venerdì 5 maggio 2017 - Maria Francesca Carnea

La virtù sta nell’azione e nel sacrificio

L’indole generosa di mia madre mi ha educato a cercare nel mio simile l’umanità, piuttosto che l’agiatezza o l’influenza; il temperamento genuino di mio padre mi ha esortato ad appassionarmi, più che alla tronfia falsa sapienza, alla tacita virtù del sacrificio che, sapientemente, rende sacra ogni azione. Il sacrificio viene inteso come sofferenza, rinuncia a qualcosa, fatica per qualcosa, in vista di un auspicato bene. Ma è il significato dell’accezione moderna. Se si considera la sua radice, se sacrificio è inteso nel suo originale significato di sacer facere: rendere sacro quello che si fa, si comprende quanto sia migliore interpretarne bellezza.

Tenere alta l’attenzione alla comprensione delle parole, alla coerenza pratica e virtuosa della vita, allora forse l’interazione umana diventa espressione di reciproca verità, diventa esistenza vera quella che si vive. E, nella sussistenza umana, non val la pena altro agire, se non avere consapevolezza della sostanza del proprio essere, che guadagna la virtù della vita nel delicato procedere della sua dimensione spirituale, non mascherata da corporazioni riprovevoli. E, con Petrarca: “In libertà ritorno sospirando. E come vero prigioniero afflitto, de le catene mie gran parte porto. E ‘l core ne gli occhi e ne la fronte ò scritto”.

Vi è un limite del linguaggio per rappresentare l’ineffabile, senza negarlo come tale, e ciò di cui non si può parlare si deve tacere. Ma è vero anche che di edificazione umana si può parlare quando, con propria luce d’intelletto, si riesce a superare virtuosamente il limite del perfettibile possibile. Ecco l’alba di un universo migliore, dove il buio è squarciato dalla gemma del sole, dal chiarore delle stelle, dall’infinita dignitosa condotta dell’amore, dall’abito della verità. Da questa potenza d’azione prospera l’unione della tacita virtù del sacrificio, con la tenace costanza della volontà umana.



3 réactions


  • pv21 (---.---.---.70) 5 maggio 2017 19:17

    Fake, Frag and Less >

    Da più parti si sta dichiarando guerra alle notizie false (fake news). Scopo è ripulire i media e il web dalle cosiddette “bufale”. Un tema che diverrà materia per l’Educazione digitale degli studenti. Anche se: accertare la fondatezza o meno di una notizia è soprattutto frutto di buona volontà.


    Mentre di subdoli “virus”, fonte di mala-informazione, ne restano ancora una caterva. Nel merito.

    In una società votata allo scoop chiave vincente è il livello di impatto emotivo legato ad un’immagine, un’espressione o uno scritto. Le tecniche comunicative, a tal fine usate, sono riconducibili ad un paio di categorie.


    Primo.

    SETACCIARE e qualificare l’accaduto prendendo spunto e dando evidenza a alcuni specifici aspetti (frag news).

    NON quelli che meglio interpreterebbero la realtà fattuale, MA quelli in grado di suscitare da subito la maggiore curiosità ed attenzione.

    A mo’ di esempio. Nei resoconti di cronaca, al di là dei ruoli svolti, soggetti più “privilegiati” sono bambini e donne presenti. Di un composito discorso i passaggi “focalizzati” sono quelli di attacco, critica e, magari, offesa verso qualcuno.


    Secondo.

    LO STESSO evento può suscitare delle reazioni molto differenti a seconda dei “termini” (verbali e/o visivi) usati nel rendicontarlo.

    Tutti sappiamo che parole ed immagini hanno una “consistenza” propria, che prescinde dall’entità oggettiva del fatto esaminato.

    CLASSICO è l’uso delle percentuali in quanto tali. In realtà lo stesso valore (%) cambia parecchio nella sostanza se è da rapportare a 10, 1000, 100mila, … unità.

    Così come quelle “scioccanti” immagini (da archivio) che corredano gli eventi similari.

    In proposito, non è da dimenticare il gioco del “telefono senza fili” a riprova delle alterazioni, più o meno volute, che può innescare la riproposizione di messaggi o di frase recepite.

    Questa è la categoria delle notizie “mancate” (less news).


    Ergo. COLTIVARE la propria capacità critica è la miglior difesa contro la incombente Pescitudine


  • Truman Burbank Truman Burbank (---.---.---.44) 5 maggio 2017 23:49

    Ho difficoltà ad individuare questo supposto significato originario del sacrificio, dalla notte dei tempi il sacro si contrappone al profano (anche quando il profano non è citato, il sacro è sinonimo di separazione) e presuppone una vittima sacrificale, quella che per Renè Girard è il "capro espiatorio".

    Per la "verità" preferisco l’approccio di Alfred Tarski, il quale nel saggio "verità e dimostrazione" spiega con logica serrata come le entità vere siano più di quelle dimostrabili.

    Ma la verità di Tarski non interessa quasi a nessuno. Di solito quando sento parlare di verità, si tratta di qualcuno che sostiene "la sua" verità.

    Personalmente mi limiterei a dire che la conoscenza, quanto più è profonda, tanto più costa fatica, evitando di scomodare il termine "sacrificio". Comunque apprezzo "la tenace costanza della volontà umana".

    Al commento di pv21, qui sopra, che pure personalmente apprezzo, aggiungerei che l’esercizio della memoria, anche aiutato da mezzi tecnici, aiuta molto ad esercitare lo spirito critico, specialmente in questi tempi smemorati. Ma la smemoria è il segno del denaro, idolo immemore di oggi.


  • pv21 (---.---.---.70) 6 maggio 2017 20:05

    PS > Più che il denaro è la voglia di "apparire", sempre e comunque, che paralizza l’esercizio dello spirito critico. Allo stesso scopo è orientato l’esercizio della memoria ... saluti


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