venerdì 4 ottobre 2013 - Flaminia P.Mancinelli

La tragedia di Lampedusa è solo la punta di un iceberg

Mentre chiniamo la testa di fronte ai morti dell'ennesima tragedia della migrazione, l'Umanità dei privilegiati continua a uccidere.

Non mi permetto di entrare nel merito di un giudizio che, per le notizie frammentarie e ancora non confermate in toto, rischierebbe di essere avventato. Ma vorrei fermare l'attenzione su una notizia passata in secondo piano di fronte alla vergognosa tragedia di Lampedusa.

Le agenzie e le testate giornalistiche (in capo la BBC inglese) riferiscono che in Madagascar sono stati linciati dalla folla (e bruciati vivi, Ndr) due stranieri. La nazionalità di questi uomini è ancora incerta, si parla al momento di un francese e di un italo-francese.

I due sono stati linciati perché ritenuti colpevoli dell'omicidio di un bambino di otto anni, ucciso per i suoi organi, perché questo "richiedeva" il traffico d'organi nel quale gli stranieri erano, sembra, coinvolti. E possiamo ancora definire con orgoglio la nostra specie "umana", quando questo termine assume valore di merito, spesso contrapposto ad "animale"...

Facciamolo se ancora ne abbiamo voglia e coraggio. Io non ho mai saputo di "animali" autori di simili atrocità. Ora siamo tutti presi nel lutto nazionale, nel pianto del coccodrillo per le vittime di Lampedusa, e intanto continuiamo a massacrare tutti coloro che non appartengono al target di occidentali.

Dall'epoca del colonialismo (che sembra remoto, ma è appena dietro l'angolo), quando i conquistadores spagnoli devastarono e trucidarono il "nuovo Mondo" e le sue popolazioni, complice l'evangelizzazione messa in atto dalla Chiesa di Roma, - passando per tutti gli step della speculazione da parte delle nazioni europee di territori, persone e risorse, quella che qualcuno definisce Umanità ha violato ogni minima etica in vista di un possibile profitto.

Oggi se qualcuno ricorda la tratta dei neri dall'Africa o lo sfruttamento delle preziose materie prime di quei territori, lo fa giustificandosi con la distanza dal tempo presente. Una giustificazione falsa e meschina perché quello sfruttamento continua, e se l'orrore e la violenza possono ricevere una misura, in forme e modalità persino peggiori.

In Africa la nostra esigenza di materie prime per il funzionamento di tecnologie (tipo quelle dei cellulari) spinge Persone nei buchi della Terra a estrarre, a rischio della vita, sostanze pericolose e nocive... ancora adesso, mentre io ne scrivo.

Ma...

Ma non contenta l'umanità civile e democratica ha pensato bene di sfruttare anche l'ultima risorsa di quelle persone: i loro corpi, alimentando un fiorente commercio di organi per permettere ad altri una vita che a loro è negata.

Ma cosa siamo? Ma come possiamo ancora ritenere etico e sopportabile il Sistema nel quale viviamo in questo 2013?

Ricordatevene, vi prego, quando la commozione per la tragedia di Lampedusa inizierà ad affievolirsi e tutti noi ricadremo nell'indifferenza delle nostre esistenze grige ed egoiste. Quanto accaduto a coloro che sono morti in mare in questi giorni è solo la punta dell'iceberg ma sotto, nelle profondità marine, ci sono milioni di storie di dolore e morte di nostri simili che noi lasciamo accadano per sfoggiare agli amici l'ultimo modello di smartphone, una preziosa vera di diamanti.

E neppure salvare il proprio figlio da una morte certa può giustificare l'assassinio di un piccolo bambino nero, assolutamente no. Il diritto di quel bambino nero è calpestato dal mio semplice camminare di oggi: è sullo sfruttamento di ogni sua possibile risorsa per la sopravvivenza che il Sistema ha costruito il mio benessere.

Ho aperto queste poche righe precisando che le notizie in merito a questi "fatti" sono frammentarie e ancora confuse, ma il Sistema come sappiamo ha una mano longa sugli organi di informazione e i Mass Media... Fate attenzione perché per gettare fumo nei vostri occhi vi racconteranno delle imminenti elezioni, di oscure trame politiche che vogliono mistificare e sfruttare l'accaduto.

Ma il traffico d'organi è reale e ad alimentarlo siamo noi Occidentali, noi che abbiamo la superbia di voler sconfiggere la morte, indifferenti al prezzo di altre vite umane.

 

 



3 réactions


  • (---.---.---.181) 4 ottobre 2013 16:06

    Una bella analisi che non si ferma alle tragedie di questi giorni ma scava per arrivare alle radici
    di quanto sta accadendo in Africa e in varie parti del mondo.
    Leggere per andare oltre la notizia.
    Elisa


  • (---.---.---.244) 4 ottobre 2013 20:19

    Grande ragionamento!
    GUIA


  • (---.---.---.223) 6 ottobre 2013 12:43

    Fraintendimento >

    Il terribile naufragio occorso di fronte a Lampedusa ha tutti gli “ingredienti” di un tragico evento a forte impatto mediatico.
    Tanti cadaveri portati dal mare oppure intrappolati dal barcone ribaltato e affondato. Dietro, storie di fuga dalla miseria e di disperazione.
    Tutto reale, tutto tragicamente vero.

    Eppure qualche “riserva” si può avanzare sulla decisione di proclamare una giornata di lutto nazionale.
    Questo non è il primo e neppure l’ultimo episodio di una catena quasi irrefrenabile.
    Di mezzo c’è il traffico internazionale di esseri umani ed il reato di favoreggiamento dell’ingresso clandestino.
    Non manca neppure la sensazione di un evento luttuoso focalizzato e “alimentato” per i soliti dibattiti e contrapposizioni “del giorno dopo”.

    Trattasi, in ogni caso, di un dramma non “circoscrivibile” all’area di responsabilità e alla presa di coscienza del popolo italiano.
    Un conto è soccorrere chi ha bisogno di aiuto e dare dignitosa sepoltura alle vittime di una sciagura. Scelta ben diversa è dichiarare il lutto nazionale.
    C’è il concreto rischio di essere sempre più Travolti dalle Informazioni


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