venerdì 11 gennaio 2013 - paolo

Le ricette di Berlusconi contro la crisi: siamo al "Chiù pilu pi tutti"

Ospite di Vespa a Porta a Porta il Cavaliere mette in campo tutta la sua creatività.

Il detto "se li conosci li eviti" ha indubbiamente una validità universale, ma non sempre si riesce a non cedere alla tentazione, alla curiosità, al desiderio di verificare se ciò che pensi trova puntuale conferma. Insomma una specie di aggiornamento come si fa con il software del pc.

Conosco bene, anzi benissimo, sia il conduttore della trasmissione, da sempre autentica corazzata mediatica della RAI ovvero il giornalista-scrittore Bruno Vespa, sia, avendone seguito le vicende fin dal suo primo apparire, il cavaliere (del lavoro) ovvero l'onorevole Silvio Berlusconi. Subito inevitabile, alla prima immagine dopo la sigla musicale di apertura della trasmissione, vedendo il cattolicissimo conduttore in brodo di giuggiole davanti al sorriso beffardo del suo ospite, non pensare al conflitto di interessi che ormai sta attaccato al cavaliere come la colla americana ma che stavolta si attanaglia anche sul gran commi' televisivo. Lo scrittore e saggista politico, la cui produzione letteraria ormai supera l'enciclopedia Treccani, posto di fronte - in veste di impertinente inquisitore - al suo editore unico ovvero al proprietario della casa editrice Mondadori che pubblica tutte le sue opere, con tanto di rito mediatico congiunto per il lancio pubblicitario.

Immaginatevi quindi il pathos dell'attesa su quali scomode domande potesse porre, nell'esercizio della sua professione giornalistica, l'impavido conduttore che purtroppo però risulta anche a carico dei cittadini che pagano il canone RAI (servizio pubblico), al suo generoso "datore di lavoro". D'altra parte sull'intesa che intercorre tra i due credo che nessuno abbia il minimo dubbio, al punto da trasparire evidente una sorta di affettività che li lega ormai da vecchissima data, quando l'illustre ospite formalizzava il suo "contratto con gli italiani" sulla scrivania in noce del conduttore. Una immagine indelebile come quella di Silvio che con in mano la bacchetta del cattedrattico illustrava sulla carta geografica, davanti a un Vespa gonfio di ammirazione che si fregava curialmente le mani, le sue grandi opere strutturali che stava ponendo in essere, dal Mose di Venezia al secondo corridoio per l'Europa, al gasdotto dalla Russia, ovviamente il ponte sullo stretto di Messina, centrali nucleari ecc., che avrebbero ridato slancio all'economia del paese, mancava soltanto la due corsie per la Luna ma qui il cavaliere non ha voluto sprecare una promessa per il futuro. Poi gli italiani, eterni impenitenti ciurlati, hanno appreso che nei suoi quindici anni di premierato, l'ultimo con una maggioranza parlamentare bulgara, non è riuscito neanche ad ultimare la Salerno-Reggio Calabria, che rappresenta un record mondiale di inefficienza e spreco del danaro pubblico.

A completare il "parterre de roi" della trasmissione e per dare un crisma di normalità mediatica, invitati giornalisti notoriamente avversi al cavaliere del calibro di Maurizio Belpietro e Marcello Sorge che facevano presagire domande assai scomode per il cavaliere sul tipo "Lei è bravissimo, ha fatto molto per questo paese ma non crede di avere sbagliato in qualcosa?", e su domande graffianti come questa il novello "fidanzatino" si sarebbe esercitato in una performance di modestia aprendo il suo cuore ad una autocritica sincera del tipo "È vero avrei potuto fare di più se soltanto avessi avuto la maggioranza totale, universale dei voti, purtroppo la democrazia mi ha impedito di essere imperatore...".

Così poteva essere ed in effetti così è andata, però con una novità curiosa, ossia che alle domande "scomode e irriverenti" dei due giornalisti, Vespa si premuniva di sostituirsi al cavaliere, chiedendo di essere lui a "riassumere" la risposta, ottenendo naturalmente il consenso del divertitissimo ex premier che annuiva ad ogni parola del conduttore. Un gustoso siparietto che ha ufficializzato, davanti alle telecamere, l'investitura di Vespa a megafono di Silvio, se ancora qualcuno avesse dei dubbi.

