giovedì 27 ottobre 2016 - Giuseppe Ottaviano

Migranti e pregiudizi: le dieci "leggende" sfatate da Medici Senza Frontiere con l’Anti-Slogan

"Ci portano le malattie; Li trattiamo meglio degli italiani; Aiutiamoli a casa loro; Hanno pure lo smartphone; Vengono tutti in Italia sono troppi; Sono tutti giovani e forti; Ci rubano il lavoro; Non scappano dalla guerra; Sbarcano terroristi; Sono pericolosi". 

Medici Senza Frontiere lancia una nuova iniziativa per sfatare tutti i falsi miti sui migranti ospiti nel nostro paese. L'analisi parte dai principali lughi comuni che alimentano i sentimenti xenofobi nei confronti dei rifugiati. Sul sito creato ad hoc per l'occasione ogni leggenda è corredata ad un post già predisposto per essere diffuso dai lettori attraverso i social network. #MILIONIDIPASSI è un appello all'opinione pubblica e ai governi per restituire umanità al tema delle migrazioni forzate e garantire il diritto di tutti ad avere salva la vita.

Un'iniziativa importante dopo la vergogna di Goro e Gorino, i comuni in provincia di Ferrara che hanno bloccato le strade del paese impedendo l'arrivo di venti rifugiati, 12 donne e 8 bambini.

Leggenda 1: Ci portano le malattie

Malattie come Ebola, Tubercolosi e scabbia potrebbero diffondersi nel nostro Paese insieme agli immigrati. La mancanza di controlli sulle navi espone al contagio gli operatori impegnati nelle operazioni di soccorso e accoglienza dei migranti in Italia. Alla polizia non vengono forniti neppure gli strumenti minimi di profilassi. Stiamo correndo il rischio che malattie debellate da secoli in Italia ritornino a contagiarci e per molte di queste malattie non esiste nemmeno il vaccino.

Verità: Allarmismo, no grazie

I migranti non rappresentano un rischio per la salute pubblica. È allarmante che continuino a circolare notizie false a questo proposito. Nel corso di oltre dieci anni di attività mediche in Italia, MSF non ha memoria di un solo caso in cui la presenza di immigrati sul territorio sia stata causa di un’emergenza di salute pubblica. Spesso, associate all’arrivo dei migranti, vengono citate malattie come Tubercolosi, Ebola e scabbia. Siamo sicuri di conoscerle? LEGGI TUTTO

Leggenda 2: Li trattiamo meglio degli italiani

Accolti, serviti e riveriti. Mentre gli italiani faticano ad arrivare a fine mese e molti non hanno una casa, gli immigrati alloggiano in hotel e ricevono 35 euro ogni giorno. Tutti soldi sottratti a bisogni primari di molti cittadini italiani.

Verità: Il calvario dell'accoglienza in Italia

In Italia, il sistema di accoglienza è gestito dal Ministero dell’Interno e comprende centri di prima e seconda accoglienza. L’insieme delle strutture ordinarie e dei servizi predisposti dalle autorità centrali e dagli enti locali è largamente insufficiente, tanto che più del 70% dei richiedenti asilo è attualmente ospitato in strutture temporanee e straordinarie. LEGGI TUTTO

Leggenda 3: Aiutiamoli a casa loro

È un errore continuare ad accogliere persone provenienti da Paesi poveri. Da noi non troveranno un futuro migliore. 
L'unico intervento ragionevole è mandare gli aiuti nei loro Paesi: solo così si eviterà che masse di poveri invadano l’Europa.

Verità: Aiutarli a casa loro... facile a dirsi

La comunità internazionale da decenni si pone come obiettivo di eliminare la fame e la povertà estrema ma, nonostante gli sforzi e gli investimenti, i risultati sono ancora insufficienti. E in ogni caso, gli aiuti internazionali da soli non bastano a consentire il rientro a casa in sicurezza di chi fugge da conflitti, persecuzioni e violenza. In alcuni contesti, poi, l’instabilità è tale che non esistono le garanzie minime di sicurezza necessarie per mantenere programmi di assistenza. 

