giovedì 7 maggio 2020 - Doriana Goracci

Orban e Meloni, un bel selfie contro la violenza sulle donne

Il signor Viktor Orbán è da un mese che, nella sua Ungheria, ha preso tutti i poteri contro la violenza del Covid-19 e pertanto il Parlamento di Budapest ha respinto la ratifica della Convenzione di Istanbul per proteggere le donne dalla violenza, in quanto promuoverebbe l’ideologia distruttiva di genere e della “migrazione illegale”.

La ratifica della Convenzione, firmata da Budapest nel 2014, obbligherebbe l’Ungheria a concedere asilo ai rifugiati perseguitati nel loro Paese di origine a causa del loro orientamento sessuale o di genere.
 
Adottata nel 2011 dal Consiglio d’Europa, la “Convenzione di Istanbul” è il primo strumento sovra-nazionale per stabilire standard giuridicamente vincolanti per prevenire la violenza di genere, che si propone di conseguire l’obiettivo di tolleranza zero verso questi abusi. La mancata ratifica risulta particolarmente grave in un momento in cui, per via delle misure di confinamento dovute all’emergenza Covid, le violenze domestiche sono triplicate ed è sempre più difficile denunciarle perché le donne spesso vivono a stretto contatto con il proprio aggressore.
 
Capito? No? Allora fatevi dare le spiegazioni di questo illuminato gesto, di Orban, dalla signora Meloni, che lo rispetta ed è sua amica, quanto il signor Salvini. Ma lei, la signora Meloni, risponde meglio all'appello, in quanto donna, italiana, madre, cristiana... e compagnia bella, rispetto ai signori sopra menzionati, tanto che ai primi di aprile, intervistata ebbe a dire: "In Ungheria non c'è un dittatore, la differenza tra Orban e Conte è che almeno gli ungheresi Orban se lo sono scelti".
 
Una piccola nota di "colore": la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul) fu votata in Italia, il 19 giugno 2013, dopo l'approvazione unanime del testo alla Camera e il Senato votò il documento con 274 voti favorevoli e un solo astenuto.Chi era l'astenuto? Tale signor Vincenzo Gibiino, avvocato civilista,presidente Revisori dei conti di Federcasa, presidente del Ferrari Club Italia, azionista della Banca Credem...e siccome gli incarichi erano pochi, nel 2002 il presidente della Regione siciliana, Salvatore Cuffaro, lo nomina presidente dell'IACP di Catania, nel 2013 viene eletto senatore della XVII legislatura della Repubblica Italiana nella circoscrizione Sicilia per il Popolo della Libertà, il 16 novembre 2013, con la sospensione delle attività del Popolo della Libertà, aderisce a Forza Italia e ne diventa membro del Comitato di Presidenza di Forza Italia.
La dichiarazione dello stato di emergenza, in Ungheria, per il Covid-19, è senza limiti di tempo, come il potere del signor Orban che non vede nessuna emergenza senza limiti di tempo anche per la violenza sulle donne e la violenza domestica. Chissà quale semplice, diretta e fulminante giustificazione troverà la signora Meloni in tal senso, lei che è Giorgia, madre italiana, cristiana. L'attendo.

n.b.la vignetta è di Stefano Tartarotti, pubblicata su FB con la dicitura: "Il parlamento ungherese non ha ratificato la Convenzione di Istanbul, il testo più avanzato e il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante per la prevenzione e il contrasto della violenza contro le donne e della violenza domestica adottato dal Consiglio d’Europa nel 2011 e sottoscritto dall’Ungheria nel 2014" e per il Post
#Ungheria #ViolenzaControLeDonne #Orban #sovranisti

Foto: Facebook Giorgia Meloni



2 réactions


  • Natale Salvo Natale Salvo (---.---.---.134) 8 maggio 2020 08:49

    L’Ungheria – attaccata perché governata dal destro Orban? -, comunque, è in buona compagnia di :

    • Bulgaria,
    • Repubblica Ceca,
    • Lituania,
    • Lettonia,
    • Slovacchia,
    • Lettonia,
    • Moldova,
    • Ucraina,
    • Liechtenstein e …
    • Regno Unito (!), come ci ricorda il sito delle Unione Europea.

    Non ci risulta, peraltro, che, sia pure ratificata dall’Italia nel 2013, il testo molto preciso della Convenzione sia mai stato applicato concretamente nel nostro Paese. Più che su quello dell’Ungheria, inviterei a vigilare sul nostro parlamento.

    Sono andato a cercare il testo della Convenzione di Istanbul (testo nel link) : tra l’altro vi si legge che le gli Stati si impegnano a :

    – adottare « le misure necessarie per promuovere i cambiamenti nei comportamenti socio-culturali delle donne e degli uomini, al fine di eliminare pregiudizi, costumi, tradizioni e qualsiasi altra pratica basata sull’idea dell’inferiorità della donna o su modelli stereotipati dei ruoli delle donne e degli uomini ».

    – « includere nei programmi scolastici di ogni ordine e grado dei materiali didattici su temi quali la parità tra i sessi, i ruoli di genere non stereotipati, il reciproco rispetto »

    – « adottano le misure legislative o di altro tipo necessarie per garantire che la violenza contro le donne basata sul genere possa essere riconosciuta come una forma […] che dia luogo a una protezione complementare / sussidiaria » (si riferisce al fenomeno della migrazione).

    Questo avviene in Italia ?


    • Doriana Goracci Doriana Goracci (---.---.---.151) 8 maggio 2020 11:20

      caro Natale Salvo, grazie intanto per il suo commento...è difficile che un uomo intervenga su questi argomenti come se la "cosa" non lo riguardasse...a meno che si tocchi il politico, il suo politico. Lei giustamente osserva che "Non ci risulta, peraltro, che, sia pure ratificata dall’Italia nel 2013, il testo molto preciso della Convenzione sia mai stato applicato concretamente nel nostro Paese." E infatti non parlo di Orban ma di persone italiane a lui amiche che l’hanno sempre sostenuto e rispettato: la nostra Costituzione è così profondamente e correttamente rispettata? Lei sa benissimo quanto poco tempo ci voglia per scordare e portare in trionfo personaggi molto pericolosi, per quello che li "muove", figurarsi se taccio sulla violenza metodica e domestica sulle donne... sono sempre un granello di sabbia ma ho questa cattiva abitudine di scrivere ciò che penso e di cui vorrei parlare e confrontarmi. Un abbraccio sincero


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