martedì 20 novembre 2012 - paolodegregorio

La ripresa? Una chimera

Malgrado Monti, con la vecchia ricetta di tasse e rigore, il debito pubblico è aumentato (duemila miliardi di euro), e gli ottanta miliardi di interessi che paghiamo ogni anno a banche e privati impediscono qualsiasi intervento della mano pubblica su economia, ricerca, opere pubbliche, conducendoci a recessione, declino, fallimento.

Sinceramente non capisco su quali basi i politici e il governo “tecnico” parlino di sviluppo e uscita dalla crisi, senza peraltro uscire dal generico e dallo speranzoso, mentre è chiaro che nessuno sa che pesci prendere, a fronte di una economia globalizzata che promette di premiare ulteriormente paesi come Cina e India che pensano nei prossimi 10 anni di raddoppiare la propria capacità produttiva, che stanno formando un altissimo numero di matematici, ingegneri, ricercatori, capaci già oggi di offrire sul mercato a 64 dollari un tablet di buona qualità che presto sostituirà i libri nelle loro scuole e Università e sarà offerto a 20 dollari agli studenti.

La globalizzazione e la libera circolazione di capitali ci hanno regalato anche la scomparsa dall’Italia di migliaia di imprese che hanno delocalizzato verso paesi dove si pagano meno tasse e la manodopera è a basso costo, cancellando centinaia di migliaia di posti di lavoro.

Molti pezzi pregiati della nostra industria sono stati acquistati da multinazionali straniere o fondi sovrani: Banca Nazionale del Lavoro, Parmalat, Galbani, Invernizzi, Cademartori, Bulgari, Gucci, Fendi, Ferrè, COIN, sono finiti in Francia, Valentino (in Inghilterra), Standa e Ducati (in Germania), Safilo (in Olanda), Fiorucci (in Giappone), Olio Sasso, Carapelli, Bertolli, Olio Dante, Star (in Spagna), Rigamonti (in Brasile), agli anglo-olandesi della Unilever sono andati Algida, Santa Rosa, Sorbetteria Ranieri, riso Flora, mentre la svizzera Nestlè ha acquisito Buitoni, Motta, Perugina, Antica Gelateria del Corso, acque minerali come la San Pellegrino, Acqua Panna, Recoaro, Vera, Levissima, gli elettrodomestici Rex, Zoppas, Zanussi, Molteni sono passati alla svedese Electrolux.

La penetrazione dei grandi gruppi della distribuzione (Carrefour, Auchan, Ikea), che fa chiudere tante imprese italiane, è affiancata da nuove imprese degli immigrati (ci sono in Italia 58.000 imprese cinesi). I nostri cantieri navali stanno chiudendo perché senza ordinativi, grazie alla concorrenza di Cina e Corea del Sud che producono a prezzi inferiori e con minori attese, Alitalia interessa ai francesi e FIAT sta andando verso gli USA. Se la crisi si aggrava anche i gioielli, Finmeccanica ed Eni, verranno ceduti.

Se ci ostiniamo a restare in questa dimensione economica globalizzata, saremo stritolati e il nostro declino è sicuro, semplicemente perché la partita è già stata vinta da chi possiede multinazionali che comprano tutto, da chi ha grandi istituzioni finanziarie, chi ha centinaia di milioni di lavoratori a basso costo, da chi possiede fondi sovrani che investono in mezzo mondo. L’Italia non ha nulla di tutto questo e continuiamo a subire una immigrazione che fa pensare ad una prossima guerra tra poveri.

Abbiamo bisogno di un governo che la finisca di dire balle alla gente, dica chiaramente in che situazione siamo e le scelte per uscirne.

Anzitutto bisogna pensare a tagliare la spesa pubblica, non certo i servizi ai cittadini, ma abolire le province (tutte), il finanziamento ai partiti e all’editoria, abolizione del Senato, riduzione dello stipendio dei parlamentari a 5.000 euro, abolizione del vitalizio, riduzione drastica delle spese militari e ritiro da tutte le missioni internazionali, abolizione dell’8 per mille alla Chiesa e del finanziamento alle scuole private, il commissariamento di tutti quei Comuni che sforano il pareggio di bilancio, per non trovarsi più in situazioni come quella di Parma con un miliardo di euro di deficit, che rende impossibile il governo della città, abolizione di tutte le convenzioni tra Sanità pubblica e strutture ospedaliere private, che succhiano nel malaffare ingenti somme di denaro pubblico.

Ma i tagli non bastano, bisogna ristrutturare l’economia, partendo da due settori fondamentali per la sopravvivenza: l’autonomia energetica e quella alimentare, con una nuova politica per la gestione dei rifiuti, la valorizzazione di tutto il nostro patrimonio artistico e ambientale per incrementare il turismo.

L’autonomia energetica con le rinnovabili in Italia sarebbe una rivoluzione industriale (finanziata dai tagli sulla spesa pubblica) in cui coinvolgere ricerca, produzione, installazione, tutto made in Italy, non già per fare mega centrali, ma per creare l’autonomia energetica, a partire da tutte le realtà produttive che in Italia sono per la maggioranza medie o piccole, e che nel breve e medio periodo potrebbero avvantaggiarsi di un costo energetico nettamente inferiore, e con la microgenerazione fotovoltaica diffusa su tutto il territorio, con il minieolico al posto degli enormi pali incompatibili con bellezza e armonia del paesaggio.

