Libia, Siria, Medio Oriente e immigrazione: per Riccardi il Mediterraneo è uno scenario decisivo per la pace

Sono tante le aree di crisi che si affacciano sul Mar Mediterraneo, divenuto il crocevia delle traversate di migliaia di disperati ogni giorno, diretti verso “porti” più sicuri, a dimostrazione che il mare non separa e non allontana, semmai unisce. E’ questa la lettura che Andrea Riccardi ha dato del fenomeno migratorio in atto verso le coste del nostro Paese, intervenendo a Livorno nel corso del convegno “Medì: Le città hanno un’anima” al quale hanno partecipato rappresentati politici e amministratori delle principali città portuali del mediterraneo, dalla Spagna alla Tunisia, passando per il Libano.

Coste bagnate dallo stesso mare in uno scenario che cambia, anche velocemente, per effetto dell’acuirsi della crisi in Iraq e Siria e per l’avanzare dello sedicente Califfato che annacqua i confini rendendoli sempre più incerti. Il risultato è un flusso costante di persone in movimento, meno immigrati e sempre più profughi: “Non è la solidarietà a far crescere i rifugiati ma le guerre”. L’Europa, il nord, deve prendere atto dei mutamenti che avvengono poco più a sud e immaginare soluzioni diverse da quelle messe in campo fino ad ora. Il giudizio su Triton: “Assolutamente inefficace”. 

A dare sostanza alla tesi che il fenomeno migratorio sia completamente mutato alcuni dati: nel gennaio 2014 sulle coste italiane sono avvenuti 2.171 sbarchi e c’era Mare Nostrum. Un anno dopo, in presenza di Triton, gli sbarchi sono stati 3.520. Dunque, ha constatato Riccardi, “non è la solidarietà che fa crescere i numeri dei rifugiati, ma la guerra. Se la politica europea era convinta che Mare Nostrum fosse un incentivo all’emigrazione, ha sbagliato”. E sono ancora i numeri a dirlo: su 170mila sbarcati durante Mare Nostrum 42mila erano siriani, 34mila eritrei, 10mila maliani, 5mila somali. “Di fatto sono diminuiti gli immigrati e cresciuti i rifugiati che hanno diritto ad essere salvati - ha spiegato Riccardi - Mare Nostrum è stata una grande vicenda. 170mila persone sono state salvate dalla morte e arrestati 600 scafisti”. "Per l'Europa l'instabilità viene dal sud – ha osservato ancora Riccardi - ma se non si realizza una nuova cultura umanistica del Mediterraneo, se si pensa a difendersi dal Sud, soprattutto da parte degli europei del Nord, si commette un grande errore: il Mediterraneo diventa un grande cimitero e non si costruisce il necessario spazio umano, politico e culturale tra Nord e Sud. Immigrati e rifugiati legano il Nord con il Sud".“Si può lavorare - ha concluso Riccardi - per un impegno maggiore euro-arabo per la Siria, il cui dramma Sant’Egidio ha segnalato costantemente, lanciando meno di un anno fa un appello per Aleppo”.