La protesta in Sicilia continua
I blocchi massicci continuano anche oggi e pochissimi sono i mezzi pesanti in circolazione. La maggior parte delle pompe di gasolio sono a secco e la benzina agli sgoccioli.
La mobilitazione continua incessantemente e si teme per l’eventuale sciopero dei benzinai indetto, ma non ancora confermato, della prossima settimana. Indetto da Figisc, la federazione che riunisce i benzinai della rete ordinaria, ed Anisa Confcommercio, che associa i gestori delle aree di servizio autostradali contro alcune misure del Governo Monti.
In particolare sono le liberalizzazioni del governo a far preoccupare la categoria:
- Solo pochi giorni fa Antonio Catricalà, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ospite ad una nota trasmissione televisiva aveva dichiarato: “Bisogna creare le situazioni per cui un benzinaio possa utilizzare la benzina con altri beni di consumo da poter vendere. Si tratterebbe quindi di eliminare l’esclusiva nei contratti tra compagnie petrolifere e gestori, favorendo intese diverse dal comodato d’uso”.
- Come accade sempre quando a venir toccati sono i propri interessi, tale idea non è stata accolta con favore dai benzinai che, tramite le loro associazioni, hanno dimostrato tutto il dissenso verso la volontà di potenziare la rete no-logo per incentivare la concorrenza.
- “La scelta di intervenire sull’esclusiva di fornitura nella rete carburanti – avvertono Figisc e Anisa – non produrrà alcun effetto sui prezzi, ma otterrà il risultato di far espellere i gestori dalla rete alla scadenza dei loro contratti e di far rendere loro dalle aziende petrolifere e dai retisti convenzionati la vita ancor più impossibile fin da subito. Non solo, perché la norma che autorizza gli impianti a funzionare 24 ore su 24 solo nella modalità self service senza più la presenza dell’operatore è un altro grossissimo chiodo piantato sulla bara della categoria. Insomma, ci vuole davvero coraggio a sostenere che queste siano le misure di sviluppo necessarie a far uscire dalla crisi economica il Paese”.
Le future misure potrebbero ridurre in ginocchio l’economia siciliana, già compromessa dall’attuale sciopero. Immancabilmente non arrivano accenni di intervento da parte del governo nazionale e in compenso i mezzi di informazione nazionale evitano di toccare il problema, sperando che ancora una volta finisca per come è nato.
I lunghi giorni a seguire potrebbero diventare pesanti da assorbire sul territorio. L’importante rimane mantenere la linearità delle azioni, senza fomentare violenze e scontri di alcun tipo. Non esiste nessuna emergenza alimentare e pericolo di alcun tipo, al massimo potremmo rimanere qualche giorno senza le auto.
I beni di prima necessità, di soccorso, e le forniture mediche e alimentari in campo sanitario procedono senza alcun intoppo e ugualmente le telecomunicazioni e i trasporti postali.
A Giarre intanto un gruppo di protestanti hanno mobilitato l’area sulla S.S. 114 all’altezza della casa Cantoniera di Trepunti smistando e convincendo i camionisti a fermarsi, nonostante rimangono numerosissime le vie alternative on monitorare dal movimento.
I caselli minori, come quello di Fiumefreddo di Sicilia, rimangono privi di proteste e facilmente raggiungibili in percorsi alternativi non centrali. Il caso del casello di Fiumefreddo di Sicila non è sicuramente il solo, ma decine di altri caselli minori rimango accessibili ai mezzi pesanti e adibiti ad uso commerciale, se non bloccati prima da altri manifestanti.
Intanto un isolato evento di violenza a Lentini ha coinvolto un venditore ambulante di frutta che ha ferito con un coltello il volto di uno dei manifestanti che voleva impedirgli di superare il blocco organizzato dagli autotrasportatori.
L’uomo, un catanese di 32 anni, è stato denunciato con le accuse di lesioni e porto abusivo di arma da taglio. L’episodio è avvenuto stamane a Lentini, in uno dei tanti presidi organizzati del Movimento Forza d’urto. La vittima, un bracciante agricolo lentinese anche lui di 32 anni, è stato soccorso e condotto all’ospedale civile di Lentini e giudicato guaribile in 25 giorni.
La situazione pare ancora sotto controllo e suggeriamo di non forzare i blocchi organizzati in quanto potrebbero crearsi tensioni inutili che fomenterebbero frivole battaglie tra poveri, atte a rovinare l’impegno di questa battaglia indubbiamente di giustizia sociale encomiabili.
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