolo ma le dico che non si e’informato bene sulla cifra che prendono i militari in missione.

    Chi parla e’la fidanzata di un militare in missione in quel posto e prendono di gran lunga una cifra inferiore.

    A parte questo posso solo dire che questi uomini fanno tanti sacrifici,rinuncie e privazioni e stare lontano dai propri affetti x 6 mesi non e’facile,ne’x loro e ne’x noi che li aspettiamo.Ogni giorno prego che ritorni da me sano e salvo,ogni minuto,ora, giorno sperando che vada tutto bene.La loro forza siamo noi.....io sono orgogliosa di lui e del suo coraggio...purtroppo chi non le vive da vicino queste cose non le puo’mai capire......


    • Zag(c) Zag(c) (---.---.---.172) 29 giugno 2012 14:42

      Lontano da me la polemica con quegli uomini. Ma se ha letto l’articolo, io non ce l’avevo con loro, ma con quegli uomini e istituzioni che utilizzano e strumentalizzano quegli uomini, il loro sacrificio ed il loro lavoro per propri fini che sono lontanissimi da quelli che propagandono e a cui quegli uomini, forse ingenuamente, a mio parere, credono di lavorare.
      Riguardo alla loro remunerazione. lei saprà certamente che ogni grado e ogni mansione è pagata diversamente. Io mi riferisco alla media delle remunerazioni dei sottoufficiale e graduati di truppa e i miei dati sono tratti direttamente dai dati forniti dal ministero della Difesa. (Bilancio 2009-2010)
      Riguardo alle sue preoccupazioni , e ai sacrifici che compiono sono pari a quelli delle compagne e dei lavoratori che lavorano sulle impalcature, negli stabilimenti siderurcici, e in qualsiasi altro posto di lavoro. Se prende i dati statistici dei morti sul lavoro e quelli in guerra vedrà che in percentuale non vi è paragone.
      In più un morto in guerra è per i nostri politici un eroe, quello sul lavoro non viene nemmeno citato sui giornali.
      Ma la colpa , non è del lavoratore ( militare o civile che sia) ma di chi strumentalizza e manipolizza l’informazione e la vita degli uomini.
      Un forte e sincero saluto


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