lunedì 15 giugno 2020 - Ermete Ferraro

Napoli, base NATO: Tintinnar di sciabole e medaglie

Il leone di san Marco - simbolo del Comando NATO del Sud Europa, ora J.F.C. Naples - ruggisce ancora...Non siamo ancora usciti del tutto dalla catastrofe della pandemia che ci si prepara una strana 'ripresa', fatta di finanziamenti all'industria bellica e di 'ripartenza' delle missioni militari italiane all'estero. La recente visita ufficiale del supremo vertice europeo della NATO al comando di Giugliano (NA), responsabile per l'area mediterranea, africana e mediorientale, sta ad indicare una preoccupante 'effervescenza' dell'apparato delle forze 'alleate' su quel fronte. Soprattutto, sottolinea quanto l'Italia - ancora una volta - sia succube delle strategie interventiste sia della NATO sia della UE, al punto da destinare una fetta ancora maggiore del proprio bilancio alle spese militari, assecondando così la pericolosa pandemia bellica in atto.

Città Metropolitana di Natoli?

Pochi lo hanno saputo, ma la Città Metropolitana di Napoli ha avuto un grande onore. Nientedimeno il Comandante Supremo della NATO in Europa è stato infatti ospite, giovedì 11 giugno, del Comando Alleato del Sud Europa, che ha la sua avveniristica sede a Giugliano, nei pressi del Lago Patria, caro già al celeberrimo stratega romano Scipione l’Africano. [i]

Qualcuno potrebbe chiedersi come mai di un simile evento non si trovi traccia sui quotidiani né nei media radiotelevisivi, ma non dobbiamo dimenticare la lodevole discrezione dei vertici militari dell’Alleanza, dettata – oltre che da ovvi motivi di sicurezza – dalla ben nota modestia di quegli alti ufficiali statunitensi e dal fatto che, quando essi visitano una base NATO, più che in visita ufficiale all’estero, si sentono praticamente…a casa propria.

L’unico organo d’informazione che riporta la notizia è il sito del Joint Forces Command Naples, con una laconica news intitolata: “SACEUR visita il JFC Naples”. [ii] Per i non addetti ai lavori, SACEUR è l’acronimo di Supreme Allied Commander Europe (Comandante Supremo Alleato per l’Europa) e designa il vertice dello SHAPE (Supreme Headquarters Allied Powers Europe), il Quartier-generale Supremo delle Forze Alleate in Europa, con sede in Belgio. [iii]

A questo punto sorge spontanea una domanda: come tale pezzo grosso della NATO ha voluto gratificarci della sua presenza? Dal comunicato pubblicato dal citato sito Natoletano in effetti riceviamo una risposta parziale. Infatti, oltre ad informarci che:

“Il Gen. Todd. D. Wolters…ha visitato la JFCNP” e che “durante la sua visita, Wolters ha ricevuto un aggiornamento sull’importante lavoro della Hub del Sud della Direzione Strategica della NATO…un forum che collega alleati, partners ed esperti in materia, per comprendere e superare le sfide alla sicurezza nel continente africano ed in Medio Oriente”

l’’articolo non fornisce molti altri chiarimenti. [iv] Naturale discrezione e prudente riservatezza, direte. Fatto sta che la presenza a Napoli del pluridecorato generalissimo Wolters [v] non trova una esplicita spiegazione oltre la precisazione che la visita – la prima del Comandante Supremo della NATO in Europa al Comando Alleato delle Operazioni (ACO) – avrebbe dovuto svolgersi a metà marzo, ma è stata rinviata a causa della pandemia di Coronavirus. Si cita l’incontro col Comandante del JFC, l’Amm. James G. Foggo III (i due alti ufficiali figurano nelle due immagini fotografiche a corredo della nota), ma probabilmente al vertice militare era presente anche un importante esponente della difesa italiana.

A.C.O. & C.O.I. nel dopo COVID.

Il Gen. C.A. Luciano Portolano [vi] (già Capo di Stato Maggiore del JFC di Giugliano-Lago Patria, comandante della Brigata Sassari dell’E.I. e della missione ONU in Libano UNIFIL), da settembre 2019 è il Comandante del C.O.I. (Comando operativo di vertice interforze), organismo alle dirette dipendenze del Capo di stato maggiore della difesa, “che esercita la pianificazione, il coordinamento e la direzione delle operazioni militari delle forze armate italiane, e sulle esercitazioni interforze e multinazionali e tutte le attività ad esse collegate”. [vii] Voci di corridoio ipotizzavano la sua presenza, per ricevere l’ennesima alta onorificenza dalle mani del SACEUR, ma purtroppo il comunicato stampa non ne fa menzione… 

Non ci vuole però molta fantasia per immaginare di cosa abbiano discusso il Comandante Europeo della NATO e quello del fronte sud-europeo ed africano dell’Alleanza. E non è difficile ipotizzare quale sarebbe stato il contributo alla discussione del Comandante del vertice interforze italiano, se fosse stato inserito in tale ‘Gotha’ strategico. I già precari equilibri geopolitici dell’area mediterraneo-africana e del vicino Oriente, infatti, non sono stati certamente migliorati dagli sconvolgimenti socio-economici dovuti alla grave pandemia.

Oltre alla NATO a trazione USA – sempre più impaziente ed esigente nei confronti dei propri ‘associati’ – si deve tener conto dell’effervescenza militarista della Francia, dei passi verso una difesa comune europea ‘parallela’ all’Alleanza atlantica, ma anche dell’interventismo turco, delle forzature imposte da Israele e della permanente polemica statunitense con la Cina. Tutti scenari di crisi che – al di là della visita di cortesia – devono aver indotto il generale Wolters a verificare di persona quanto la NATO sia effettivamente ‘pronta’ a rispondere ad un’escalation della tensione, soprattutto sul versante meridionale e mediorientale.

