Le macerie dell’economia italiana: prepariamoci ad uscire dall’Euro

Dopo aver elencato i fattori negativi della globalizzazione per i paesi che non hanno grandi multinazionali, non possiedono materie prime, non hanno manodopera a basso costo, non hanno grandi strutture di ricerca scientifica, non hanno la potenza militare, ci corre l’obbligo di proporre una alternativa strategica, realistica che non ci lasci nelle mani di speculatori e falsi alleati, commissariati dai diktat delle banche che possiedono il nostro debito pubblico, o dal Fondo Monetario Internazionale, o dalla BCE.
Partiamo dell’Europa e dal fatto conclamato che essa non è mai esistita. Non ha armonizzato leggi fiscali, non ha fondato grandi strutture comunitarie di ricerca che facessero accorrere i migliori cervelli del continente anziché lasciarli emigrare, non ha dato vero potere di banca alla BCE per respingere le speculazioni sui singoli paesi membri, non ha fondato un esercito europeo integrato che potesse sostituire la Nato sollevandoci dal nostro umiliante ruolo di esecutori delle direttive americane.
Si è limitata a creare un direttorio dei paesi più forti: Germania, Francia, Inghilterra, che lavorano alla crisi degli altri paesi membri per farla diventare endemica e mano mano si impossessano di tutto ciò che vale e che può essere comprato a prezzi stracciati.
Facciamo un esempio: noi siamo in recessione e tecnicamente falliti per il peso di un debito pubblico ingestibile. Orbene se Germania e Francia in una fase di poca liquidità offrissero contanti per comprare pezzi di proprietà statale come Finmeccanica o Eni o infrastrutture, o aziende municipalizzate, vi pare che saremmo in grado di rifiutare? E questa è l’Europa che ci chiedono di mantenere.
Ci conviene forse acquistare 100 bombardieri F35 dagli USA per onorare il nostro impegno con la Nato, che però fa attività di guerra funzionali agli interessi geo-strategici americani e inglesi, in contrasto con i nostri interessi di interscambio con i paesi del Medio Oriente e del Nord Africa?
E’ ora di affermare che “l’Europa reale” e non teorica, è una gabbia che ci lascia poco futuro. Economicamente ci ha la marginalizzato, l’alleanza atlantica ci costringe a spese ed impegni sbagliati e gravosi, l’euro è una moneta europea che però non ha dietro gli “Stati Uniti d’Europa”, integrati politicamente ed economicamente, quindi è debole e soggetto a manovre speculative.
Uscire dall’Europa e dalla Nato non deve essere considerato più un tabù, visto dove siamo arrivati con la recessione, la disoccupazione, il debito pubblico, e l’euro ci ha portato solo l’aumento dei prezzi.
La cosiddetta “ripresa” poi non ci sarà, e chi la millanta è un imbroglione, per due semplici fatti: il primo è che i soldi pubblici per infrastrutture e grandi opere non ci sono più come in passato, il secondo è che i nostri patriottici capitalisti non si fanno dirigere da nessuno, fanno come gli pare, e delocalizzano, portano soldi all’estero (soprattutto in Svizzera e Germania), licenziano e se ne fregano altamente della crisi italiana. Insomma sono dei perfetti globalisti.
Non abbiamo futuro se restiamo nella gabbia dell’Euro, dell’Europa, del debito, della Nato, della globalizzazione prevista dalle regole WTO (Organizzazione Mondiale del Commercio), che con libera circolazione dei capitali e delle merci, impedendo di proteggere le nostre produzioni, favorisce le importazioni, e non ci consente di elaborare un programma industriale, con milioni di posti di lavoro, per realizzare l’autosufficienza alimentare con agricoltura biologica e l’autosufficienza energetica con le rinnovabili.
Bisogna convincere i cittadini che è necessario avere una strategia completamente diversa e soprattutto una nuova classe politica, totalmente rinnovata, che renda credibile un nuovo corso. Bisogna per questo affidarsi a quel 57% di italiani onesti e con la testa sulle spalle che resero possibile la grande vittoria dei Referendum su acqua pubblica, nucleare, impunità per B., invitandoli a fare delle prossime elezioni politiche un Referendum su tutta la classe politica che ci ha portato al disastro, dando la maggioranza assoluta a chi chiede che dopo due legislature si è ineleggibili (retroattivo). E’ l’unico modo per mandare a casa per sempre il 90% degli attuali deputati e senatori, e senza questa pulizia di salute pubblica non ci sarà mai innovamento.
Qualunque strategia antagonista, qualunque programma elettorale, anche perfetto, si scioglierebbero al sole in mano ai vecchi professionisti della politica sorretti dal monopolio mediatico in loro possesso.
E’ questo che dobbiamo chiedere ai cittadini: il consenso per azzerare una Casta politica inetta e inamovibile, che si è distinta per negare e non governare la crisi, lasciando mano libera ai capitalisti e alle banche, agli evasori fiscali, agli esportatori di capitale, ai delocalizzatori.
Se tutti i movimenti politici fuori dai partiti decidessero di convergere su questo primo obiettivo ce la potremmo fare. Trovo utile ricordare che i Referendum del 57% si vinsero contro tutti i partiti, compreso il PD, che ebbe un atteggiamento ambiguo e passivo.