giovedì 7 dicembre 2023 - Natale Salvo

Londra: la gente sta con i palestinesi, il governo con Israele

« C’è un divario significativo tra il sentimento pubblico, che sostiene in larga misura un cessate il fuoco e condanna l’oppressione, e le posizioni assunte dal governo », ha dichiarato un membro di The Dyke Project un collettivo queer con sede a Londra al giornale israeliano +972 [1].

 

(Foto di Giorgio Mancuso)

«La questione della Palestina ha sempre goduto di un grande sostegno da parte dell’opinione pubblica britannica », ha proseguito Em Hilton, attivista e cofondatrice di Na’amod: British Jews Against Occupation. sottolineando il netto contrasto tra la crescente empatia per i palestinesi in tutto il Regno Unito e la rigida posizione pro-Israele del governo.

«Camminare per Londra in questi giorni significa immergersi in un risveglio pubblico collettivo sulla lotta palestinese. Le bandiere palestinesi sono appese alle finestre degli appartamenti. Le kefiah sono ormai un accessorio comune », racconta ai lettori +972.

« L’opinione pubblica britannica si è mobilitata in numeri senza precedenti in difesa delle vite dei palestinesi – prosegue il giornale con sede a Tel Avil -. Centinaia di migliaia di persone scendono in piazza ogni settimana per sollecitare il governo britannico a chiedere un cessate il fuoco completo, cosa che continua a rifiutarsi di fare ».

La solidarietà al Popolo palestinese, quindi, non si è fermata alla grande manifestazione che si è svolta a Londra l’11 novembre, una delle più grandi manifestazioni nella storia del Regno Unito.

« Finora, però – prosegue l’articolo di +972 –, sia il governo conservatore che l’opposizione laburista hanno resistito alle pressioni dell’opinione pubblica, […] affermando il diritto di Israele all’autodifesa ».

Se poi “autodifesa” significhi bombardare un’intera popolazione civile, affamarla, costringerla a subire una deportazione da Gaza a suon di bombe, non è dato a sapersi.

Simili manifestazioni avvengono anche negli Stati Uniti, e sempre con gli ebrei schierati contro la criminale condotta del governo conservatore di Israele. Anche lì inascoltati dal governo “democratico” guidato da Joe Biden.

Su tale dissonanza, tra governo e governati, tra potere e Popolo, tra chi chiede una pace duratura e chi arma la guerra, è stamani intervenuto il movimento politico Sinistra Libertaria.

Em Hilton, che è pure ebrea, è spaventata per le possibili ripercussioni per gli ebrei sparsi nel mondo: « è orribile e non è mai accettabile ritenere gli ebrei di tutto il mondo responsabili delle azioni di Israele », dichiara a +972.

Il rischio che l’antisionismo contro lo stato di Israele si trasformi in antisemitismo contro gli ebrei in effetti c’è. Finora un generico « odio contro gli ebrei nel Regno Unito » si sta diffondendo, in risposta al barbaro e criminale massacro contro il Popolo palestinese ad opera dei militari e del governo di Israele. Ma le forti emozioni non sono sfociate in significativa concreta violenza, per fortuna.

Fonti e Note:

[1] +972 mag, 29 novembre 2023, “UK protests expose wide gulf between gov’t and public on Palestine”.



1 réactions


  • Attilio Runello (---.---.---.249) 7 dicembre 2023 13:15

    È vero. In Gran Bretagna ci sono state manifestazioni con centinaia di migliaia di persone per manifestare contro Israele, a favore della Palestina o quanto meno contro questa guerra che è in corso dal 7 ottobre dove a quanto risulta sono morte sedicimila persone palestinesi civili. Tuttavia titolare che il governo è con Israele e la gente con la Palestina mi sembra fuorviante. Anche se si trattasse di un milione, due milioni di partecipanti non è detto che rappresentino una popolazione di sessanta milioni di abitanti che sino a prova contraria nelle ultime elezioni ha eletto i conservatori. Personalmente nutro dubbi sulla utilità di questa operazione condotta da Israele. Storicamente gli israeliani sono gli invasori e i palestinesi gli invasi. Gli invasori militarmente sempre più forti hanno cercato di chiarire che vogliono il territorio che hanno occupato e soltanto quello, e vivere in pace. In passato avevano occupato Libano, Sinai, Cisgiordania, Gaza. Hanno rinunciato a Sinai e Libano. Nel 2005 si erano ritirati da Gaza. Sono disposti a lasciare la Cisgiordania e ai due stati, ma solo a fronte di una fine di aggressioni e di ostilità condotte in vari modi. Purtroppo i palestinesi fanno parte dei tanti popoli che a seguito di conflitti, occupazioni hanno perso parte del loro territorio. Non sono i soli. Ce ne sono tanti altri. Le nazioni unite e la comunità internazionale fa quello che può. I curdi non hanno nemmeno un loro stato per quanto piccolo, per esempio. Gli armeni sono stati cacciati dal Nagorno, gli ucraini combattono, il Marocco ha occupato due terzi del Sahara Occidentale. Il Venezuela minaccia di invadere un paese vicino, la Cina minaccia Taiwan e la lista è infinita.


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