giovedì 21 maggio 2009 - Francesco Raiola

Mills, Rai, immigrazione. Parliamo anche d’altro?

Sappiamo bene che esistono ormai due Italia, quella reale e quella raccontata da noi media. Quella dell’arrivare alla fine del mese, della ricerca di un lavoro, della ricerca di uno stato sociale carente, quello della ricerca con le toppe e poi c’è l’Italia raccontata dalle tv. Due mesi fa era quella degli stupri giornalieri da parte dei Rom, che improvvisamente sono scomparsi, perché i cani hanno cominciato ad aggredire bambini, poi la tragedia assurda del terremoto, con la fila a destra e sinistra a fare la passerella, finché una decina di showgirl non stava per sbarcare in Europa stoppate solo all’alt dato dall’ex moglie del Premier, via Ansa, poi a togliere le castagne dal fuoco sono arrivati gli immigrati che hanno deciso in quest’ultimo mese di sbarcare tutti assieme sulle coste italiane. Ci verrebbe da chiedere se due mesi fa i nostri mari e le nostre coste erano più sicure, o se improvvisamente i rom non stuprano più.

Poi notizia dell’altroieri, il caso Mills, quello in cui dei giudici hanno scritto che il Premier italiano ha corrotto un avvocato inglese (David Mills, appunto) per testimoniare il falso in alcuni processi che lo riguardavano, e ieri le nomine Rai, quelle di cui la maggioranza non si sconvolge e in cui l’opposizione si sgola per gridare al complotto. Cosa oggi?
 
Parliamo delle nomine ad orologeria? Non ci sono solo le sentenze a orologeria, quelle sbandierate dalla maggioranza, ma questo dalla maggioranza non lo sentiremo dire mai. In piena campagna elettorale, ecco che cambiano i vertici delle reti e dei tg della Rai. Nomine, accusano opposizione e sindacati, decise nell’ormai famosa riunione di Palazzo Grazioli (residenza Berlusconi a Roma) e decise senza i consiglieri d’opposizione che hanno lasciato l’aula prima della votazione, ovviamente compatta.
 
Non si poteva aspettare un altro mese, come qualcuno della maggioranza aveva chiesto per la sentenza Mills? Ma noi questo non lo chiederemmo mai, al massimo chiedevamo di dare credibilità alla rete pubblica italiana, ma ormai anche smentire le maldicenze dei giornali “comunisti” sembra non essere più un peso per il Governo. La cosa triste è che la difesa dell’operato della maggioranza è quel fastidiosissimo “lo facevano anche loro”. Lo faceva anche la sinistra, e sicuramente l’ha fatto, e dovrebbero vergognarsi, ma il problema non è questo, il problema è al principio. Non ci si indigna per la schifezza che viene fatta, ma perché chi l’ha fatta precedentemente ora si lamenta, si sposta l’attenzione.
 
A dire la verità purtroppo oggi non ci si indigna più. Ormai l’abitudine a un determinato comportamento, di destra, di sinistra e di centro, ci ha coperto gli occhi. Una volta il giornalista era il Watch Dog, colui che controllava le malefatte della politica, che evidenziava le storture di un sistema e ovviamente le critiche maggiori erano fatte a chi aveva la maggioranza, a chi, insomma, era maggiormente esposto perché faceva le leggi. Questa cosa oggi è diventata uno scandalo. Se critico il Governo sono comunista, se critico l’opposizione sono berlusconiano, se critico Di Pietro sono per l’illegalità, se critico la sinistra cosiddetta radicale, sono un venduto al nemico (venduto? Ma chi mi ha comprato?). Insomma se si fa una critica positiva o negativa è sempre perché c’è un secondo fine.
 
Io però continuo a chiedermi delle cose. Abbiamo scritto di cosa si è parlato in questi ultimi tempi, quali sono stati gli argomenti che hanno occupato per mesi le pagine e le tv italiane, ma a me viene da chiedermi altre cose, vorrei che si parlasse di tutt’altro, o che almeno si parlasse anche di quello, cosa non va nella nostra economia, ad esempio? Dell’altroieri la notizia che il fatturato delle industrie italiane è crollato del 22%, il Pil crolla del 5.9% nel primo trimestre (i dati del secondo li sapremo ad agosto), quali sono le reali ricadute sul paese reale, dato che, a detta degli economisti, saranno almeno altri due gli anni duri? Sono anni che ad ogni segno negativo ci viene detto dal Ministro di turno che è un segno negativo parziale, che “i dati in nostro possesso dicono che siamo in ripresa” e ogni volta si ripropone un altro segno negativo (o positivo per i dati della disoccupazione, per esempio).
 
Insomma cominciamo a capire come uscire dalla crisi, senza che la cura sia minimizzare e chiedere maggiore ottimismo?
 
È possibile avere uno stato sociale in Italia che funzioni e che ammortizzi le ricadute della crisi?
 
A che punto siamo con la ricostruzione dell’Abruzzo? Sono servite a qualcosa quelle passerelle?
 
E con l’Università e la ricerca? Quello cioè che fa sì che un paese sia all’avanguardia in ogni settore e si possa sempre più sviluppare?
 
In che condizioni è l’Alitalia e quanto è costata agli italiani?
 
E la lotta alla mafia? Si lotta contro la presunta criminalità dei migranti che sono trasportati in Italia, ma contro la nostra delinquenza cosa facciamo? Continuiamo a negare in tv che, ad esempio, ci sia la mafia al nord come ha fatto Castelli (tra l’altro di fronte a un Giulio Cavalli, primo attore scortato per mafia), o ci diamo da fare contro i probabili tentativi di infiltrazione mafiosa all’Expo per esempio? Piuttosto che la delinquenza istituzionalizzata con i seggi in parlamento?
 
Vogliamo porre un rimedio e rendere la tv pubblica una cosa seria, non legata ai cambi di Governo?
 
E il problema giustizia? Parliamone…Perché il giudice che assolve il Premier dalle accuse sul processo Sme va bene e quello che ipotizza un suo reato nel caso Mills è un estremista di sinistra? Nessuno nega che anche la Magistratura possa essere criticata, ma è anche giusto che un paese sappia tutto sui politici che lo governano, per molto meno in Inghilterra stanno cadendo teste…
 
Domande retoriche che valgono per maggioranza e opposizione, ma suvvia un po’ di allegria, tanto tra un po’ cominciano i servizi sul gran caldo che fa (anzi sono già cominciati)!



4 réactions


  • Paolo Praolini Paolo Praolini (---.---.---.18) 21 maggio 2009 21:34

    Tutto molto vero e sconsolante!
    Un paese che si sta abituando ad assorbire qualsiasi colpo basso senza reazione.
    Una maggioranza che attacca la giustizia definendola inadatta a giudicare il premier, la faremo scegliere a lui una magistratura a suo ritaglio.
    Una informazione non più abituata a braccare la notizia e a stanare il malversatore.
    Una TV di STATO sotto l’egemonia totale della politica, che determina l’opininione pubblica a suo piacimento e necessità.
    Insomma dobbiamo ricomincire dal basso a ricostruire, rimanendo sempre ottimisti!



  • Enricolt (---.---.---.63) 22 maggio 2009 12:12

    Ottimo articolo. Condivisibile, lucido e ben scritto. I miei complimenti a Raiola


  • Damiano Mazzotti Damiano Mazzotti (---.---.---.18) 22 maggio 2009 12:24

    Cari italiani, non la volete smettere di fare gli italiani? Allora arrangiatevi...


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