Quanto conta l’immagine per Renzi?
Molti sicuramente potrebbero rispondere: tutto! Forse questa risposta non è molto lontana dalla realtà.
Basta pensare al Renzi-Fonzie apparso su Amici di Maria de Filippi o all’occupazione mediatica quotidiana che Renzi, insieme a Berlusconi ed altri, attuano.
Nell’odierna società dell’immagine si propongono mitologie, icone pop, divi da adorare, sottoculture, supereroi, immagini patinate da copertina come quella sopra di Renzi.
Nella società contemporanea il "comunicare e comunicare" sono essenziali: una società dove il marketing si applica a tutti i settori e come vediamo anche alla politica.
Non meno importante poi la narratologia del prodotto da vendere: bisogna saper narrare, saper raccontare il prodotto che bisogna vendere come sostiene anche uno dei sostenitori di Renzi, ossia Oscar Farinetti.
Ebbene quella di Renzi, come lo è stata in passato ed ancora adesso l’immagine di Berlusconi, è un’immagine da proporre, da vendere, da rendere commerciabile nel trionfo e nell’apoteosi della mistificazione e dell’inganno mediatico.
Una politica quella di Renzi fatta di slogan, annunci pubblicitari, promesse in quantità esorbitante; una politica da buon imbonitore delle masse, da mago della parola e dei concetti.
Un messaggio vuoto e patinato tipico della società postmoderna in cui viviamo, nella quale tutto è frammentario e relativo, nella quale tutto sembra perdere di significato, una società sicuramente allo sbando per quanto riguarda i valori etici e morali, insomma la società narrata dal film "La grande bellezza" di Sorrentino, una società del vuoto, del niente, dell’inconsistenza totale.