giovedì 8 novembre 2012 - Riccardo Noury - Amnesty International

Marcire in prigione in Laos, nell’indifferenza del mondo

Thongpaseuth Keuakoun, Seng-Aloun Phengphanh, Bouavanh Chanhmanivong. Vi dicono qualcosa questi nomi?

Probabilmente no, ma non fatevene una colpa. Quella, enorme, ce l’hanno le autorità del Laos, che dal 1999 tengono in carcere a marcire questi tre prigionieri di coscienza. E una colpa, non molto meno grande, ce l’hanno i paesi dell’Asem 9, il nono summit Asia-Europa, che si è svolto proprio a Vientiane, la capitale laotiana, il 5 e 6 novembre. All’ordine del giorno, la cooperazione tra le due regioni. L’appello di Amnesty International a liberare i tre prigionieri è rimasto inascoltato.

Ma chi sono Thongpaseuth Keuakoun, Seng-Aloun Phengphanh, Bouavanh Chanhmanivong, ora cinquantenni?

Il 26 ottobre 1999 la polizia del Laos organizza una retata contro studenti e insegnanti, colpevoli di essere scesi in strada per chiedere riforme economiche, politiche e sociali. Avevano risposto a un appello alla mobilitazione del Movimento degli studenti laotiani per la democrazia, fondato da Thongpaseuth Keuakoun nel febbraio del 1998.

Volantini e manifesti, niente di più. Ma questo è bastato per processare i tre attivisti per “tradimento” e chiuderli dentro una cella della principale prigione del paese, quella di Samkhe, a Vientiane, dove le condizioni sono così dure che un quarto attivista, lo studente Khamphouvieng Sisaath, è morto nel settembre 2001 (qui trovate informazioni generali sulla situazione dei diritti umani in Laos).

Non è neanche chiaro a quanti anni i tre prigionieri di coscienza siano stati condannati. Dopo un decennio di silenzio, inframezzato da informazioni contraddittorie, nel 2009 il governo laotiano ha comunicato che la sentenza inflitta nei loro confronti non era di 10 ma di 20 anni. Un anno fa, in una comunicazione inviata all’Alta rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e le politiche di sicurezza, Catherine Ashton, le autorità del Laos hanno annunciato che Seng-Aloun Phengphanh e Bouavanh Chanhmanivong sarebbero stati rilasciati entro quest’anno. Nessuna menzione di Thongpaseuth Keuakoun.

L’anno sta finendo, e l’occasione dell’Asem 9 è stata mancata. Nel discorso inaugurale del presidente della Commissione europea, Barroso, le parole “diritti umani” non erano previste.




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