mercoledì 1 agosto 2012 - Paolo Borrello

Povertà sempre più diffusa

L’Istat ha reso noto un rapporto sulla povertà in Italia nel 2011. La povertà è sempre maggiormente diffusa nel Mezzogiorno, tra le famiglie più ampie, in particolare con tre o più figli, soprattutto se minorenni.

Secondo l’Istat più di una famiglia su quattro (28,5%) con cinque o più componenti è in condizione di povertà relativa e l’incidenza raggiunge il 45,2% fra le famiglie che risiedono nel Mezzogiorno.

Si tratta per lo più di coppie con tre o più figli e di famiglie con membri aggregati, tipologie familiari tra le quali l’incidenza di povertà è pari, rispettivamente, al 27,2% e al 22% (43% e 42,6% nel Mezzogiorno).

Il disagio economico si fa più diffuso se all’interno della famiglia sono presenti più figli minori: l’incidenza di povertà, pari al 14,8% tra le coppie con due figli e al 27,2% tra quelle che ne hanno almeno tre, sale, rispettivamente, al 16,2% e al 27,8% se i figli sono minori. Il fenomeno, ancora una volta, è particolarmente evidente nel Mezzogiorno, dove è povera oltre la metà (il 50,6%) delle famiglie con tre o più figli minori.

I dati sulla povertà diffusi dall’Istat sono stati oggetto di diversi commenti.

Il presidente nazionale delle Acli, Andrea Olivero, ha affermato: “Sta emergendo un enorme blocco sociale fatto di poveri e disoccupati che va considerato come la prima grande emergenza di questo paese, con la quale bisogna assolutamente fare i conti. Non possiamo continuare a tollerare ancora, in Italia, la mancanza di una misura strutturale di contrasto alla povertà assoluta”.

Olivero ha aggiunto: “L’assenza di lavoro e la presenza di figli sembrano diventati i due fattori determinanti per lo scivolamento delle famiglie nella condizione di povertà.

E’ una situazione intollerabile perché mina alle radici la possibilità di crescita e di sviluppo. E’ necessario intervenire da una parte con un piano straordinario per l’occupazione, a partire da quella giovanile; dall’altra con il varo di una politica fiscale finalmente a vantaggio delle famiglie con figli”.

La fondazione Zancan ha così commentato i dati Istat: “Sempre più colpite le persone più deboli. “I dati della povertà in Italia diffusi dall’Istat mostrano che nel 2011 le difficoltà economiche si sono abbattute con particolare violenza sulle persone che già erano in condizioni di debolezza”.

Il direttore della fondazione Tiziano Vecchiato ha rilevato:

“Il fatto che ancora oggi in Italia oggi ci siano oltre otto milioni di poveri dimostra che quanto è stato fatto per arginare la diffusione della povertà serve per non peggiorare, ma non riduce il fenomeno.

Lo ripetiamo ancora una volta: è necessario attivare servizi sul territorio in grado di offrire un aiuto stabile, attivando le capacità individuali, utilizzando una parte dei trasferimenti economici per aiutare le persone, attivando le loro capacità e responsabilità.

In tempi di crisi è necessario indirizzare le risorse verso chi ha più bisogno, con interventi la cui efficacia possa essere misurabile, per evitare sprechi”.

Pietro Giordano, segretario generale di Adiconsum, ha osservato

“I dati Istat sulla povertà in Italia nel 2011 sono dati tremendi che se proiettati nel 2012 fanno presagire numeri ancor peggiori per l’anno in corso laddove siamo stati ancor più colpiti dalla recessione e dalla crisi di sistema, oltre che economica.

L’Adiconsum è convinta che sempre di più il bilancio dello Stato non riuscirà a reggere il welfare pubblico che ha caratterizzato il secolo passato e che viene progressivamente smantellato sotto i colpi del ripianamento forzato dei conti pubblici e che i corpi intermedi della società dovranno assumere sempre di più un ruolo di spinta verso un welfare sociale capace di intervenire a favore delle famiglie più bisognose”.

Inoltre Raffaela Milano, direttore dei Programmi Italia Europa di Save the Children, ha ricordato che

“con la campagna ‘Ricordiamoci dell’infanzia’ Save the Children ha richiamato l’urgenza di varare un piano nazionale di contrasto alla povertà minorile, indicando anche un pacchetto di proposte concrete per garantire un supporto immediato ai minori in condizioni di povertà assoluta, il rafforzamento delle reti dei servizi sociali ed educativi per l’infanzia, il sostegno al lavoro delle mamme, con un investimento progressivo di risorse tale da avvicinare l’Italia alla media europea di spesa per l’infanzia.

Oggi, alla luce dei dati sempre più allarmanti resi noti dall’Istat, torniamo a ribadire la necessità di un intervento immediato e specifico di contrasto alla povertà minorile.

Non possiamo rassegnarci al fatto che il peso della crisi economica che attraversiamo sia pagato proprio dai più piccoli, privati del necessario per la loro crescita. Un investimento su questo fronte non è rinviabile a tempi migliori ma deve essere inserito subito nelle priorità del governo”.

Il fatto che la povertà in Italia si sia accresciuta non stupisce di certo. La grave crisi economica che colpisce il nostro Paese è senza dubbio la principale causa che ha determinato questa situazione. Pertanto non posso non convenire con coloro i quali, commentando i dati forniti dall’Istat, hanno rilevato la necessità che l’attuale governo promuova interventi molto più incisivi per contrastare la povertà. Questo deve essere un obiettivo prioritario del governo Monti, nonostante i notevoli problemi che caratterizzano il bilancio pubblico.



2 réactions


  • (---.---.---.193) 1 agosto 2012 13:44

       Anime sospese
    le ho viste aggirarsi in tutte le stazioni
    in cerca della loro identità perduta
    vita vissuta ai margini della dignità imposta da una società malata
    Priva di amore verso i più umili che stanchi di lottare si sono arresi
    assistendo impassibili alla vita che non gli appartiene più
    Vita ricercata nella folla frettolosa schiava del tempo che passa veloce
    come fossero automi taluni offrono una moneta 
    tenendo in vita queste anime sospese condannate a fare da specchio a tutta l’umanità. (A. VITTORIO)


  • pv21 (---.---.---.82) 1 agosto 2012 20:02

    Incompreso >

    Per Monti “ci stiamo avvicinando alla fine del tunnel”.
    Se i mercati sono “scettici”, spiega, è per via delle diatribe partitiche.
    Se lo spread è ancora alto, aggiunge, questo è dovuto alla “lentezza” dei mercati nel capire i “risultati raggiunti”.

    Veniamo ai fatti.
    Nonostante le divergenze di opinioni, tutti i decreti voluti dal governo sono tuttora approvati a colpi di fiducia.
    Un anno fa lo spread oscillava sui 290 punti. Il nostro Debito era più basso di 67 miliardi ed il Pil più alto di 28.
    Oggi, con un Debito da 2000 miliardi, l’insieme delle varie “ricette” anticrisi dettate da Monti riesce appena a compensare i circa 90 miliardi di interessi/anno da pagare.
    Ora il Debito cresce di 14 miliardi al mese, il Pil perde già il 2% e la disoccupazione “reale” tocca il 13%.

    Se il rendimento dei Btp si mantiene sul 6% è più sensato pensare che i mercati abbiano delle “concrete” ragioni per non capire i “risultati raggiunti” e per nutrire dello “scetticismo” sulla nostra capacità di uscire dal tunnel.
    Dichiararsi “incompresi” è l’ultima chance tipica di un Dossier Arroganza


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