mercoledì 12 ottobre 2011 - Marco Barone

Quando i Draghi "pre-occupano" Bankitalia

Hanno realizzato un blog.
Esiste anche una pagina del social network più controllato e controllabile del pianeta, facebook.
Si chiamano draghi, draghi ribelli.
Ed annunciano che il 12 ottobre, alle ore 16, verrà presidiata la Banca d’Italia (Via Nazionale, Roma).
Nel loro appello, breve ma conciso, si legge che in vista della giornata globale del 15 ottobre contro le politiche di austerità imposte dalla Banca Centrale Europea e dal governo Berlusconi, il 12 ottobre sarà organizzato un evento pubblico di protesta e di proposta che individui nella Banca d’Italia e nella BCE le istituzioni di una nuova governance globale che impone decisioni al di fuori da qualsiasi legittimità democratica.
 
Oggi, 12 ottobre, a palazzo Koch, nel cuore della capitale, si terrà il convegno internazionale “L’Italia e l’economia mondiale, 1861-2011″, con la presenza del Presidente della Repubblica Napolitano e del Governatore della Banca d’Italia (futuro Presidente della BCE) Mario Draghi.
 
Denunciano la pericolosità del pareggio del bilancio, o meglio della proposta di costituzionalizzare il detto pareggio e si rivolgono anche al Presidente della Repubblica in quanto garante della Costituzione italiana, oggi oggetto dell’attacco neoliberista bipartisan che vorrebbe inserire nella nostra carta fondante il vincolo del pareggio di bilancio. La chiamano la “regola d’oro”, noi la conosciamo come povertà e la chiamiamo ingiustizia: le nostre vite non sono in debito, le nostre società non le detiene nessuno.
 
Che altro dire? Viviamo in una società mediatica dove la comunicazione è determinante, dove il teatro regna sovrano.
Una cosa è certa, questo paese non ha bisogno di lotte teatrali o lotte fittizie, lotte create per attrarre la luce dei media e destinate alla strada dell'oblio quando qualcuno o qualcuna, grazie a tal teatro, avrà conseguito la strada dell'arrivismo.
Arrivare ad una poltrona.
Arrivare ad una convenzione.
Arrivare alla solita omologazione della lotta scenica.
 
Non so se chi ha perso il lavoro, chi non riesce a mangiare un piatto di pasta, chi è rimasto mutilato dall'oppressione del lavoro, chi ha perso un proprio caro a causa del lavoro, o chi soffre la repressione di tal sistema, si senta o meno un drago. Un drago ribelle.
In ogni caso, questa giornata sarà una tappa che avvicinerà buona parte del Paese al 15 ottobre.
Ma più che del 15 ottobre e delle previdibili scene a cui assisteremo e vivremo, io mi preoccuperei più del dopo 15 ottobre, per evitare, che tra draghi, popoli colorati, movimenti senza colore, altri con troppo colore, si cada in un qualunquismo così pericoloso, così privo di ogni idea antisistema, così poco pragmatico e altamente burocratico, che altro non farà che rafforzare lo stesso sistema che si dice di voler combattere.
In ogni caso, quella dei Draghi Ribelli è una iniziativa che nasce dalla rete, interessante, da seguire, forse si tenterà l'occupazione di Bankitalia, forse si pre-occuperà semplicemente lo spazio situato innanzi a tal Palazzo in attesa del 15 ottobre, oppure pre-occupare Bankitalia...
Infine ultima breve considerazione; si usa con una facilità disarmante il termine ribelle.
 
Ribelli sono i mercenari pagati ed armati dalle forze occidentali per catturare il nuovo Osama Bin Laden,Gheddafi; ribelli vengono definiti i calciatori che minacciano lo sciopero etc...
Ma quando si tratta di parlare di veri ribelli, come il popolo della Val di Susa, si parla di delinquenti, di eversivi, di criminali.
Chi è il vero ribelle oggi?
 





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