Infatti il COVID – che assomiglia sinistramente alla sigla di un comando interforze – anziché indebolirla, ha addirittura rafforzato l’epidemia militarista e guerrafondaia che serpeggia in Europa, contagiando anche la nostra beneamata Italia. Abbiamo infatti appreso che tra i primi provvedimenti del governo italiano per la ‘ripresa’ c’è proprio… l’aumento delle spese militari.

“L’Italia rinforza le sue missioni nella lotta al terrorismo islamico. Aumenta in maniera significativa lo schieramento nel cuore dell’Africa, mettendolo tutto nelle mani dei francesi. Potenzia il contingente anti-Isis in Iraq, mandando anche una batteria di missili per contrastare “l’assertività iraniana”. Un cambiamento rilevante per la nostra politica estera, che ci vede diventare protagonisti nei due fronti più caldi del pianeta, mimetizzato tra le righe e i tecnicismi in lingua inglese delle 649 pagine del Decreto Missioni appena approvato dal governo […] La lunga introduzione al Decreto presenta un caposaldo: “Il destino dell’Europa è il destino del Mediterraneo”. [viii]

Ripresa (delle ostilità) e ripartenza (delle missioni militari)

Il Ministro della difesa Guerini visita il C.O.I. (a dx. il gen. Portolano) Fonte: MinDif.

Il resoconto di Gianluca di Feo su la Repubblica è illuminante ed evita i soli equilibrismi verbali di quando si trattano questioni militari. Dalla stessa fonte, poi, apprendiamo che, se il primo fronte è quello arabo anti-terrorismo, il secondo obiettivo dell’attivismo NATO è quello nord-africano, grazie allo ‘stimolo’ francese e turco, che punta ad intervenire anche nella guerra fra le fazioni libiche in cerca di supremazia.

“Per questo ci muoviamo potenziando due poli di alleanza. Quello con la Francia, con il coinvolgimento in Sahel. E quello con gli Stati Uniti, facendoci carico di un maggior impegno in Iraq anche in funzione anti-iraniana. Il disegno, non esplicitato, è quello di ottenere in cambio il sostegno di questi due Paesi nell’affrontare il cuore del nostro interesse nazionale: la Libia…”. [ix]

Del resto, a mobilitarsi in questi giorni era stato già il Segretario Generale dell’Alleanza Atlantica, Jens Stoltembergche l’8 giugno aveva lanciato un bellicoso appello nel vertice del Consiglio Atlantico, una sorta di piano decennale delle future guerre.

“La NATO deve continuare ad essere forte militarmente, essere più unita politicamente ed assumere un più ampio approccio globale. Per questo si deve continuare a investire nelle forze armate e in moderni sistemi militari. Rafforzare politicamente la NATO significa utilizzare l’Alleanza quale forum di discussione e, quando necessario, agire e affrontare le questioni che minano la sicurezza, operando più strettamente con i partner per difendere i nostri valori in un mondo dove cresce la competizione globale”. [x]

Come osserva Antonio Mazzeo, si sta profilando una NATO pluri-interventista e sovra-ordinata rispetto alla difesa europea, che ricomincia ad utilizzare la micidiale parola ‘deterrenza’ e inquadra i fenomeni migratori in atto come una minaccia alla ‘stabilità’ dei confini. Ecco perché anche il vecchio ‘leone’ di san Marco, che campeggia sul vessillo del comando sud-europeo di Napoli, ricomincia a ruggire minacciosamente. Ma se i ‘domatori’ che dovrebbero controllarne l’aggressività sono il generale Wolters e l’ammiraglio Foggo…beh, ci sono buoni motivi per preoccuparsi.

Note


[i] Sul Comando NATO di Lago Patria, cfr. altri precedenti articoli sul mio blog, fra cui: https://ermetespeacebook.blog/2012/04/30/lago-patria-un-preoccupante-neo-nato/ del 2012; https://ermetespeacebook.blog/2015/07/28/nato-per-combattere/ del 2015 e, specificamente su Scipione l’Africano: https://ermetespeacebook.blog/2011/12/26/ingrata-patria/ , del 2011.

[ii] Vedi: https://jfcnaples.nato.int/newsroom/news/2020/saceur-visits-jfc-naples

[iii] Vedi: https://shape.nato.int/saceur

[iv] Vedi art. cit. sul sito JFC Naples (trad. mia)

[v] Visita: https://shape.nato.int/saceur/biographies

[vi] Visita: https://www.difesa.it/SMD_/COI/Pagine/IlComandante.aspx

[vii] Cfr.: https://it.wikipedia.org/wiki/Comando_operativo_di_vertice_interforze e https://www.difesa.it/SMD_/COI/Pagine/default.aspx

[viii] https://www.repubblica.it/esteri/2020/06/08/news/lotta_al_terrorismo_italia_missioni_all_estero-258667012/?ref=search&fbclid=IwAR1pauJkNCrFcoZ3B0tRHRuU9sJ-WjZApe_gYQaWh2pbqKkIZUix_9GN63U

[ix] Ibidem

[x] https://antoniomazzeoblog.blogspot.com/2020/06/daqui-al-2030-faremo-la-nato-ancora-piu.html?fbclid=IwAR1GjEImwL_-pJ2Wu1Mc6GRUgib53fDfNrt27NcGi91AGnkYhXzNI1yyV8M

© 2020 Ermete Ferraro




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