La terra che ci ospita deve essere difesa
C’era un tempo, nell’infanzia dell’uomo, in cui il cielo era l’origine di tutte le cose, la dimora degli dei e di tutte le entità che influenzavano la vita delle creature sulla terra. Era una dimensione poetica e immateriale ma di grandissima forza. Al cielo si innalzavano preghiere e implorazioni, si dedicavano sacrifici e vi si guardava per avere risposte sul futuro.
In questa sete di dominio e di sfruttamento si inserisce anche la visione degli economisti di una crescita senza fine, che è crescita soprattutto della produzione e dei mercati. Ma non esiste sistema biologico che può crescere all’infinito, perché prima o poi le risorse si esauriscono e prima o poi verrà la fine, o comunque il declino di una popolazione, per far posto magari ad altre popolazioni che riescono a sfruttare il variato insieme di risorse, magari anche combattendo per accaparrarsi le poche risorse disponibili.
Ecco, questo è quello che sta accadendo oggi, dalle guerre per il petrolio e per altre risorse importanti, ai disastri ambientali, alle migrazioni di popoli che fuggono da paesi in guerra per trovare altre risorse in altri luoghi. Tutto ciò, mutatis mutandis, non è molto diverso da ciò che accade in una foresta tra gli animali che lottano per il controllo del territorio. E allora, perché non guardare in faccia meglio il nostro essere organismi biologici, quindi naturali, dotati però di straordinarie capacità, e usare queste capacità per risolvere i grandi problemi che stiamo fronteggiando? Che non vuole assolutamente dire tornare indietro e rinunciare alle nostre comodità, ma vuol dire usare le cose, i mezzi, le macchine, la medicina e tutte le nostre conquiste passate e recenti, con occhio nuovo e maggiore consapevolezza.
Tornando così all’inizio, da dove siamo partiti, al cielo. Al cielo come metafora del nostro mondo e del nostro universo da guardare con occhi diversi, senza alcun significato religioso; scegliere come guardarlo è questione personale e molto intima e non sta a nessuno indicarlo, ma si può guardarlo sentendo che siamo immersi in qualcosa di infinitamente grande e complesso che non si può ridurre a PIL, a crescita economica e a manovre finanziarie. E considerando che in quanto inquilini della Terra, abbiamo delle precise responsabilità verso la casa che abitiamo, come avviene normalmente per le nostre case in muratura. Una maggiore conoscenza e quindi consapevolezza dei forti legami che vi sono tra mare, terra e cielo (per dirla in modo molto semplice!) possono portare verso una maggiore attenzione ad aspetti della nostra vita che sono normalmente trascurati e forse a rendersi conto della bellezza e insieme della fragilità di questo pianeta che ci ospita e che vivrebbe senza di noi uomini, mentre noi uomini non potremmo vivere senza quello che il pianeta ci offre.
Sta ad ognuno di noi fare un piccolo sforzo per incominciare a guardare il mondo intorno in modo diverso, incominciando ad alzare gli occhi al cielo, inteso come metafora, come mezzo per incominciare a rendersi conto della sua vastità, delle sue sfumature di colore, della sua luce che è fonte di vita per noi e da qui rendersi conto anche della bellezza e fragilità della natura e del vasto mondo che ci ospita, per incominciare a rispettarlo e proteggerlo.