lunedì 19 agosto 2013 - francesco latteri

Medio Oriente: la guerra tra laicità dello Stato e Islam

Il confronto è in realtà antico e tutt'altro che scontato e superato anche in Occidente dove solo qualche settimana fa, per primo Papa Francesco ha fatto finalmente proprio il principio peraltro già sancito dalla Rivoluzione Francese, ma già anche da quella Americana prima, e poi da quella Russa dopo: il principio della laicità dello Stato, premesso anche dalla Carta dei Diritti Umani.

Gli antichi re di Roma, personaggi appartenenti più alla leggenda che alla storia, erano anche sommi pontefici, ossia addetti alla costruzione del "ponte" tra gl'uomini e Dio, cioé capi religiosi. L'avvento di Roma repubblicana sancì nella storia, e con il suo dominio nel Mediterraneo, quello dello Stato laico. La successiva vittoria della dittatura imperiale con imperatori che osarono fregiarsi del titolo di Divus, ovvero di "Dio", e poi dell'editto di Costantino ripose la questiond.

Sono famose le parole di un re della Francia prerivoluzionaria, notoriamente alquanto avverso a Dio: "Parigi val bene una Messa". In Oriente, all'indomani del definitivo crollo di Bisanzio, è stato Atatürk, il fondatore della Turchia moderna a porre la laicità dello Stato.

Il principio della laicità dello Stato sancisce di fatto la vincolanza positiva della norma di Stato quale unica e dunque costituisce l'abrogazione della legge religiosa. La storia - e perciò la genealogia, come correttamente suggeriva già Nietzsche - ha sempre più palesato come la norma religiosa, assumendo a pretesto una purezza peraltro presunta, ponga di fatto invece l'idolatria dell'avere e del potere, il settarismo, il classismo ed il razzismo. Una normazione costruita invero nel sangue di tanti, tantissimi, troppi. Si va dalla lapidazione delle adultere, alla infibulazione (mutilazione dei genitali femminili), alle discriminazioni dei sessualmente diversi, omosessuali o transessuali che siano, alle discriminazioni tra figli, figliastri, ripudiati e non, puri ed impuri e perciò esclusi dall'avere e dai diritti, alle emarginazioni e persecuzioni di laici liberi pensatori - e sono tristemente famosi gli scritti messi all'indice ed i roghi dell'Inquisizione - esempio per tutti, per il mondo islamico, la condanna a morte e la persecuzione dello scrittore Salman Rushdie.

E' proprio il confronto tra fondamentalismo ed integralismo islamico e laicità moderna ciò che più di ogni altro palesa le dimensioni e la tragedia umana di tutto ciò. L'icona che più terrorizza l'Islam: una bambina seduta accovacciata con un libro in mano intenta a leggere.

E viene in mente Amina, la "Femen" tunisina e le sue ultime foto a seno nudo con i commenti rivolti agli islamici: "Non abbiamo bisogno né di voi, né della vostra democrazia e meno che mai della vostra religione". E' una donna egiziana, tra la folla assediante la moschea centrale, in cui gli islamici sono asserragliati, a gridare: "Haschischin", "Assassini".

E questa rivendicazione e presa di coscienza, anche nel mondo islamico, appartiene ormai a milioni di persone ed in tanti, come proprio in Egitto sono scesi finalmente in piazza a dire "Basta", a rivendicare la laicità dello Stato. Lo ha - a distanza - ribadito Erdogan, capo del Primo Stato laico del M.O.: la Turchia. 

 


1 réactions


  • GeriSteve (---.---.---.234) 20 agosto 2013 00:06

    quando io leggo o sento che Morsi sarebbe stato democaticamente eletto e QUINDI ci sarebbe un golpe contro di lui e contro i fm io, al di là del mio totale dissenso, SENTO PAURA.
    Paura perchè se c’è gente che chiama democrazia il governo di un dittatore che straccia la costituzione, spregia i diritti civili, spregia le donne, se ne frega della esplicita revoca ricevuta, io ritengo che ci sia da aver paura. Paura per la democrazia, per i cittadini, per i loro diritti.
    L’articolo, giustamente, contrappone la teocrazia di Morsi alla laicità, ma io ci vedo tantissime altre contrapposizioni valide per combatterlo ed averne paura.
    Sappiamo tutti che in italia c’è un delinquente che teorizza che, siccome lui avrebbe avuto tanti voti, lui avrebbe anche diritto di delinquere; sarà pure una vergogna ed una colpa che io mi porto appresso in quanto italiano, ma sentirmi riproporre a livello internazionale la scemenza per cui se uno ha avuto tanti voti avrebbe sempre ragione, indipendentemente da cosa fa, è cosa raccappricciante e spaventosa, un vero disprezzo per l’intelligenza e i valori fondamentali della democrazia.
    GeriSteve


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