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Leggenda 4: Hanno pure lo smartphone

Quelli sui barconi sono poveri e disperati davvero? E allora dove trovano i soldi per comprarsi gli smartphone, a volte anche di ultima generazione? Agli sbarchi, nei centri di accoglienza e per le strade delle nostre città li vediamo sempre attaccati al cellulare.

Verità: Riesci a immaginare di fuggire senza cellulare?

Riesci a immaginare Per chi fugge da guerra, violenze o povertà ed è costretto a intraprendere un lungo e pericoloso viaggio, i cellulari, in particolare gli smartphone, sono beni di prima necessità:

  • sono il mezzo più economico per stare in contatto con i propri familiari;
  • permettono di capire dove ci si trova, attraverso la geolocalizzazione;
  • servono a condividere informazioni fondamentali su rotte, mappe, pericoli alle frontiere, blocchi.

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Leggenda 5: Vengono tutti in Italia, sono troppi 

Ormai siamo invasi dagli immigrati. Per le strade delle nostre città si vedono più stranieri che italiani. Non abbiamo più posti dove ospitarli, mentre le popolazioni locali sono indispettite dal loro continuo arrivo. Perché non li facciamo sbarcare in Spagna? Perché non li spediamo in Francia, Inghilterra o Germania? Siamo gli unici ad accoglierli.

Verità: La maggior parte dei migranti non si imbarca per l'europa

Le statistiche ufficiali dicono che la maggior parte delle persone in fuga si sposta verso i paesi limitrofi al proprio, non si “imbarca” per l’Europa. Degli oltre 65 milioni di persone nel mondo costrette alla fuga nel 2015, ben l’86% resta nelle regioni più povere del pianeta. Il 39% si trova in Medio Oriente e Nord Africa, il 29% in Africa, il 14% in Asia e Pacifico, il 12% nelle Americhe, solo il 6% in Europa. LEGGI TUTTO

 Leggenda 6: Sono tutti giovani e forti

La stragrande maggioranza di chi arriva in Europa è rappresentata da maschi adulti. Se davvero scappano da guerre e povertà, le prime persone che dovremmo vedere alle nostre frontiere sono donne e bambini.

Verità: In aumento numero di donne e minori non accompagnati

La maggioranza delle persone che arrivano in Europa è rappresentata da giovani uomini perché hanno una condizione fisica migliore per poter affrontare un viaggio così duro. Spesso sono le stesse famiglie a mandarli per primi, sperando un giorno di potersi ricongiungere. Tuttavia, il numero di famiglie, donne e minori non accompagnati è in aumento. Nel 2015, secondo l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), di circa un milione di persone arrivate in Grecia, in Italia o Spagna via mare, il 17% è costituito da donne e il 25% da bambini.

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Leggenda 7: Ci rubano il lavoro

Se i giovani italiani non hanno futuro è colpa degli immigrati. Un immigrato è disposto a lavorare con un salario più basso e a condizioni contrattuali peggiori rispetto a quelle dell’italiano medio. Oggi assumere un immigrato è molto più vantaggioso!

Verità: Lavoro, come stanno davvero le cose

Il tema della “concorrenza sleale” praticata dai lavoratori stranieri in Italia è spesso utilizzato nel dibattito pubblico per dimostrare l’equazione secondo cui l’arrivo degli immigrati toglie posti di lavoro agli italiani. In realtà, a fronte di un’ampia letteratura economica internazionale sul rapporto tra immigrazione e mercato del lavoro, non esistono studi empirici in Italia che portino dimostrazioni robuste e inconfutabili al proposito. Al contrario, le analisi esistenti mettono piuttosto in evidenza la scarsa “concorrenzialità” tra lavoro straniero e lavoro autoctono a parità di competenze. LEGGI TUTTO

Leggenda 8: Non scappano dalla guerra

Solo una minima parte degli immigrati che arrivano nel nostro Paese scappa dalla guerra, come nel caso dei siriani. Nella maggior parte dei casi si tratta di migranti economici che partono con il sogno di diventare ricchi.

