giovedì 27 marzo 2014 - clemente sparaco

Lettera aperta ai Presidenti Barroso e Van Rompuy

Gentili Presidenti Barroso e Van Rompuy,

al di là delle dichiarazioni ufficiali che prendono le distanze da quelle che sarebbero deliberate manipolazioni di parte della stampa italiana, da cittadino italiano intendo chiedere Loro che cosa hanno da ridere o da sorridere quando vengono Loro poste domande che hanno risvolti drammatici, se non tragici, per un intero popolo? Il linguaggio del corpo è più immediato e trasparente di quello che si suole definire il politicamente corretto o del linguaggio freddo della diplomazia e della burocrazia che Loro ai massimi livelli rappresentano.

Da cittadino italiano esprimo pertanto il più sentito sdegno nei confronti di chiunque, siano essi, come in passato, la cancelliera tedesca Merkel e il Presidente francese Sarkozy, o, come nel presente, Lor Signori, Presidente Barroso della Commissione Europea e Presidente Van Rompuy del Consiglio Europeo, che in modi diretti, larvati o impliciti possano offendere il popolo di cui mi onoro di far parte.

Questo forse non è il modo di costruire un sentimento di appartenenza all'Europa. Questo certamente non è il modo di demolire il sentimento di appartenenza alla nazione italiana, che affonda le sue radici in valori, tradizioni e civiltà che nessun dissesto di bilancio o difficoltà economica potranno mai cancellare.

Mi auguro, dunque, per l'Europa e per gli Europei che si recuperino almeno il senso del rispetto, senza il quale nessun dialogo è nemmeno lontanamente auspicabile. Mi auguro per la mia nazione che sappia uscire da questa delicata contingenza economica e morale tirando fuori da se stessa e con le sue forze quelle energie che in passato l'hanno fatta grande e bella.

Con il rispetto dovuto e sempre pronto ad apprendere eventuali spiegazioni

 

(testo di una lettera inviata alla Commissione Europea tramite e-mail

 

Photo: euobserver




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