Myanmar, il ritorno della pena di morte
Quando leggerete questo post, è possibile che la giunta militare al potere in Myanmar dal febbraio 2021 abbia eseguito altre cinque condanne a morte, dopo le due di lunedì scorso.
Per i cinque detenuti in attesa di esecuzione si è mosso persino il gruppo dei Parlamentari per i diritti umani dell’Associazione degli stati del sudest asiatico, molto restia a prendere posizione sulla pena di morte dato che l’applicano quasi tutto i suoi membri.
Zaryaw Phyo, San Min Aung, Kyaw Win Soe, Kaung Pyae Sone Oo e Myat Phyo Pwint erano stati condannati a morte al termine di un processo a porte chiuse, celebrato nella prigione di Insein il 18 maggio 2023.
Erano stati giudicati colpevoli al termine di un processo-farsa, ai sensi della Legge sul possesso di armi del 1939 e della Legge antiterrorismo del 2014, di un assalto a mano armata a un treno, pochi mesi dopo il colpo di stato del 2021, nel corso del quale erano stati uccisi sei agenti di polizia.
Secondo l’Associazione per l’assistenza ai prigionieri politici, un’organizzazione birmana che si oppone ai militari al potere, sono 117 le condanne a morte in attesa di esecuzione.
Il 25 luglio 2022 erano stati messi a morte quattro noti esponenti del movimento per la democrazia, compreso l’ex parlamentare Phyo Zeya Thaw: si era trattato delle prime esecuzioni da decenni a quella parte.