Verità: Scappano da guerre, violenze e povertà

La distinzione tra rifugiati e migranti economici è una semplificazione. I motivi che spingono le persone a fuggire dai propri Paesi sono diversi e spesso correlati tra loro: guerre (Siria, Iraq, Nigeria, Afghanistan, Sud Sudan, Yemen, Somalia), instabilità politica e militare (Mali), regimi oppressivi (Eritrea, Gambia), violenze (lago Chad), povertà estrema (Senegal, Costa d'Avorio, Tunisia). LEGGI TUTTO

 Leggenda 9: Sbarcano terroristi

Tra i disperati in fuga che approdano sulle nostre coste si nascondono terroristi. L'Italia, quindi, sta diventando un potenziale canale d’ingresso per chi pianifica attentati in tutta Europa. Chi recupera e fornisce assistenza a queste persone concorre alla diffusione del terrorismo!

La verità: Attenzione a chi semina terrore

La maggior parte degli affiliati ai gruppi terroristici coinvolti negli attentati in Europa era già presente sul territorio, in quanto si trattava di cittadini europei. È pur vero che le cronache hanno anche riportato pochi e isolati episodi di richiedenti asilo coinvolti in attentati, ma nella stragrande maggioranza dei casi a bussare alle nostre porte sono persone vulnerabili che fuggono da guerre e violenza. LEGGI TUTTO

 Leggenda 10: Sono pericolosi

Spesso gli immigrati che arrivano in Italia vanno a ingrossare le fila della criminalità organizzata, spacciando droga, rubando o finendo nel giro della prostituzione. Nelle carceri italiane ci sono soprattutto immigrati.

Verità: Sono vulnerabili

Sono più vulnerabili che pericolosi. Numerosi studi internazionali hanno evidenziato l’inesistenza di una corrispondenza diretta tra l’aumento della popolazione immigrata e l’incremento del numero di denunce per reati penali. E’ pur vero che sono molti i detenuti stranieri nelle carceri italiane (il 34% dei reclusi, al 30 settembre 2016), ma ciò è dovuto a una serie di fattori precisi. LEGGI TUTTO

 



2 réactions


  • Noncicagateilcazzo (---.---.---.93) 27 ottobre 2016 12:36

    Finitela di rompere il cazzo con ste miserie e andate a guadagnarvi la giornata facendo cose serie per la società che vi ospita. Voi riuscite a campare di ideologie. Vergognatevi


  • pv21 (---.---.---.93) 28 ottobre 2016 12:03

    PROPOSTA >


    DOPO un terremoto occorre rimuovere dai centri abitati colpiti delle grosse quantità di macerie e rottami di ogni tipo, nonché ripristinare la viabilità compromessa e il normale utilizzo delle strutture ancora agibili.

    TUTTI interventi a prevalente impegno manuale da eseguire secondo precisi criteri e con una serie di cautele. Da cui la supervisione e il coordinamento di vari organismi pubblici (Protezione Civile, Polizia, VVFF, ecc).

    Ecco il punto.


    Tra i molti immigrati pressoché nullafacenti e quindi disponibili potrebbero essere individuati non pochi gruppi di uomini, giovani e baldi, in grado di fornire un sostanzioso contributo.

    Non sarebbe affatto problematica una loro temporanea dislocazione nelle immediate vicinanze. Una volta attrezzati gioverebbero all’operatività e alla tempistica dei piani di intervento.


    Non solo.

    Nell’ottica di un’eventuale futura accettazione e integrazione tale apporto dato alla ricostruzione sarebbe il loro miglior biglietto da visita.

    Un modo proattivo (di tangibile reciproca convenienza) di affrontare le problematiche di Integrazione e Naturalizzazione


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