mercoledì 8 maggio 2019 - Riccardo Noury - Amnesty International

Nigeria, minorenni e donne vittime di violenza sessuale nelle prigioni del nord-est

Una ricerca condotta da Amnesty International ha accertato casi di violenza sessuale nei confronti di donne e minorenni da parte di agenti di sicurezza e altri detenuti nelle strutture penitenziarie dello stato del Borno, nel nord-est della Nigeria.

Gli strazianti episodi sono avvenuti nelle prigioni di massima sicurezza di Maiduguri e Giwa, quest’ultima all’interno di una base militare, dove sono detenuti migliaia di civili per presunta complicità con il gruppo armato Boko haram.

 

Nel penitenziario di Maiduguri, come già denunciato da Sahara Reporters, sono detenuti illegalmente, insieme agli adulti, numerosi minorenni.

Un detenuto che è stato testimone di violenze sui minorenni ha accettato di parlare con Amnesty International:

“Non è un segreto cosa accade in prigione con i piccoli. A volte vedi un minore andare in bagno e un adulto seguirlo a ruota. Quando il ragazzo esce, non hai bisogno che ti venga detto cosa gli è successo”.

A Giwa, come denunciato già un anno fa in questo blog, lo stesso trattamento è riservato alle donne.

Tre ex detenute hanno denunciato, indipendentemente l’una dall’altra, di essere state testimoni di aggressioni contro le loro compagne di prigionia e hanno identificato 10 soldati responsabili, cinque dei quali prestavano servizio presso l’ospedale della prigione. Due di queste ex detenute hanno dichiarato di essere a loro volta state violentate.

Stando alle testimonianze, almeno 15 detenute sono state vittime di violenza da parte di soldati che pretendevano prestazioni sessuali in cambio di cibo, sapone, oggetti di prima necessità e la promessa di libertà.

Una ex detenuta ha detto ad Amnesty:

“Le riconoscevamo, le donne che andavano con i soldati. Avevano sempre oggetti che noi non avevamo, come sapone, detergente e assorbenti. Alcune donne avevano fino a 15 assorbenti ciascuna. I soldati portavano alle loro ‘fidanzate’ anche pane, bibite e altro cibo”.

Una ex detenuta ha spiegato che anche se i soldati non usavano la forza per costringerle ad avere rapporti, date le circostanze era impossibile opporre rifiuto: avere un “fidanzato soldato” era indispensabile per sopravvivere alla detenzione e avere maggior cibo.

I soldati hanno un enorme potere sulle donne: controllano quasi tutta la loro vita quotidiana nelle prigioni; possono sia disporre punizioni ingiuste e arbitrarie, come fornire cibo e medicine di cui hanno disperatamente bisogno. Molti abusano di questo potere.

È arrivato il momento che il presidente nigeriano Buhari agisca.




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