Martini: un progressista?

Il Cardinale Martini, pace all’anima sua, viene tirato da sinistra e da destra per sostenere che era un progressista o che, in fondo, era un principe della Chiesa.
Se fossimo in un paese serio, il bilancio della vita di una persona dovrebbe essere fatto esclusivamente sui risultati conseguiti. Per stessa ammissione di Martini, che considerava la Chiesa ferma a 200 anni fa, incapace di rinnovarsi, nessuna idea o azione riformatrice del Cardinale è palesemente giunta a buon fine.
Però egli ha reso sempre un grande servizio alla Chiesa nel suo complesso, organizzata nel suo complesso come un partito: ha la Curia con gli affari sporchi, le lotte intestine al Vaticano, lo IOR con delinquenti tipo Marcinkus, e il contatto con la base dei credenti è assicurato dalla rete infinita di parrocchie e opere che stanno dentro il corpo sociale e hanno difficoltà a coniugare la vecchia etica con le trasformazioni sociali e le libertà sessuali del nostro tempo.
I personaggi come Martini hanno un grande ruolo nella Chiesa, riuscendo a mantenere al suo interno tutti quei credenti che sono a favore delle coppie di fatto, che ritengono gli omosessuali persone con pari diritti, che vogliono discutere di testamento biologico, eutanasia e fecondazione assistita, di legittimità del divorzio, e dando l’impressione che santa madre Chiesa accolga le diversità.
Tutta la vita ha svolto questo ruolo, senza alcun risultato in termini progressisti o riformatori, poiché le gerarchie sono rimaste immobili e il testamento sconsolato di Martini è che la Chiesa è rimasta a 200 anni fa.
Se fosse stato un vero riformatore, avrebbe chiesto ai cattolici di non riconoscere più il potere delle gerarchie e della Curia, di non dare più l’8 per mille al Vaticano, ma versarlo direttamente alle parrocchie o sostenere opere di carità, avrebbe chiesto al Vaticano di non occuparsi più di politica, allo scopo di ottenere finanziamenti statali, avrebbe chiesto per i preti la possibilità di sposarsi e avere una vita sessuale normale, invece di diventare pedofili o molestatori, avrebbe chiesto il sacerdozio per le donne.
La Chiesa di Roma oggi contiene tutto, conservatori e progressisti, e tiene insieme le varie anime del cattolicesimo, ma una cosa è certa, né le gerarchie, né il popolo dei credenti, si comportano secondo l’etica cristiana, quella dei comandamenti per capirci, che sono meglio di tutte le altre teorie messe insieme, e dopo 2.000 anni di storia, mi sembra un risultato un po’ scarso.