lunedì 23 settembre 2013 - Marinella Zetti

Legge contro omofobia e transfobia? Una buffonata

Grazie a un subemendamento, la legge approvata alla Camera esclude alcune categorie di cittadini dall’applicazione della legge contro omofobia e transfobia. Firmiamo per fermare questa Legge iniqua.

Credo che l’Italia sia l’unico Paese al mondo ad avere una legge che di fatto consente, ma solo ad alcune categorie di cittadini, di esprimere opinioni - mascherate da “espressioni della libertà di pensiero”- transfobiche e omofobiche.

La legge approvata alla Camera lo scorso 19 settembre, infatti, contiene un subemendamento, firmato dall’onorevole Gregorio Gitti di Scelta Civica, che esclude alcuni cittadini dall’applicazione della legge contro l’omofobia e la transfobia.

Ecco il testo del sub emendamento:

“Ai sensi della presente legge, non costituiscono discriminazione, né istigazione alla discriminazione, la libera espressione e manifestazione di convincimenti od opinioni riconducibili al pluralismo delle idee, purché non istighino all’odio o alla violenza, né le condotte conformi al diritto vigente, ovvero assunte all’interno di organizzazioni che svolgono attività di natura politica, sindacale, culturale, sanitaria, di istruzione, ovvero di religione o di culto, relative all’attuazione dei principi e dei valori di rilevanza costituzionale che connotano tali organizzazioni”.

Il subemendamento approvato da Lista Civica, Pdl, Lega Nord e PD istituisce di fatto due categorie di cittadini: quelli di serie A che possono tranquillamente esprimere opinioni omofobe e trasfobiche, e quelli di serie B che vengono condannati per aver espresse le stesse opinioni.

A rincarare la dose ci ha pensato lo stesso onorevole Gregorio Gitti, annunciando che ci saranno querele per tutti quelli che accuseranno la legge di essere “discriminante”.

Per quanto mi riguarda ritengo molto semplicemente che questa legge, grazie al subemendamento dell’onorevole Gitti, è in palese contraddizione con l’Articolo 3 della Costituzione Italiana che dichiara:

“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Ora la legge dovrà andare al Senato, e se verrà approvata sarà l’ennesimo caso di vergognoso compromesso che sfocia in una legge ridicola… se non fosse per tutti i danni che potrà causare.

Cosa possiamo fare?

Smettere di essere ignavi e farci sentire con gli strumenti che abbiamo a nostra disposizione: manifestiamo, scriviamo, parliamo e… firmiamo la petizione che ha lanciato il MIA.

Firmiamo perché non ci possono essere leggi che valgono solo per una parte di cittadini, firmiamo indipendentemente dal nostro essere persone Lgbtq, firmiamo per fermare una legge che non rispetta la Costituzione Italiana e la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

Firmare è facile, basta seguire il sottostante link.



4 réactions


  • (---.---.---.195) 23 settembre 2013 13:49

    Qui c’è una dettagliata esamina del testo




  • (---.---.---.217) 23 settembre 2013 17:46

    Sinceramente? 

    Ma non trovi offensiva una legge che equipara gli omosessuali alle categorie protette e che nell’Italia in cui vige l’impunità assoluta (non si denuncia e se si vuole denunciare si viene scoraggiati addirittura da chi dovrebbe ricevere quella denuncia, che finisce in un cassetto...)? La questione dell’omofobia è una foglia di fico, un voler far finta di aver fatto qualcuno che non porterà alcuna novità pratica. Tutto questo per non intervenire sulle questioni serie: i diritti civili. Le unioni riconosciute, la discriminazione in ambito lavorativo, la reversibilità delle pensioni...

    A che serve una legge che punisce l’espressione dell’opinione in un paese in cui MAI si viene puniti per simili reati, neanche se li fai sotto al naso delle forze dell’ordine? 

    E soprattutto, ma se qualcuno non condivide il tuo modo di vivere ma non ti impedisce o ti ostacola in alcun modo (sto facendo un caso preciso: di chi non condivide ma non ostacola, sia chiaro), avrà diritto a pensarla come crede? Tu esprimi stima per tutti o ti riservi remore nei riguardi di categorie di persone?

    Altra questione: ogni volta che si stabilisce una categoria protetta, essa viene definita per legge. I minori sono definiti dalla legge. Di fronte ad un fanciullo esiste un metodo inequivocabile per stabilirne la minore età. I disabili sono definiti per legge, mediante apposite certificazioni mediche, in assenza delle quali puoi essere incapace di tutto ma non sei disabile perché non c’è alcun pezzo di carta che lo attesti. Per essere interdetti (e quindi categoria protetta) serve un apposito pezzo di carta di un giudice, altrimenti - se anche è palese l’incapacità di badare a se stessi - non si applica alcuna normativa a tutela. Esistono codici precisi che descrivono tutti i rapporti impari che possono portare ad abusi, definendo innanzitutto le caratteristiche che deve possedere chi fa parte di quelle categorie, affinché si possano applicare le tutele previste.