Ma veniamo al dunque delle promesse di Silvio, o meglio delle nuove ricette per risollevare le sorti del paese, al netto ovviamente delle congiure internazionali ai suoi danni sulle quali per amor patrio sorvoliamo e sulle persecuzioni giudiziarie che sono ormai un refrain ai limiti del delirio. A proposito, tanto per gradire l'accenno alla condanna a rifondere l'ex moglie Veronica con tre milioni al mese come "alimenti", prodotta e confezionata da tre giudici donne "comuniste e femministe". Poi ho saputo che una delle tre è una assidua elettrice del PDL.

Le ricette sono due: la prima è sospendere tutte le autorizzazioni per le opere edilizie, i controlli verranno fatti postumi lasciando ai cittadini la "discrezionalità" di giudizio sul rispetto delle norme in materia. La seconda è quella che ciascuna delle quattro milioni di imprese che esistono in Italia assuma almeno un giovane a tempo indeterminato, sollevandole nel contempo dagli oneri fiscali e contributivi che rimangono a carico dello Stato (?!) per un arco di quattro o cinque anni.

Commentare due cose di questo genere è come argomentare sul "Chiù pilu pe' tutti" di Antonio Albanese nelle vesti di Cettolaqualunque. Da rimanere di sasso che un essere umano che ha diretto le sorti di questo paese per almeno un ventennio possa concepire due scemenze di questo calibro. O è il frutto della disperazione di chi sa di essere arrivato al capolinea della sua carriera politica o è il parto di chi ritiene tutti gli italiani degli emeriti imbecilli. Propendo per la seconda, considerando il livello di autostima inconsapevole e acritica del cavaliere.

Senza troppo dilungarmi, pensate sulla prima "ricetta" a cosa accadrebbe nel paese delle cinque mafie e del mito del "chi se ne frega", probabilmente spunterebbero palazzi sulla cima del Vesuvio e dell'Etna, ville ed "ecomostri " sulle spiagge... poi valli a ributtare giù e vediamo se ti riesce.

La seconda è stupefacente per almeno due aspetti: il primo è che nessuna azienda assumerebbe comunque in periodi di recessione produttiva, il secondo è che su un ipotetico stipendio di 1.000 euro netti, altri mille se li dovrebbe accollare lo Stato come contributi, imposte ecc..., per un totale di 4 miliardi di euro che, guarda il caso, è grosso modo l'importo dell'IMU sulla prima casa che il cavaliere ha promesso di togliere. Quindi un totale 8 miliardi di euro l'anno che andrebbero pagati da chi? La risposta di Silvio è pronta e fulminea "si potrebbero risparmiare 16 miliardi l'anno per cinque anni che diventano quindi ottanta, ovvero un punto del PIL" .Tiè beccati questa citrullo di un Mario Monti! Commento a latere del cavaliere di Arcore: Monti è uno che ha sempre avuto uno stipendio fisso, è uno che ha letto solo libri, io sono invece un imprenditore, uno che lavora sodo e ancora adesso alla non più tenera età di 76 anni dorme tre ore al giorno. E lo dice agitando quei foglietti ripiegati in mano che si porta dietro in tutte le comparsate televisive, che non apre mai ma che servono per conferire uno status di autorevolezza intellettuale. Deve aver letto da qualche parte che porta voti in più.

Questa è la creatività economico finanziaria, questo il mondo delle facili illusioni, delle promesse che, assieme a vicende giudiziarie e boccacesche, hanno portato gli italiani allegramente allo sfacelo in cui ci siamo ritrovati.

Ci sta riprovando. 



2 réactions


  • (---.---.---.244) 12 gennaio 2013 17:32

    Ma pensate uno che è stato condannato in prima istanza per aver truffato il fisco italiano si candida per guidare il governo italiano.

    Ma in quale parte del mondo occidentale si può verificare una cosa del genere ??


  • paolo (---.---.---.67) 13 gennaio 2013 20:16

    Hai perfettamente ragione .Solo in Italia, però non si è ancora candidato a premier .Resta tuttavia il fatto comunque gravissimo che rimarrà parlamentare(in allegra compagnia) grazie alle mille astuzie dei nostri politici che da questo orecchio non ci sentono.


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