martedì 26 aprile 2011 -
Libia, anche l’Italia bombarda: siamo in guerra e nessuno se n’è accorto

Notizia Ansa - 25 aprile, 20:48 - “L'Italia accoglie l'appello della Nato agli alleati sulla Libia. Dopo una telefonata con Obama Berlusconi da l'ok ad azioni aeree mirate. Il governo ne informerà il Parlamento, annuncia Palazzo Chigi. Il ministro La Russa precisa che i bombardamenti saranno mirati e non indiscriminati e che non aumenteranno i rischi per l'Italia. La Russa fa sapere che il presidente Napolitano è stato avvertito prima del comunicato di Palazzo Chigi. Secco il leghista Calderoli: non avranno il mio voto”.
Berlusconi adesso sembra politicamente più solo, considerato che subito dopo il comunicato stampa del premier, Calderoli e Castelli hanno ribadito la linea della Lega, Lega che non è assolutamente d’accordo con i bombardamenti su Tripoli e quindi con la forzatura interventista di un Berlusconi notturno, particolarmente arzillo.
Un altro tema che si dovrebbe affrontare, oltre alla carenza di dibattito pubblico sull’opportunità di entrare o meno in guerra contro la Libia, è quello della rappresentanza del governo che di fatto per tenere la maggioranza alla Camera, deve far votare anche i ministri. E’opportuna questa decisione così importante e definitiva di politica estera- giunta pressoché in sordina- soprattutto alla luce di un governo non certo all’apice di gradimento tra i cittadini?
E soprattutto il premier, definito a suo tempo da Veronica Lario, sua ex moglie, come “una persona che non sta bene”, siamo sicuri che sia in grado di prendere questa decisione, che coinvolge, in un modo o nell’altro, tutti noi?
Per il vescovo di Tripoli, intanto, l’assenso a partecipare ad azioni con missili in Libia è una “scelta rovinosa”.
Speriamo che abbia torto.