martedì 11 aprile 2017 - Aldo Funicelli

Puntata Report del 10 aprile: Eni e il salvataggio dell’Unità | Il cane da guardia del potere

Prima di tutto il servizio anzi, i due servizi di Report andati in onda ieri sera: la spy story per seguire le tracce della tangente (che avrebbe pagato eni) per la concessione del giacimento petrolifero in Nigeria, OPL 245.
E la seconda parte, relativa ad una storia di do ut des, anche questa al momento presunta, appalti in cambio del salvataggio de l'Unità, da parte della Pessina costruzioni.

Le trascrizioni dei due servizi le potete scaricare dal sito di Report e potete anche rivedervi la puntata.

-  Un aereo per il presidente

-  L'Unità immobiliare

E ora che abbiamo in mano il materiale delle due inchieste, possiamo fare anche delle considerazioni:

- la spy story sulle inseguendo le tracce di quel miliardo di dollari ha portato i giornalisti di Report a girare il mondo. Eni sostiene di non sapere che fine abbiamo fatto i soldi, soldi che sono partiti da Londra, per passare in Svizzera, in Libano e tornare in Libia.
Eni sostiene anche che non ci sia stata trattativa, smentita dalla Shell, dalle intercettazioni tra Descalzi e Bisignani e da delle email di agenti dell'MI6.
A chi dobbiamo credere, ad Eni che ha preferito rispondere sui social e non direttamente ai giornalisti? Dobbiamo accettare come cosa normale che parte dei soldi per la trattativa siano finite ad imprese nigeriane fittizie, sconosciute, di prestanomi.

- i due giornalisti, dopo aver parlato con l'imprenditore Ottonello sono stati arrestati dalla polizia del Congo: una fonte interna ha raccontato che sarebbe stato proprio l'imprenditore a denunciarli.


Qualcuno prima o poi vorrà indagare anche su questa vicenda?

- la difesa d'ufficio: quando un'inchiesta tocca un pezzo importante dello Stato, si usano i posti di lavoro e l'importanza strategica (di eni in questo caso) per la difesa. Come ha fatto Renzi, che ha confermato Descalzi al suo posto anche dopo la richiesta di rinvio a giudizio.
Tutto corretto? E' questa l'idea di trasparenza, di azienda di Stato che vogliamo avere?
Così fan tutti, dicono, in Africa: bisogna saper cogliere le opportunità, prima che arrivino, ad esempio i cinesi.
Ma se poi i soldi finiscono (tutto da dimostrare, lo ripeto) in corruzione e a personaggi equivoci, poi non parliamo di etica.


-  l'inchiesta sul salvataggio de l'Unità: perché un imprenditore si mette ad investire in un giornale che gli fa perdere migliaia di euro al giorno?
La risposta l'ha data proprio Staino: 

SERGIO STAINO – DIRETTORE L’UNITÀ 
Ma io credo sai, un imprenditore quando decide di appoggiare un’iniziativa culturale politica come questa legata ad un partito, ci sia un interesse comune anche con il partito. Cioè penso che la sua stessa azienda lavorando molto all’estero investendo nelle costruzioni di ospedali e così via abbia visto nel governo Renzi, che guardava molto appunto all’estero al Medio Oriente alla Siria e così via, un elemento anche di facilitazione non c’è nulla di male.

Nulla di male: ma se poi questa impresa vince appalti, in regioni governate dal PD, con una gara un po' strana, con un ribasso dello 0,01%, poi uno pensa male.
Anche nel servizio di Emanuele Bellano c'è di mezzo Eni, appalti in Kazakistan in un consorzio a cui avrebbe partecipato Pessina KZ (che ha smentito, sempre via social).
Anche qui, a chi si deve credere? Ai giornalisti di Report che hanno chiesto il contraddittorio, hanno portato fatti, testimonianze, documenti, o all'ex premier, ad una società privata che perde 400mila euro al mese in un giornale che sta di nuovo rischiando la chiusura?
 

