lunedì 18 dicembre 2017 - Istituto Italiano di Sessuologia Scientifica

Labioplastica: chirurgia e perfezione

“La bellezza ha un’esistenza autonoma, distinta dal supporto fisico che accidentalmente la esprime, essa dunque risplende ovunque, la bellezza non corrisponde a ciò che si vede.” Se questo è ciò che decantava Platone duemila anni fa, la contemporaneità ci suggerisce un andamento diverso. 

La ricerca incessante di un’ideale di bellezza irraggiungibile sembra aver conquistato le nostre giornate. Lifting, laser, punturine, acidi, luce pulsata, siamo così bombardati da tutto ciò che concerne il mondo dell’estetica che la ricerca di perfezione sembra aver preso piede lì dove nessuno avrebbe osato osare. Un gioco di parole che però rende bene l’idea.

Da un po’ di anni sempre più donne, soprattutto adolescenti, prima in America e poi in Italia, scelgono la labioplastica. Si tratta di un intervento estetico sulle piccole labbra della vulva. L’operazione si esegue in day hospital e si conclude con l’applicazione di pochi punti riassorbibili, un monitoraggio post-operatorio di 2 ore circa ed una ripresa dell’attività sessuale dopo circa un mese. C’è chi segue questa strada per necessità: parliamo di deformazioni congenite, malformazioni, perdita del tono muscolare, condizioni che impediscono attività quotidiane come lo sport, il sesso, e che limitano la scelta dell’abbigliamento a causa del dolore.

Al di là di queste condizioni particolari, sempre più ragazze scelgono l’intervento perché considerano i propri genitali esterni asimmetrici, non perfetti, brutti, spesso spinte da un ideale privo di fondamenti nella realtà. Un’ignoranza alimentata dalla pornografia che il più delle volte mostra labbra piccolissime. Non aiuta poi la mancanza di informazioni da parte e dei professionisti della salute che non spiegano l’importanza delle piccole labbra per l’eccitazione e il piacere sessuale femminile. Viviamo nel momento storico del sexting dove i genitali vengono spesso fotografati e inviati tramite le chat, aspetto che potrebbe giustificare questa massiccia richiesta di correzione e/o ringiovanimento dei genitali femminili.

Molto spesso la ragazza agisce in piena autonomia, supportata dalla sua angoscia di perfezione, senza esplicite richieste da parte del/della partner che spesso ignora il problema. Per le minorenni sono i genitori a firmare il consenso, diventando complici e messaggeri di un’ideale distorto, minando lo sviluppo di un’identità in crescita. Oggi la labioplastica corre il rischio di diventare un grande business per i chirurghi, i quali potrebbero “sfruttare” l’ignoranza di alcune donne e adolescenti insicure. Non dimentichiamo che molte ragazze crescono senza sapere con precisione la propria anatomia genitale, vittime di un’assente educazione sessuale adeguata che aiuterebbe a prendere consapevolezza del proprio corpo, senza dover ricorrete a immagini o idee stereotipate, figlie del web. Non è detto che il disagio psico-corporeo svanisca in seguito all’intervento, ma al contrario potrebbe transitare verso altre parti del corpo, intaccando la serenità quotidiana e relazionale della donna.

Un’irrequietezza di fondo che spinge a guardare continuamente il proprio corpo allo specchio, quasi come fosse un rituale di controllo, cercando di capire cosa ci sia di sbagliato o poco attraente e come procedere per rimediare. Non si tratta di demonizzare il mondo della chirurgia plastica ma di saperne fare un buon uso. È evidente che la chirurgia estetica non può risolvere i disagi interiori, prima di qualsiasi intervento bisognerebbe quindi capire la motivazione di fondo, aiutate magari dallo specialista che dovrebbe guidare verso una maggiore consapevolezza della propria immagine corporea e tutti i rischi annessi all’operazione.

Esistono tante forme di bellezza e di armonia e la varietà di tendenze potrebbe rappresentare un’opportunità per esprimere la propria unicità senza omologarsi a come il mondo maschile o la società ci vorrebbe (Consolo, 2017). Sarebbe bello concludere con la frase: “Se vuoi apparire bella, devi sentirti bella” (Consolo, 2017), ognuno dovrebbe ripetersi queste parole e utilizzarle per imparare ad apprezzare e a conoscere se stessa.

TIROCINANTE: Federica Ribezzo

TUTOR: Margherita Attanasio

SITOGRAFIA

http://www.ilfattoquotidiano.it/201... https://www.beautyportale.com/medic...

BIBLIOGRAFIA

Consolo I. (2017) Il piacere femminile. Scoprire, vivere, sperimentare la sessualità. Firenze, Giunti Editori.

 
 
 



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