lunedì 20 giugno 2011 - GeriSteve

Povero Gramsci: Concita De Gregorio cacciata via dalla direzione della sua Unità senza un perché

Dopo molti anni di pessime e deludenti direzioni (Foa e Veltroni per dirne due) l’Unità, con la direzione di Concita De Gregorio, era decollata come un buon giornale da leggere: E allora, perché cacciarla via? Nessun motivo. Ufficialmente.

La notizia e’ stata anticipata da una ben informata voce di fogna: dagospia a cui Concita De Gregorio, normalmente pacata ed equilibrata, ha risposto sull’Unità, smentendo con un iroso editoriale in cui lei affermava di non essere affatto in scadenza e di non saperne niente.

Poi, in serata, è uscito un gelido comunicato congiunto, del direttore De Gregorio e dell’editore Soru, in cui ci si comunica che "di comune accordo" Concita lascia la direzione dell’Unità.

Seguono parole inutili e ipocrite che ci rassicurano che la direzione è stata ottima e che l’Unità ci ha guadagnato – quindi anche l’editore - lasciando a noi, vista la reciproca soddisfazione, di inventarci un motivo plausibile per cacciare un buon direttore di giornale che ha risollevato una testata moribonda, che prima veniva letta soltanto per amor nostalgico di defunto partito.

Mentre il povero fondatore Antonio Gramsci si rotola nella tomba, a noi non resta che rimuginare sul fatto che in Italia l’informazione è un buco nero e misterioso, non soltanto nella galassia berlusconiana.



1 réactions


  • Pere Duchesne Pere Duchesne (---.---.---.8) 20 giugno 2011 12:59

    Ottimo giornale, che senza i contributi statali non andrebbe in edicola, come gli altri giornali di partito che tutti pagano di tasca propria per i pochi che li leggono. Di suo poi l’Unità ha un primato in Italia: è l’unico giornale che a lungo, in regime di democrazia e non di dittaura, ha mentito ai propri lettori, e volutamente. Basta leggere i numeri del dopoguerra, con l’apoteosi di Stalin alla sua morte o le verità sull’Ungheria nel 1956. Il triste è che qualcuno che ha scritto quegli articoli ci fa ora prediche di democrazia. Io credo che Gramsci non sarebbe stato contento


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