Promesse elettorali di scambio

Molti italiani pensano che non sia vero che alcuni cittadini siano corsi nei CAF a chieder conto della promessa diffusa da tempo dall’ex movimento. Costoro ritengono che non si possa esser così scemi, da non capire che – seppur vogliamo considerare che l’esito elettorale ha decretato il M5S come “primo partito” che significa nulla attualmente – per realizzare una promessa, ci vuole un governo ma non solo: ci vogliono le coperture finanziarie e in questo caso, si parla di circa 17 miliardi l’anno. Mica noccioline.
Al solo scopo di far riflettere il lettore, faccio un passo indietro nel tempo – magari si potesse davvero – e torno ai tempi di un governo Berlusconi, quando il Silvio nazionale promise di restituire agli italiani l’ammontare versato per l’IMU sulla prima casa. Berlusconi ama inviare lettere e invadere le cassette della posta di missive che confermino quanto promette, oltre ad essere avvezzo a firmare contratti con gli italiani che poi cadono, matematicamente, nel dimenticatoio.
Era il 2013, e stavolta Berlusconi ha fatto un’azione ritenuta da molti – specialmente gli antagonisti dell’epoca che facevano parte del PD – inaccettabile: inviò agli italiani non una bensì due missive.
Una addirittura, era molto simile alle notifiche che invia l’Agenzia delle Entrate, solo che nella lettera era scritto nell’oggetto: “Modalità e tempi per accedere nel 2013 al rimborso dell’Imu pagata nel 2012 sulla prima casa e sui terreni e fabbricati agricoli”.
Nessun accenno al fatto che, quanto riportato nell’oggetto, era solo una promessa elettorale e che per concretizzarla, Berlusconi avrebbe dovuto vincere le elezioni e tornare al governo come Premier.
Accadde così un fatto, in molte città italiane: frotte di cittadini, per lo più anziani, corsero negli uffici postali, lettera berlusconiana alla mano, a pretendere la restituzione di quanto versato a suo tempo.
Ricordo personalmente di aver intervistato diverse persone all’interno di alcuni uffici postali proprio nei giorni del caos provocato dalle missive di Berlusconi. Se non ci credete o non ricordate, a questo link potrete vedere un video dell’epoca, che ne parla: gli italiani e la restituzione dell’IMU.
A quest’altro link invece, ecco Berlusconi che preannuncia l’arrivo delle missive nelle cassette della posta degli italiani: Berlusconi: ''Lettera Imu spiega le modalità di restituzione''.
Fatevene una ragione: in ogni caso, se a un italiano medio viene promesso qualcosa, anche e soprattutto in campagna elettorale, l’italiano medio poi ci crede e pretende, ma solo se si tratta di soldi, mai di ristrutturazione dell’Italia e del sistema corrotto che l’ha fatta precipitare nel più buio precipizio.
Altro passetto indietro: quando Raffaele Lombardo era presidente della Regione Sicilia, vennero fuori cartelle e cartelle di files contenenti migliaia di “desiderata” degli elettori siciliani. Venne fuori uno scandalo enorme, e Lombardi fu messo sotto inchiesta prima per voto di scambio e poi condannato per mafia, a sei anni e otto mesi di reclusione, oltre ad esser stato interdetto in perpetuo dai pubblici uffici.
Certo, per molti “poveri siciliani” fu un colpo, considerando l’altissima considerazione che hanno avuto – per anni e anni – del “bravo” Raffaele Lombardo, che in cambio di voti, “sistemava” tutti o quasi. Ecco un altro video che vi riporterà indietro nel tempo: un interessante servizio, realizzato dalla trasmissione televisiva Exit, su Lombardo e il sistema dei voti di scambio.
Sciascia, giornalista e scrittore siciliano, ebbe a dire: "I siciliani non credono nelle idee, non credono che si possa cambiare. Non credono". ecco, è questo non credere che si possa cambiare, che conferma solo una cosa: non si vuole cambiare, è molto diverso. Se lo si volesse, si farebbe qualcosa e collettivamente, come ho spiegato nel mio recente libro: Manuale del rivoluzionario 3.0
Tornando ai nostri giorni, alle (non) elezioni appena avvenute, alle promesse elettorali sbandierate in maniera sgangherata e senza alcun tipo di contenuto da tutti i partiti nazionali: siamo passati a una nuova fase, quella delle promesse elettorali senza promessa, in quanto innanzitutto a causa di una legge elettorale peggiore del Porcellum, per formare un governo ci vuole una larghissima intesa tra tutti i partiti, e quindi – ammesso che il Presidente della Repubblica non decida per un governo di scopo o tecnico – si torna alle urne.
Seconda cosa, ma non meno importante: cosa hanno promesso e in cambio di cosa, i partiti nazionali attuali? Cose assolutamente irrealizzabili: dalla cancellazione della Legge Fornero – incancellabile non solo per le mostruose coperture finanziarie che occorrerebbero, ma perché è fondamentale nel processo di negazione del diritto alla pensione avviato nel 2011 – al “reddito di cittadinanza” che, se fosse davvero realizzato, ci porterebbe ad esser simili al terribile sistema tedesco e alla biasimevole Riforma Hartz, di cui parlai in questo articolo pubblicato nel 2013: Non è vero che la Germania è migliore dell’Italia
Insomma: parole, parole, parole. Costrutto: manco l’ombra.
La cosa che aggrava il tutto: i politici, tutti, sapevano benissimo cosa provoca una Legge elettorale come il Rosatellum. Io non so se e a quanti italiani è stato promesso qualcosa in cambio del loro voto. Se così fosse, costoro sappiano che – considerando che nulla o poco più di nulla sarà davvero realizzabile – il loro voto è andato al vento. Ammesso di voler credere ancora che a decidere siano gli italiani, nella penombra della cabina elettorale.