martedì 21 febbraio 2023 - Riccardo Noury - Amnesty International

Libano, due anni fa l’assassinio di Lokman Slim: ancora nessun indiziato

Il 4 febbraio 2021 Lokman Slim, uno degli intellettuali più noti del Libano, veniva ritrovato morto nella sua automobile in un quartiere meridionale della capitale Beirut.

Slim era conosciuto anche per le battaglie contro l’impunità e per l’impegno accanto alle famiglie delle numerosissime persone scomparse durante la guerra civile. Aveva fondato una casa editrice, Dar al-Jadeed, e un centro di documentazione e ricerca sul conflitto.

Sin da subito è emersa la volontà delle autorità libanesi di non fare luce sull’omicidio di Slim. Non venne posta alcuna transenna intorno all’automobile dentro la quale si trovava il suo corpo, che venne toccata ripetutamente, con lo sportello di guida aperto e chiuso da curiosi e giornalisti.

Gli inquirenti interrogarono la moglie di Slim, Monika Borgmann, non sulle minacce di morte ricevute a causa del suo lavoro, ma chiedendole se egli avesse un’amante o fosse dedito al gioco d’azzardo e avanzando l’ipotesi di un suicidio. Un’ipotesi alquanto improbabile, dato che Slim avrebbe dovuto spararsi cinque volte alla testa e una volta alla nuca.

“Vorrei avere speranza, ma la storia degli omicidi politici in Libano non mi aiuta. Se penso a cosa sta accadendo al giudice Bitar, so bene come andrà a finire”, ha commentato Monika.

Bitar è il giudice incaricato delle indagini sulla spaventosa esplosione al porto di Beirut del 4 agosto 2020. Lo stanno ostacolando in ogni modo.

L’impunità rischia di trionfare ancora una volta.

(L’immagine è di Gianluca Costantini)




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