    Come li definiamo gli omosessuali? Per far scattare il reato di omofobia bisognerà dimostrare di essere omosessuali o basterà la semplice ammissione? Già li vedo gli avvocati difensori del colpevole invocare la schedatura dei non etero per delimitare il campo di applicazione pratica della legge.

  • (---.---.---.34) 26 settembre 2013 11:35

    Sinceramente sono convinta che una BUONA legge e non la buffonata che si apprestano ad approvare potrebbe essere un deterrente... ma che c’è una sola arma per combattere omofobia, transfobia, razzismo, femminicidio e si chiama CULTURA. Tutte queste forme di violenza sono frutto di profonda ignoranza e solo vincendo l’ignoranza potremo prevenire gli atti violenti.

    In quanto a specie protette, la legge buffonata si prefigge di proteggere proprio gli omofobi, o meglio, alcune specifiche categorie di omofobi.

    Inoltre lei scrive:
    Come li definiamo gli omosessuali? Per far scattare il reato di omofobia bisognerà dimostrare di essere omosessuali o basterà la semplice ammissione? Già li vedo gli avvocati difensori del colpevole invocare la schedatura dei non etero per delimitare il campo di applicazione pratica della legge.

    Mi sembra un cavillo pretenzioso... di chi non vuole riconoscere che omofobia e transfobia sono reati molto diffusi in Italia.

    E ancora peggio è la sua frase che fa riferimento a chi "non condivide il mio modo pensare relativamente al mio vivere con una persona del mio stesso sesso"... 
    Anche per questo la rimando alla mi prima risposta: un problema culturale!
    Marinella


    • (---.---.---.245) 26 settembre 2013 15:03

      Il problema, gentile Marinella, è che per me la violenza è violenza e come tale è grave a prescindere. Che venga attuata con un gay o contro un etero, qualsiasi siano le motivazioni. Anzi, non riesco neanche a ragionare in termini di gay o etero che subiscono un abuso, ma di persone.


      Trovo questa legge una forma di autoghettizzazione, che va in direzione contraria all’uguaglianza tra cittadini, perché pone tutele diverse tra essi, discriminando stavolta in modo "positivo". 

      Per me una legge che non sia una buffonata dovrebbe tutelare anche gli etero, per intenderci, insomma prescindere dall’orientamento sessuale. Così facendo diventa una legge superflua. 

      Conosco a sufficienza l’ambiente omosessuale da sapere che una larga fascia di suoi appartenenti prova un forte fastidio, un desiderio di rivalsa, nei riguardi degli etero, evidentemente colpevoli tutti di situazioni sgradevoli subite in passato. E pertanto, non ci si risparmia commenti al limite dell’ingiurioso, ho assistito molte volte, in molte occasioni diverse. Mi può spiegare perché un commento offensivo di un etero nei riguardi di un gay dovrebbe essere reato, mentre il contrario non dovrebbe essere contemplato dal codice penale? Poi conosco a sufficienza l’ambiente da sapere che ci sono larghissime sacche che si ghettizzano all’interno del ghetto, alla faccia della bandiera arcobaleno: omosessuali che disprezzano trans, lesbiche che disprezzano trans, omosessuali e lesbiche che preferiscono non mischiarsi, tanto che esistono locali per gay e locali per lesbiche, separati.

      Se una lesbica offende un etero maschio, scatterà il reato di omofobia-transfobia? Se un gay fa un commento acido nei riguardi di una butch, sarà reato o vale solo per gli etero?

      Questo non è un cavillo pretenzioso, ma la realtà pratica, quella che non è comodo ricordare, perché non è comodo ricordare che l’intolleranza non è razzista e democraticamente si divide in tutte le fasce di popolazione, omosessuali inclusi.

      Riguardo alla schedatura degli omosex, si rischia di dover andare a guardare sotto le lenzuola dei cittadini in un’aula di tribunale, perché per condannare un cittadino che ha dei diritti bisogna essere certi della sua colpevolezza e della sua volontà di offendere, l’elemento soggettivo. Davvero pensa che un avvocato difensore, dovendo difendere il suo assistito e in Italia si sa come funziona, non arrivi a mettere in dubbio l’omosessualità della parte offesa o a disquisire sulla consapevolezza del proprio assistito di avere colpito un omosessuale? Anche questa è pratica, non teoria.

      Riguardo al non condividere il mio modo di pensare, rimando a Voltaire e culturalmente parlando potrei parlare di omofobia interiorizzata: non si può pretendere di piacere a tutti e questo vale per tutti, omosessuali, etero, donne, uomini.... Non si può pretendere che una propria inclinazione piaccia a tutti o sia compresa da tutti, l’unica speranza è che i diritti di cittadino non vengano lesi. Si può pretendere di poter camminare per strada liberamente, senza subire aggressioni fisiche o verbali, ma non perché si è omosessuali, ma perché è reato, e da tanto.

      Io non ho stima degli iscritti a casa pound, né degli evasori fiscali. Non ho stima degli uomini che vanno con le prostitute. Mi riservo il diritto di criticare tutte queste categorie di persone, dal momento che il mio fastidio non mi autorizza né mi porta ad offenderli palesemente o aggredirli. Ma se mi si chiede quello che penso, ribadirò sempre il mio fastidio.

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