venerdì 17 febbraio 2023 - Marco Barone

Le destre alla scoperta dei simboli austriaci, da Trieste, a Grado, passando da Monfalcone...e si rischia una banale disneyland storica

Italianissimi alla scoperta dell'austronostalgia? Questa potrebbe essere la sintesi del dilemma che ultimamente sta dilagando sulla via della destra che amministra da Trieste, a Grado, passando da Monfalcone. 

Per un secolo intero hanno bombardato di propaganda antiaustriaca l'area del confine orientale, da un lato un piagnisteo per le terre perse, come Fiume, dall'altro, la cancellazione dalla memoria storica da tutto ciò che fosse austriacante. Basta pensare a Redipuglia. Dove esiste l'imponente sacrario militare, ma si dimentica quel piccolo angolo riservato a chi ha perso la vita combattendo per la sua terra, l'Austria, invasa dal Regno d'Italia. Si va dalla tenuta plurisecolare di Trieste, a quella secolare del monfalconese e del gradese. Eppure ora sembra esserci la rincorsa ai simboli dell'Impero caduto, ed accade sotto il colore di quella destra italianissima da cui tutto ci si poteva aspettare, tranne che la valorizzazione dell'identità negata, nascosta, di queste terre. Quella austriacante. Il tallero di Maria Teresa di Trieste è probabilmente una delle prove eclatanti di tutto ciò, ma non è da meno sicuramente il ritorno in piazza della Repubblica di Monfalcone del feral, il lampone austriaco. Si tratta della riscoperta dell'identità storica e negata di queste terra in cent'anni d'Italia, cosa impensabile solo qualche anno fa, oppure si tratta di una semplice operazione di calamita, di apparenza identitaria? A che pro? Giusto, per carità, riscoprire l'identità austriaca di queste terre, ma il fatto che stia avvenendo sotto l'indirizzo politico delle destre italianissime per alcuni aspetti dovrebbe essere qualcosa di veramente sorprendente. Senza dimenticare ovviamente la questione economica a partire dal porto di Trieste che è ritornato a guardare verso il suo bacino naturale grazie all'accordo con Amburgo. E da quel momento i numeri sono diventati importanti. A Ronchi esiste una piazza dedicata all'Imperatore Francesco Giuseppe e poco distante, lì dove venne arrestato l'attentatore, è stata inaugurata anche una panchina per celebrare quell'Oberdan che voleva uccidere l'Imperatore. Grado è letteralmente conquistata dagli austriaci, se la sono praticamente ripresa senza sparare un solo colpo di cannone. Tutto quanto sta accadendo dovrebbe far riflettere perchè non è per nulla scontato, nella consapevolezza che la schizofrenia identitaria potrebbe portare a dei cortocircuiti storici clamorosi e che rischiano di cadere nella banalità, trasformando le città in una sorta di disneyland storica. 




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