Le Quirinarie e la confusione a sinistra
Quello su cui mi voglio soffermare è sulla rosa dei candidati che i grillini hanno prescelto e sopratutto, due fra tutti: i nomi di Prodi e della Bonino.
Oh, è vero che come diceva un vecchio slogan di un vecchio saggio: "Le contraddizioni in seno al popolo", ma quello era un altro uomo, altri tempi e soprattutto altra ideologia, tutto questo condannato dai grillini.
Ed è altrettanto vero che, come ormai tutti condividono, il fenomeno grillino è un fenomeno che ha ramazzato di tutto e di più attraverso slogan tanto banali, generalisti e onnicomprensivi senza mai scendere nei contenuti, nello specifico, nel come, quando e chi, proprio perché se lo si fosse fatto avrebbe diviso ciò che lo slogan generico aveva accomunato.
Ma detto tutto questo, pur tuttavia, mi stupisce che ad alcune parole d'ordine o slogan anche nella loro generalità hanno fatto seguito contraddizioni cosi evidenti e palesi. E che diamine, almeno un po di coerenza e di "Nomina sunt consequentia rerum".
È noto ormai (a meno di una sconfessione dell'ultima ora da parte di Grillo che non ho sentito, sempre possibile per carità di dio!) il referendum sull'euro, chiarito dalla sua portavoce con il quale si voleva affermare che il popolo si doveva esprimere sulla politica europeista (e bla bla) e sulle loro note opposizione (fino a prova contraria) alla politica europeista.
Ma allora perché non dirlo così come lei ce l'ha chiarito? Come mai la nomination di Prodi, il padre di questa Europa e della necessità che venisse prima l'unita monetaria e poi quella politica? Dimenticanza? Ignoranza? Confusione? Intromissione di troll?
Ma non solo. Non si era detto (loro avevano detto) che tutti i politici dovevano andare a casa, e soprattutto il PD e tutti quelli che avevano fatto parte del PD (politica di ieri e rovina del Paese)? Che non ci si poteva fidare del PD e dei politici piddini? Cosa tra l'altro in molte parti vere. Ma Prodi allora che centra?
Ma passiamo ad altro e tra i papapibili c'è anche il prezzemolino buono per ogni stagione e per ogni occasione: "la Bonino". Anche qua vale il discorso fatto per i politici della passata era geologica vista dai grillini come fumo negli occhi (in verità non solo dai grillini, dai renziani per esempio). Ma la Bonino è dagli anni '70 che fa politica e politica nelle istituzioni, ha fatto di tutto, ha occupato posti di responsabilità mondiali ed europei, sempre dentro a di tutto e di più. E non sempre (quasi mai) nel senso a favore dei cittadini (popolo, gente, chiamateli come più vi aggrada), grande amica di Mario Monti, con il quale ha condiviso lunghi anni alla Commissione Europea (ecco che ritorna l'Europa e L'Euro), il penchant della Bonino per gli OGM, senza parlare dell'amore viscerale di questa per la TAV (sì, proprio quella per la quale hanno manifestato i grillini istituzionali, ma solo ultimamente).
Ma allora si tratta "delle contraddizioni in seno al popolo"? O delle diverse anime, dell'accozzaglia di umori, interessi, l'interclassismo, populismo (nel senso etimologco e politico del termine) del grillismo, lo stesso che lo farà implodere nel prossimo venturo?
Ma soprattutto come è pensabile, per i marxisti, vedere questo movimento come un'area interessante, portatrice di valori e di proposte (non slogan) condivisibili?
Non è che la febbre del grillismo ha preso e contagiato un po' tutti, dai piddini, ai renziani, fino all'estremismo di sinistra, nella loro forsennata ricerca di una strada che fosse una?