SIGFRIDO RANUCCI IN STUDIOAvevano poco da scegliere anche perché ce ne era uno solo. Insomma, funziona così, però, per cortesia, basta parlare di libera concorrenza! Magari può essere invece convergenza di interessi e magari Pessina credeva veramente ne l'Unità. Probabilmente abbiamo pagato un ospedale un po’ di più del dovuto, ma almeno, alla fine della partit, l’Unità è salva? No, ha i conti ancora in rosso! Certo è che se il partito si mostra così grato, è probabile che gli imprenditori disposti a metterci del loro li troveranno ancora. Abbiamo chiesto un punto di vista all’ex premier Matteo Renzi su tutta questa vicenda, ci ha risposto il suo legale, che scrive: “rilevata la falsità e oggettiva diffamatorietà (a contenuto calunniatorio) della “notizia”, l’eventuale pubblicazione costringerà a intraprendere le opportune iniziative giudiziarie contro chi si assumerà la responsabilità di diffonderla”.Noi, da parte nostra avremmo preferito un sereno contraddittorio, ma così è andata.


2 réactions


  • pv21 (---.---.---.236) 12 aprile 2017 19:52

    PRO domo sua > Quando ogni occasione è buona per auto gratificarsi.


    RENZI (da Vespa) tra l’altro porta a merito e vanto della sua triennale azione di governo l’avere invertito l’andamento negativo del PIL in una misura superiore a quanto conseguito dai suoi omologhi Europei.

    Ossia: quel distacco (differenza) di quasi 3 punti percentuali che c’è tra il tasso di caduta (del 2013) e quello di risalita (del 2016).

    DIMENTICA (?) tuttavia di annotare anche altri aspetti affatto secondari.

    Già nell’ultimo trimestre di governo del predecessore E Letta il nostro PIL segnava un +0,1%. Per gli stessi 3 anni, l’analogo confronto sul PIL spagnolo registra un “recupero” di 1 punto e mezzo più alto del nostro. Come è inconfutabile l’effetto “traino” di un PIL dell’Eurozona cresciuto, nel biennio 2015-16, ad un ritmo dell’1,7% annuo.


    Non solo.

    Prendendo lo spunto dall’attuale inchiesta CONSIP torna, dopo oltre un mese, a rinfacciare a Beppe GRILLO lo “squallore” del post con cui l’aveva tacciato di essersi spinto a “rottamare” perfino il padre. POST suggerito dalla “esternazione” (non richiesta) con cui Renzi aveva sentenziato che suo padre: se colpevole, “deve essere condannato di più degli altri per dare un segnale, con una pena doppia”.

    Renzi sembra (?) non sapere che un qualsiasi tema portato in tv diventa di per sé materia esposta al dibattito pubblico. Ancora. I non più giovani dovrebbero ricordare che un tempo erano i genitori a redarguire i propri figli presagendo una punizione “doppia” a mo’ di esempio anche per i coetanei.

    L’ansia di “rinnovamento” è tale da ribaltare perfino la “dinamica” dei rapporti familiari? O, più semplicemente, voleva essere un modo (spudorato?) di asseverare la propria ferrea convinzione che per lui: “i cittadini sono tutti uguali”. Specie se di fronte ai Magistrati.


    Postilla. Quale magistrale comunicatore è sempre in cerca del Consenso Surrogato di chi è sensibile alla fascinazione ...


  • pv21 (---.---.---.161) 13 aprile 2017 13:02

    Stessa solfa >

    Cambia il salotto, ma la musica di Renzi non cambia.

    A Otto e Mezzo ha appena ribadito di non aver lasciato debiti a Gentiloni, bensì un “tesoretto” da ben 47 miliardi di cui tener conto (?) nel corso dei prossimi 12 anni.

    NON gli sovviene (?) che negli ultimi 3 anni il DEBITO pubblico è cresciuto di almeno 150 miliardi.

    Una “eredità” che comporterà (per lo stesso periodo) un effettivo onere aggiuntivo, per soli interessi, dell’ordine di 7-8 miliardi da saldare a decorrere dal 2017.

    La storia insegna che la Febbre del Tribuno non conosce remore, limiti …


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