mercoledì 17 novembre 2010 - Rudy Bandiera

Maroni contro Saviano ma l’inchiesta esiste

Saviano ha parlato di Mafie in Lombardia e di contatti con la Lega Nord che, ovviamente, essendo il centro del potere lombardo è difficile che possa rimanere fuori dai giochi di ogni tipo, come qualunque altro organismo di potere, in ogni regione italiana: la Mafia da sola non è nulla, senza l’appoggio della politica la Mafia non esisterebbe.

Bene, detto questo secondo me Maroni ha poco da arrabbiarsi visto che Saviano non ha fatto altro che citare dei fatti, fatti che sono consultabili da tutti: “Il pensiero di Roberto Saviano, nel denunciare che le cosche cercano di dialogare con la Lega Nord è andato all’inchiesta “Il Crimine”, scivolata il 13 luglio 2010 sull’asse Milano-Reggio Calabria e nella quale furono arrestate oltre 300 persone.

Nelle carte è rimasto impigliato anche il nome di Angelo Ciocca, 34enne esponente di spicco della Lega Nord lombarda, fatto volare con 18.910 voti nel consiglio regionale. I magistrati lo fotografano mentre parla con Pino Neri, arrestato nell’inchiesta e supposto boss di ‘ndrangheta in Lombardia”. La fonte è ilsole24ore.com che pè un giornale tipicamente comunistissimo.

Ora, se siamo arrivati al punto in cui un Ministro dell’Interno vuole mettere a tacere uno scrittore perché non deve dire quello che agli atti è scritto, scusate ma qualcosa non quadra. Maroni è un Ministro e come tale ha modo come e quando vuole di andare in TV o sui giornali per replicare a Saviano, ma che si “indigni” e che dia “dell’infame” a Saviano mi pare eccessivo.

Sarebbe come se Marcello Dell’Utri si indignasse se qualcuno gli dicesse che è stato condannato in secondo grado per concorso esterno in associazione mafiosa, o come se io mi indignassi se qualcuno dicesse che sono basso o ferrarese.

Diciamo che Maroni avrebbe dovuto dire “indago” non “mi indigno”.



1 réactions


  • Giuseppe Fusco (---.---.---.131) 17 novembre 2010 17:39

    Per la cronaca:

    ANSA (17 novembre, 16:33) -

    ’Ndrangheta: DIA, cresce in Lombardia
    Relazione a Parlamento, cosche interagiscono con le aziende

    Nel nord Italia, soprattutto in Lombardia, c’è una costante e progressiva evoluzione della ’Ndrangheta: lo rileva l’ultima relazione della Dia consegnata al Parlamento e relativa al 1/o semestre del 2010.

    L’organizzazione criminale, ormai radicata nel territorio, "interagisce con le aziende lombarde". Per penetrare nel tessuto sociale le cosche, sempre dipendenti dalla casa madre calabrese, si muovono - spiega la Dia - seguendo 2 filoni: "quello del consenso e quello dell’assoggettamento".

    http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2010/11/17/visualizza_new.h tml_1699525282.html

    BERGAMO NEWS - (17 Novembre 2010)

    La Dia: «La ’ndrangheta condiziona politici e imprenditori»
    Secondo la relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia al nord i cartelli di imprese dei clan calabresi "sono ormai una realtà pacificamente accettata dalla società a tutti i livelli"

    «In alcune aree del nord e della Lombardia in particolare la ’ndrangheta ha determinato un vero e proprio condizionamento ambientale - dice la relazione - che si è insinuato a tutti i livelli da quello sociale a quello economico e politico-amministrativo».

    per l’articolo completo http://www.bergamonews.it/italia_mondo/articolo.php?id=34154

    Altre fonti sulla stessa notizia di oggi:
    http://news.google.com/news/story?pz=1&cf=all&ned=it&ncl=dN1qJBcB29RiLsM1bAeP9kfaJF6gM&topic=h


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