mercoledì 22 aprile 2009 - dirittidoveri

Messo in croce, forse innocente

Siamo alle solite, si è parlato tanto dell stupratore di capodanno,anche pechè aveva ottenuto gli arresti domiciliari, facendo infuriare mezzo mondo, per leggi troppo permissive, ma questa volta a quanto pare lui ha pagato senza avere una colpa. Sono stati messi in croce i suoi amici che lo difendevano con mille ragioni, ora tutto sembra essere a suo favore anche perchè i racconti della vittima sembravano in conflitto tra loro e non combaciano più... Ora mi chiedo non è che i giornali e le televisioni pur di fare ascolti amplificano più del dovuto certe storie? Lasciamo che il suo corso (anche se a volte si perde per strada) e poi eventualmente puniamo se esiste il colpevole... Io non vorrei essere nei panni di nessuno dei due protagonisti della vicenda e oggi ancor di meno... Anzi direi che qualcuno dovrebbe delle scuse se la vicenda si dovesse concludere come è successo per i primi due Romeni della Caffarella... Non sono garantista, ma vedo nell’informazione troppa leggerezza.



3 réactions


  • (---.---.---.200) 23 aprile 2009 04:06

     Ma che cacchio è sta roba? Un articolo o uno starnuto?


    • Luna (---.---.---.118) 25 aprile 2009 16:59

      Ma di cosa parli? Tra poco ci sarà il processo per rito abbreviato (chiesto dalla difesa perché, in caso di condanna, Franceschini avrebbe diritto allo sconto di un terzo della pena) dove l’imputato dovrà rispondere delle accuse di violenza sessuale, lesioni gravi e gravissimi.
      Ma chi è l’incompetente che ha scritto questo "articolo"?


  • (---.---.---.5) 11 maggio 2009 02:21
    Sulla banca Rasini, dove il padre Luigi Berlusconi lavora per tutta la vita, da semplice impiegato a direttore generale, ecco la risposta di Michele Sindona (bancarottiere piduista legato a Cosa Nostra e riciclatore di denaro mafioso) al giornalista americano Nick Tosches, che nel 1985 gli domanda quali siano le banche usate dalla mafia: "In Sicilia il Banco di Sicilia, a volte. A Milano una piccola banca in piazza Mercanti". Cioè la Rasini, dove - ripetiamo - Luigi Berlusconi, padre di Silvio, ha lavorato per tutta a vita, fino a diventarne il procuratore generale. Alla Rasini tengono i conti correnti noti mafiosi e narcotrafficanti siciliani come Antonio Virgilio, Salvatore Enea, Luigi Monti, legati a Vittorio Mangano, il mafioso che lavora come fattore nella villa di Berlusconi fra il 1973 e il 1975.
    ...Nel 1973 Berlusconi, tramite Marcello Dell’Utri, ingaggia come fattore (ma in seguito Dell’Utri l’ha promosso "amministratore della villa") il noto criminale palermitano, pluriarrestato e pluricondannato Vittorio Mangano. Il quale lascerà la villa solo due anni più tardi, quando verrà sospettato di aver organizzato il sequestro di Luigi d’Angerio principe di Sant’Agata, che aveva appena lasciato la villa di Arcore dopo una cena con Berlusconi, Dell’Utri e lo stesso Mangano. Mangano verrà condannato persino per narcotraffico (al maxiprocesso istruito da Falcone e Borsellino) e, nel 1998, all’ergastolo per omicidio e mafia

Lasciare un commento