lunedì 1 novembre 2021 - Enrico Campofreda

Pakistan, furori islamisti

Uno dei Tehreek cioè dei ‘Movimenti’, pakistani, piccolo ma terribilmente attivo specie nella provincia del Punjab, si definisce Labbaik, dunque presente, nel Paese. E’ un raggruppamento dell’estremismo della destra islamista, fondato nel 2015 da Khadim Hussain Rizvi, un predicatore molto attivo nel proporre misure contro la blasfemia, passato un anno fa a miglior vita probabilmente per infezione di Covid.

Il programma del partito, che usa l’acronimo TLP, è un concentrato di radicalismo sunnita: odio verso sciiti e hindu, ma pure nei confronti di ahmadi e seguaci LGBT, sostegno a un’applicazione rigida della Shari’a. Pur risultando quinto partito nelle elezioni del 2018, non ha conquistato alcun seggio all’Assemblea Nazionale né in quella del popolosissimo Punjab. Ha piazzato tre suoi adepti nella provincia sud orientale di Sindh, dove sorge la megalopoli di Karachi, dove il TLP ha visto luce. Nella sua breve vita politica il movimento s’è distinto per continue proteste violente su questioni varie, ma con la spiccata tendenza a ricercare spunti contro posizioni considerate empie verso l’Islam. Furenti azioni anche attorno agli arresti dei due Hussain Rizvi: il fondatore Khadim nel 2018, il figlio Saad nell’aprile di quest’anno. Sit-in e scontri che contestavano quest’ultima detenzione hanno prodotto morti, ferimenti e ulteriori fermi che possono riaprire iniziative penali per terrorismo, com’era accaduto tre anni addietro ad altri membri del Tehreek-e Labbaik. Un ennesimo braccio di ferro col Ministro dell’Interno Rasheed Ahmad è in corso in questi giorni per la richiesta, avanzata dal movimento, di espulsione dell’ambasciatore francese in Pakistan. La contestazione si riferisce alle vignette comiche, divenute tragiche, del periodico Charlie Hebdo sul profeta Maometto, che il settimanale nel 2020 scelse di ripubblicare reiterando la provocazione del 2015. Ulteriore benzina sul focoso gruppo islamista in cerca di spunti per manifestare la propria intolleranza. Così mercoledì scorso i militanti del TLP si sono ritrovati in strada a Lahore, scontrandosi con la polizia. Sono rimasti sul terreno quattro agenti e alcuni attivisti. Numerosi anche i feriti. A fine settimana era minacciata una marcia nelle strade della capitale, per ora sventata. Il ministro Ahmad sta trattando per scongiurare un seguito, gli islamisti chiedono in cambio la liberazione di Saad Hussain Rizvi e l’espulsione dell’ambasciatore in questione. Il governo acconsente alla prima richiesta, non alla seconda perché il passo gli creerebbe una crisi di rapporti con Parigi. Quando a guidare il TLP c’era il defunto Khadim le invettive contro certi governi occidentali raggiungevano il parossismo. Nel 2018, contestando un politico altrettanto fazioso, l’olandese Geert Wilders, che lanciava un concorso di caricature anti coraniche, dichiarò: “Se mi dessero l’atomica cancellerei l’Olanda dalla faccia della terra”.

Enrico Campofreda 

 




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