lunedì 20 ottobre 2014 - Cesarezac

Ottomila comuni?

 
Ottomila, tanti sono i comuni che abbiamo in Italia. E' indispensabile avere tanti comuni? 
Secondo Carlo Cottarelli, commissario della spending review, si impone un accorpamento tale da ridurne significaticamente il numero in modo da conseguire un risparmio economico e anche di risorse umane.
 
Un esempio evidente del significato di accorpamento è quello riferito ad Anzio e Nettuno, cittadine situate sul litorale laziale a Sud di Roma che contano ognuna poco più di 50 mila abitanti. I confini che le dividono sono solamente amministrativi poiché in realtà tra di esse non vi è alcuna soluzione di continuità.
 
Se si accorpassero avremmo un unico municipio, un unico sindaco, un'unica giunta comunale, un unico comando della polizia locale. Tale accorpamento fu già realizzato in un passato non lontano. Anzio e Nettuno si fusero in un unico comune denominato Neptunia. Successivamente, nel dopo guerra, più per ragioni ideologiche che per altro, per dare un segnale di discontinuità con il deposto regime fascista, si tornò ad Anzio e Nettuno.
 
Operando l'accorpamento, oggi avremmo un comune di ben oltre 100mila abitanti quindi una città con un peso politico e gestionale ben più importante. Se successivamente, questa nuova realtà decidesse di aggregarsi alla provincia di Latina, il cui capoluogo dista meno di 20 chilometri, a differenza di Roma che dista oltre 60 chilometri e che deve amministrare una pletora di comuni spesso assai distanti e con esigenze particolari e assai diversificate, i vantaggi sarebbero assolutamente evidenti e concreti per tanti motivi oltre a questi qui elencati.
 
Foto: Wikimedia



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