lunedì 27 febbraio 2017 - Leandro Malatesta

Oscar 2017: "And the winner is..."

La lunga notte degli Oscar è dunque passata, senza nemmeno farci mancare il colpo di scena finale degno di un film giallo.

Non c'è stato però alcun bisogno dell'intervento dell'ispettore Philip Marlowe per sbrogliare la matassa perché l'equivoco che ha portato Warren Beatty ad annunciare “La La Land” quale miglior film salvo poi fare retromarcia e decretare come reale vincitore “Moonlight” è stato procurato da un mero errore materiale da imputarsi al fatto che nella busta del film vincitore erano presenti due biglietti. Uno appunto recante la scritta “Moonlight” e l'altro la dicitura “Emma Stone per La La Land” chiaro doppione del biglietto già utilizzato per decretare la migliore attrice.

Errare è umano e anche a quelle latitudini non fanno eccezioni.

Confusione finale a parte quella del 2017 è stata comunque una cerimonia significativa e che per l'Italia ha lasciato un pochino d'amaro in bocca dato che “Fuocoammare” non è riuscito a trionfare nella categoria del miglior documentario, andato invece ad “O.J. Made in America” anche se GianFranco Rosi ha ribadito ancora una volta la sua felicità per il solo fatto di aver ottenuto la candidatura che ha consolidato ancor di più il valore globale della propria opera.

Ci consoliamo però con la vittoria nella categoria del miglior trucco andata ai nostri connazionali Alessandro Bertolazzi e Giorgio Gregorini per il film “Suicide Squad”, i due hanno dedicato questo premio a tutti gli immigrati; “io sono italiano, questo Oscar è per tutti gli immigrati” le parole conclusive del discorso di Bertolazzi.

Questi erano anche i primi Oscar della presidenza Trump.

La cerimonia non ha avuto un tratto marcatamente politico, eccezion fatta per un paio di battute del presentatore Jimmy Kimmel.

Nella sostanza però qualcosa di importante è avvenuto.

La vittoria di “Moonlight” come miglior film va in questa direzione, il film del regista Barry Jenkins forse non il miglior film in assoluto rispetto agli altri concorrenti (basti citare La La Land o anche Arrival) è però certamente un film con una forte impronta realistica e dal forte impatto civile.

La storia narrata in tre parti (infanzia, adolescenza, età adulta) di Chiron, afroamericano omosessuale cresciuto in una spirale di violenza e degrado sociale in una Miami periferica è un racconto urgente, magari dal punto di vista dello stile non aggiunge stupore ma porta con se sicuramente elementi di riflessione per quella parte di America (e di mondo) che vuole superare e reagire allo choc della elezione di Trump.

Il neo presidente parla di muri mentre “Moonlight” è una narrazione tangibile di come l'effetto dell'isolamento porti all'abbandono ed alla deriva, rimarcando il concetto di quanto per l'essere umano sia indispensabile non essere lasciato solo, compito questo che spetta in buona parte anche al potere politico.

I puristi forse storceranno il naso ma l'Academy ha dimostrato coraggio con questa scelta.

E' forse probabile azzardare che se Trump non fosse stato eletto nei mesi scorsi alla Casa Bianca La La Land (che è costruzione perfetta e per questo accreditato da molti come vincitore naturale) avrebbe trionfato in modo netto (senza nulla togliere al comunque ottimo “Moonlight”).

Questa rimane comunque un'ipotesi velleitaria di chi scrive e come tale va presa, senza quindi alcun fondamento concreto.

Rimane però che la eventuale vittoria di “La La Land”, con la sua storia d'amore e musica attorno agli Studios americani avrebbe potuto dare l'impressione di una Hollywood autoreferenziale, chiusa in qualche modo su se stessa mentre invece lo sguardo di “Moonlight” è decisamente sguardo aperto sul mondo.

Damien Chazelle recupera diventando il regista più giovane a vincere l'Oscar alla regia.

Il suo lavoro con la macchina da presa per La La Land è opera di mirabile architettura che trasforma il sogno in qualcosa di tangibile.

Dopo l'ottimo “Whiplash” (vincitore per la sceneggiatura) questo Oscar è meritatamente vinto da Chazelle che con “La La Land” non solo si conferma, ma alza senza dubbio l'asticella del proprio lavoro.

Sempre “La La Land” porta la statuetta della miglior attrice ad Emma Stone.

La sfida con le altre candidate era di livello altissimo (vedi la Huppert per “Elle” e Natalie Portman con “Jackie”).

Dopo la Coppa Volpi a Venezia la Stone si conferma anche oltreoceano vista l'interpretazione eccezionale da lei svolta.

