lunedì 1 febbraio 2021 - Yvan Rettore

La sofferenza umana dà fastidio

La gente comune non sopporta chi soffre.

Non lo fa per cattiveria ma per abitudine. Perché tutti sono presi dai loro impegni, dai loro opportunismi e progetti e non hanno né tempo, né voglia di dedicare alcuni secondi del loro tempo a coloro che soffrono.
 
E pensare che a volte basterebbe un sorriso, una parola dolce o un semplice gesto di considerazione, qualche secondo della propria vita per dimostrare che si è umani.
E invece niente.
 
Una persona che soffre dà fastidio e deve sempre rimanere confinata in una posizione in cui chi non sa un accidente di cosa sta passando possa sempre criticarla e sparlarne.
La crudeltà degli uomini in questo è davvero insuperabile e si traduce anche nell'ipocrisia che esprimono a mo' di sorpresa nei confronti di quelle persone sofferenti che sono morte in perfetta solitudine o che alla fine hanno perso le staffe perché ormai incapaci di sostenere questo balletto di cattiverie gratuite che ormai imperversa dovunque nella nostra società.
Rimangono soltanto pochi intimi che lottano sempre al loro fianco in una lotta impari da cui usciranno comunque perdenti.
 
Ma per una questione di dignità umana ne vale sempre la pena. 
Perché è questo essere uomini!
 


1 réactions


  • Marina Serafini Marina Serafini (---.---.---.231) 3 febbraio 2021 00:28

    La sofferenza spaventa, soprattutto chi la osserva da fuori, e questo avviene per la consapevolezza di non avere strumenti, o perché si pensa di non averne, o anche - come scrivi tu - perché ci sono cose da fare per sè stessi e non rimane abbastanza tempo per gli altri. Altri che, se sofferenti, ne richiederebbero molto. Dunque ci si allontana per rispetto, perché non si ha la disponibilità necessaria, per indifferenza, per debolezza.... sono tanti i motivi, e spesso si intrecciano. Lo so: sono una di quei pochi che adesso aiuta qualcuno che soffre, che è stato silenziosamente e progressivamente lasciato solo. Questa domanda se la pone questa persona, me la pongo anche io. Non mi sento però di giudicare, perché so che a certi livelli aiutare significa rinunciare a fornire energia a se stessi per regalarla ad altri, così da riuscire almeno a camminare insieme. E so anche che non tutti hanno abbastanza energia da poterla donare, o la forza di rinunciare a un abbraccio per poterlo donare a propria volta.


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