Dunque piccolo modo di produrre energia, senza trust né monopoli, per aiutare l’economia reale ad essere indipendente energeticamente e dare una grandiosa mano al risanamento ambientale. Nessun partito politico, se si eccettua qualcosa del M5S, ha questa strategia energetica, indipendente dal “mercato” e dal petrogas, che significherebbe occupazione e futuro, e la certezza di essere sulla strada giusta.

Altra operazione necessaria per uscire dal liberismo globale e creare centinaia di migliaia di posti di lavoro, è l’autonomia alimentare, il che significa ripensare una agricoltura in grado di soddisfare sul territorio tutti i bisogni alimentari, possibilmente biologica e in piccole unità produttive, facilitando al massimo il trasferimento dei giovani in campagna con adeguati finanziamenti.

Per ciò che riguarda la gestione dei rifiuti, è necessaria una legge nazionale che dichiari fuori legge inceneritori e discariche, e imponga il riciclo di tutti i rifiuti, gestito dai Comuni grandi e da piccoli Comuni in consorzio, separandoli nella raccolta differenziata e riciclandoli in modo industriale con strutture visibili sul territorio, controllabili dai cittadini, che devono essere coinvolti in una grande operazione di collaborazione e trasparenza per la propria salute e il decoro urbano.

Molto denaro andrebbe investito, invece che nella follia dell’acquisto di bombardieri, ponte sullo Stretto, o TAV, nella tutela del nostro patrimonio artistico e ambientale, tenendo conto che l’80% del nostro territorio è a rischio idrogeologico, e che questa trascuratezza ci porta ogni anno miliardi di euro di danni e numerosi lutti.

La ripresa può avvenire solo se sceglieremo questa strada alternativa alla globalizzazione che ci ha condannati al declino, e bisogna cominciare subito, prima che la nostra economia peggiori ulteriormente, con l’acquisto, da parte delle multinazionali e dei fondi sovrani, degli ultimi pezzi pregiati, con l’ulteriore fuga dei nostri migliori cervelli che qui non trovano strutture di ricerca né occupazione.



2 réactions


  • paolo (---.---.---.134) 20 novembre 2012 18:21

    E’ un bel libro dei sogni , caro de Gregorio . Ma non mi sembra giusto dire che questo governo racconta le balle ,semmai è più appropriato dire che copre le balle del governo precedente per non far saltare tutto , per non finire completamente a puttana .

    L’autarchia energetica te la puoi anche scordare ,le scelte degli ultimi trent’anni sono andate esattamente nella direzione opposta .Ormai è tardi .E’ vero però che molto si potrebbe fare in termini di Green Economy e di turismo.Quella alimentare invece presupporrebbe un radicale mutamento degli stili di vita oltre a forti investimenti nell’agricoltura ,anche questi in controtendenza con gli ultimi decenni.
    La globalizzazione c’è e non ci si puo fare una mazza ,o ti ci integri o sei fuori (come dice Briatore) mentre il compromesso non è possibile, a meno di non pensare di ritornare tutti alla vita rurale con la candela al posto della lampadina .Ai popoli puoi chiedere tutto ma non di tornare indietro negli stili di vita ,non ti seguono.

    Sono invece totalmente d’accordo sul contenimento delle spese ,tagliando tutto ciò che non pregiudica il sociale ,attaccando soprattutto i privilegi delle caste ,i bonus dei super manager e dei boiardi di Stato, le pensioni d’oro ecc.. . Chi lo fara ? Bersani ,Renzi ,Montezzemolo ? Grillo ? Boh! : Non ci credo neanche se lo vedo.
    Ma il capitolo principale resta l’evasione fiscale ,120 miliardi di euro !! che drogano tutta l’economia nazionale. La ragioneria dello Stato ci comunica che nel 2011-12 è stato recuperato il 10 % .E il restante 90 % ? Può un paese civile andare avanti con una evasione fiscale di questo tipo .
    A gennaio partirà il nuovo redditometro . Gli ultimi dati ci dicono che 4 milioni di famiglie non sono congure(ossia spendono più di quello che dichiarano ) ,mentre addirittura 1 milione spendono pur dichiarando redditi zero. Andiamo avanti cosi?
    Chiedo scusa per la lungaggine .


  • (---.---.---.141) 20 novembre 2012 19:43

    Toto-Premier >
    Italia, Spagna e Grecia sono accomunate da un persistente stato di crisi. Come Monti anche Rajoy e Samaras devono porre rimedio al dissesto di un quadro socio-economico non meno compromesso.

    Ecco un test di “credibilità”.
    Quale Premier, pur non eletto, ha potuto contare su una maggioranza pari ai 2/3 del Parlamento?
    Chi ha assunto l’incarico affermando che tutti i sacrifici già fatti erano stati “annullati” dalla mancanza di crescita?
    Quale dei 3 Premier ha dettato più manovre restrittive in nome del “rigore” senza mai pronunciare la parola “austerità”?
    A chi è stato già attribuito il titolo di “salvatore” della patria?

    Suggerimento.
    Il tempo non cancella le Voci dentro l’Eclissi di uomini esempio di coerenza, impegno …


Lasciare un commento