lunedì 16 marzo 2015 - antonio cianci 251039

La scuola ideale eterna di Renzi

Nonostante la lingua latina sia ormai negletta e quasi umiliata nella scuola e nella cultura italiane, tutti conoscono il significato dell'espressione "ope legis".

Ebbene "per legge" per una quarantina d'anni, governi, Parlamento e sindacati hanno imbottito la pubblica amministrazione e in primis la Scuola di personale, occupando tutti i posti che, strada facendo, si rendevano disponibili, per l'aumento della popolazione scolastica, per la crescita economica e di maggiori disponibilità di bilancio. Il tutto serviva poi a guadagnarsi o ad aumentare il consenso elettorale ed il potere di partiti ed organizzazioni sindacali. Ma ogni bel gioco non dura in eterno. 
 
Per cui giunti gli anni della denatalità, in cui siamo ormai al primo posto nel mondo progredito, e sopraggiunte in dieci anni un paio di gravissime crisi economiche a livello mondiale, il processo di espansione dell'impiego pubblico anche a livello scolastico si è arrestato, anzi ha cambiato verso, come è nell'ordine naturale delle cose.
 
Per mancanza di fondi e per riduzione del numero degli alunni, assistiamo alla riduzione del numero delle classi, all'accorpamento delle scuole, all'obbligo di portare a 18 ore l'insegnamento settimanale, che ha creato in questi ultimi anni un soprannumero di personale difficile da smaltire. Anzi spesso, per coprire i posti resi vacanti dai pensionamenti, si utilizzano i professori di ruolo che grazie al pensionamento dei colleghi riescono a rimanere nella stessa sede evitando di dover migrare in altro istituto o in altro comune.
Questa grave situazione economico-finanziaria, in verità, ha peggiorato la situazione di precari e supplenti colpiti da una disoccupazione crescente.
 
Ora il nostro "fantastico" presidente del Consiglio non fa che annunciare mirabolanti sistemazioni di centinaia di migliaia di precari e continue riforme della Scuola, che non stanno neppure sulla carta.
Ignora il nostro premier che in questi ultimi 20 anni sono state già fatte altre riforme della Scuola che non hanno prodotto alcun risultato, anzi l'hanno ancor più burocratizzata. E se poi, come sembra, egli crede che per migliorare la situazione basta trattare un po' meglio gl'insegnanti, stabilizzandoli e pagandoli di più , continua ad illudere pericolosamente tutti, famiglie ed insegnanti, forse per puro calcolo elettorale. Anzi le sue mosse potrebbero alla fine rivelarsi sbagliate e controproducenti per lui, ma soprattutto per il Paese, alle prese con una crisi economica ed una disoccupazione a livelli insostenibili.
 
Non sa o non vuol sapere Renzi, ragazzotto scaltro e temerario, che in passato tutti coloro che aspiravano ad entrare nel mondo della scuola sono stati illusi da corsi abilitanti e concorsi banditi su posti inesistenti. Il gioco non può continuare sulla pelle di questa gente depressa ed avvilita da promesse irrealizzabili e per certi versi disoneste.
 
Caro Renzi al paese ed ai cittadini va detta la verità nuda e cruda. Per molto tempo le classi dirigenti hanno speculato sulla buona fede e sulla credulità di cittadini, ahimè disinformati, per coltivare i propri interessi privati.
 
Promettere ancora riforme vere come quella della Scuola, della Giustizia, della Pubblica Amministrazione, riforme più difficili delle fatiche di Ercole, senza poter mantenere la promessa, e' diventato pericoloso in una situazione economico-sociale esplosiva.
 
Di giustizia, eguaglianza, merito, valutazione, competenze sentiamo parlare quotidianamente da qualunque cialtrone che si crede riformatore. Usi la prudenza come fanno i veri statisti! E lasci perdere le promesse e i trucchi dei politicanti.
Della demagogia politica... son piene le fosse.
 
Foto: Sel/Flickr


1 réactions


  • GeriSteve (---.---.---.241) 16 marzo 2015 19:46

    Sono pienamente d’accordo. Le ultime riforme sono state sostanzialmente dei furti di risorse per la scuola con finanziamento invece delle scuole private.

    La cosa più penosa poi è quella di sentire parlare sempre di meritocrazia e valutazione ma non sentire mai, assolutamente mai, qualcosa di serio su come farla: oggi non esiste una gerarchia meritocratica fra gli insegnanti, gli ispettori ministeriali sono praticamente spariti: chi mai farebbe una valutazione?

    Abbiamo ministri semi-analfabeti che non hanno nè competenza nè progetti per l’istruzione: siamo ridotti a sperare che non facciano niente, perchè se fanno, fanno danno.

    GeriSteve


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