lunedì 22 settembre 2008 - Damiano Mazzotti

Occidentalismo: l’Occidente agli occhi dei suoi Nemici

In questo originale libro, i due autori, Ian Buruma (giornalista e docente) e Avishai Margalit (filosofo della politica), ci fanno un resoconto storico dell’evoluzione delle idee e dei movimenti antioccidentalismi (con alcune inclusioni un po’ a sorpresa come quella della Germania Nazista Ariana), per arrivare a definire con precisione le motivazioni degli ultimissimi nemici di una cultura che, nonostante tutto, sta prendendo il sopravvento mediatico ed economico globale, anche se con tutti gli innumerevoli adattamenti locali nazionali e le varie ibridazioni multiculturali internazionali.

Buruma e Margalit descrivono così l’opera: “Quella che abbiamo raccontato in questo libro non è la storia di una civiltà in guerra contro l’altra. Al contrario, è la storia di una contaminazione incrociata di cattive idee… Ciò che abbiamo chiamato “occidentalismo” è il quadro disumanizzato dell’Occidente che tratteggiano i suoi nemici e nel nostro saggio ci proponiamo di esaminare questo nodo di pregiudizi, rintracciandone le radici storiche. E’ chiaro che non possono essere spiegati come un problema specificatamente islamico.

Io aggiungerei che ”l’occidentalismo” può essere spiegato nella lotta tra le idee e le culture che è in atto fino dalla notte dei tempi, che finora si è svolta principalmente attraverso le guerre e la morte di tanti innocenti, e che in un mondo più evoluto e civilizzato deve avvenire solamente tramite “l’adesione libera e intimamente desiderata di un individuo ad un particolare sistema di idee”, e non imposta da un contesto sociale violento e autoritario in tenera età quando mancano la libertà di scelta e le capacità di comprensione più profonda delle cose. Purtroppo nei paesi islamici molti genitori poveri continuano a mandare i figli nelle primitive e monopoliste scuole religiose fondamentaliste perché danno un’istruzione gratuita (e con niente si ottiene poco o niente e a volte si prendono della grandi fregature).

L’unica lotta che dovrebbe essere ammessa al giorno d’oggi è quella derivante dalle “pacifiche” sfide economiche e sociali delle diverse culture presenti sul pianeta. E la cultura, o le culture che riusciranno a sfamare materialmente e spiritualmente il maggior numero di esseri umani saranno quella vincenti e meritatamente predominanti.

Concludo con l’opinione di un giovane talebano sulla guerra in Afghanistan: “gli americani non vinceranno mai, perché loro amano la Pepsi Cola, mentre noi amiamo la morte”. Probabilmente non avendoci vissuto, il giovane aveva colto solo le manifestazioni più esteriori della cultura occidentale (dovute principalmente all’influenza di stampa e tv) e non poteva sapere che un occidentale, non ama solo i vari piaceri della vita, il vero Occidente ama prima di tutto la vita e i diritti umani: la piena Libertà e la reale Uguaglianza di tutte le persone senza distinzioni di sesso, credo religioso, origine sociale, ecc. Però molti talebani avranno capito che il capitalismo liberale è intrinsecamente non ugualitario, perché non tutti sono ugualmente dotati o fortunati. E’ su questo punto che Osama Bin Laden ha manifestato la pratica della sua filosofia: cioè che la Morte è Verità, destino ultimo, la vita finisce comunque, e il sacrificio di se per una causa superiore, per un mondo ideale libero da sofferenze e ingiustizie, è l’unica via dell’uomo comune per sentirsi un eroe. E nei sistemi totalitari, darsi la morte, può essere il primo e l’ultimo atto che un individuo sceglie liberamente.

Perché la coscienza umana è come una ragnatela e una verità troppa pesante può romperla o distruggerla.



4 réactions


  • Truman (---.---.---.148) 22 settembre 2008 19:02

    E se l’occidente fosse un errore?

    E se avessimo sbagliato tutto? Nel senso di aver guardato solo a ovest e nell’esserci lasciati abbagliare dal mito dell’efficientismo, del giovanilismo, delle verità assolutiste e della ricchezza come ricompensa dei giusti? È il dubbio che semina il volume L’alternativa mediterranea (Feltrinelli, Euro 40) curato da un sociologo, Franco Cassano e da un filosofo, Danilo Zolo. Un libro di 656 pagine che raccoglie scritti di autori europei e arabi e propone il Mediterraneo, «mare fra le terre», come antidoto alle ideologie «atlantiste» che hanno portato alle guerre umanitarie o preventive nei Balcani, in Medio Oriente e in Iraq.
    http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=14031


  • Damiano Mazzotti Damiano Mazzotti (---.---.---.101) 22 settembre 2008 21:25

    Nessuna cultura è perfetta... E la felicità è rara in ogni angolo di questo misero pianeta... Ma ognuno di noi dev’essere libero di scegliersi le proprie infelicità... E i governi di uno o più stati non rappresentano la cultura occidentale.... E le posso garantire che se alcuni paesi islamici avessero avuto la bomba atomica prima di noi o una cultura tecnologica superiore alla nostra, adesso noi due non saremmo qui a discutere civilmente...

    Buone Cose....


    • Truman Burbank (---.---.---.88) 22 settembre 2008 22:48

      Con i se e con i ma si costruisce ben poco. 
      Io so solo che l’atomica oggi è in possesso di parecchi paesi ed uno solo di questi l’ha usata su civili inermi. Guarda caso, è lo stesso paese che ha realizzato il più riuscito genocidio della storia.


  • Damiano Mazzotti Damiano Mazzotti (---.---.---.108) 23 settembre 2008 09:31

    Ogni fatto storico va inserito nel suo contesto... Gli stati uniti avevano ereditato una guerra europea in atto e l’imperatore del giappone si credeva Dio e si riteneva invincibile... (ancora un problema religioso che causa milioni di morti inutili). Visto che l’Italia, poco prima della sconfitta della germania era alleata degli Americani avrebbe preferito ricambiare il favore della liberazione mandando i suoi figli a combattere casa per casa insieme agli americani? E anche la nostra cultura italica è cresciuta grazie ai genocidi dei romani, dei genovesi, dei pisani, dei veneziani, dei papi, che anno ucciso donne e bambini nelle città di tutto il mediterraneo ma non solo... E quasi tutti i nostri munumenti esistono grazie a quel sangue e quei saccheggi.. Fino a prima delle due guerre mondiali ogni nazione si espandeva grazie a omicidi e genocidi e noi ci ricordiamo solo quello degli indiani d’america perchè sono successi in epoca più recente...
    E se i Maya o altre civiltà americane avessero avuto delle navi in grado di solcare gli oceani prima degli spagnoli di certo non sarebbero venuti qua a regalarci le caramelle, maa vrebbero ucciso e saccheggiato come facevano con le popolazioni a loro più vicine... Si ricordi di Darwin: fin dalla notte dei tempi è in atto uno scontro tra popolazioni e culture, ma se in passato ciò avveniva principalmente con le guerre oggigiorno dovrebbe avvenire solo con confronti socioeconomici e tecnologici e mediatici.... E qui ha pienamente ragione lei... Ma il problema è che a nessuno piace perdere, e quindi i perdenti pur di non perdere anche l’ultima battaglia sono disposti ad usare tutte le armi a loro disposizione... anche le più sanguinose...


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