Va ricordato che quello di Emma Stone è stato un ruolo non semplice che ha richiesto un lavoro intenso da parte propria; lei che doveva recitare la parte di una aspirante attrice tra sogno e realtà la parte cantata del proprio ruolo doveva anche questa porre l'accento sulla “recitazione” perché quelle scene erano oniriche, per così dire sospese nel mondo immaginifico del desiderio sublimate dalle parole in musica che nel nostro piccolo riguardano tutti, basti pensare a quante volti ci siamo ritrovati a canticchiare (sotto la doccia e non) sognando ad occhi aperti; e proprio questo doveva essere il rimando del personaggio della Stone, sottolineato da una recitazione purissima quando il compito richiesto era quello di dover recitare alternato ad una recitazione che si finge musica grezza di impeto e speranzosa nelle parti in cui ella doveva cantare.

Casey Affleck invece è il trionfatore nella sezione del miglior attore protagonista per la sua interpretazione profonda e matura nel film “Manchester by the Sea”, storia di un ritorno e del confronto con il dolore.

Oscar per l'attore non protagonista a Mahershala Ali e il suo pusher in “Moonlight” mentre la migliore attrice non protagonista è una straordinaria Viola Davis.

In calce all'articolo l'elenco completo di tutti i vincitori della notte losangelina.

Mi preme però chiudere l'articolo con le parole del regista iraniano Asghar Farhadi (vincitore come miglior film straniero con il suo “Il cliente”- ispirato al testo di “morte di un commesso viaggiatore” di Arthur Miller) il quale non era presente alla cerimonia in segno di protesta al muslim ban di Donald Trump, parole queste affidate al testo della seguente lettera:

"È un grande onore per me ricevere questo prezioso premio per la seconda volta, ringrazio i mebri dell'Academy, la troupe, il produttore Amazon e gli altri candidati nella stessa categoria. Mi dispiace non essere con voi ma la mia assenza è dovuta al rispetto per i miei concittadini e per i cittadini della altre sei nazioni che hanno subìto una mancanza di rispetto a causa di una legge disumana che ha impedito l'ingresso negli Stati Uniti agli stranieri. Dividere il mondo fra noi e gli altri, i 'nemici', crea paure e crea una giustificazione ingannevole per l'aggressione e la guerra. E questo impedisce lo sviluppo della democrazia e dei diritti umano in paesi che a loro volta sono stati vittime di aggressioni. Il cinema può catturare le qualità umane e abbattere gli stereotipi e creare quell'empatia che oggi ci serve più che mai".

 

OSCAR 2017 TUTTI I VINCITORI:

 

Miglior film - Moonlight, Dede Gardner, Adele Romanski, Jeremy Kleiner Moonlight

Miglior attore - Casey Affleck, Manchester by the Sea

Miglior attrice - Emma Stone, La La Land

Miglior regista - Damien Chazelle, La La Land

Miglior attrice non protagonista - Viola Davis, Barriere

Miglior attore non protagonista - Mahershala Ali, Moonlight

Miglior film straniero - Il cliente, Asghar Farhadi

Miglior film d'animazione – Zootropolis, Byron Howard, Rich Moore, Clark Spencer

Migliore sceneggiatura originale - Manchester by the Sea, Kenneth Lonergan

Miglior canzone originale - City Of Stars (La La Land) Justin Hurwitz, Benj Pasek, Justin Paul

Migliore colonna sonora - La La Land, Justin Hurwitz

Miglior sceneggiatura non originale (La La Land)· Barry Jenkins, Tarell Alvin McCraney

Miglior fotografia - Linus Sandgren, La La Land

Miglior montaggio - John Gilbert, Hacksaw Ridge

Migliori effetti speciali - Il libro della giungla, Robert Legato, Dan Lemmon, Adam Valdez,

Miglior cortometraggio d'animazione - Piper, Alan Barillaro, Marc Sondheimer

Migliore scenografia -Sandy Reynolds-Wasco, La La Land

Miglior sonoro - Peter Grace, Robert Mackenzie, Kevin O'Connell e Andy Wright, Hacksaw Ridge

Miglior Costumi - Colleen Atwood, Animali Fantastici e dove trovarli

Miglior documentario - O.J.: Made in America

Miglior corto documentario - The White Helmets

Miglior cortometraggio - Sing

Miglior trucco - Alessandro Bertolazzi, Giorgio Gregorini e Christopher Nelson. Suicide Squad

 

 

 



1 réactions


  • linuxfan (---.---.---.222) 28 febbraio 2017 16:48

    Circola una voce: la società che ha contato i voti per gli Oscar, commettendo poi il banale errore dei due biglietti nella busta, sarebbe la stessa che ha controllato i bilanci di Banca Etruria per 7 anni. Tali bilanci forse non erano molto a posto, se poi la banca è fallita. Vedo qualche parallelo fra le due attività di conteggio...


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