lunedì 6 marzo 2023 - patrizia gradito

La poesia salverà il mondo? Questione di corrispondenze

Questo credeva fermamente Whitman quando esaltava l’avventurosa penetrazione dell’arte nei misteri dell’esistenza umana attraverso l’analogia con l’ignoto e l’affascinante esplorazione del mondo subacqueo[1].

Ogni giorno nella nostra vita lavorativa e privata ci confrontiamo con la necessità di essere sempre connessi (il fenomeno dell’alwayson) e riceviamo quantità esponenziali di informazioni. I percorsi informativi sono sempre più individuali, autonomi, personalizzati. Gli specialisti definiscono il sovraccarico di dati cui siamo esposti con il termine “infoglut”, a significare il rigetto della sovrabbondanza di informazioni. A questo aggiungiamo il crescente estraniamento dal contatto fisico e oculare. Oggi non è inusuale sapere di un addio tra fidanzati o di un licenziamento con un laconico messaggio.

L’abbattimento delle barriere spazio-temporali garantito dalla rete e l’accesso a una molteplicità di fonti informative “on one’s fingertip” (sulla punta del dito indice con un click), ci ha dato la magia di una immensa Biblioteca aperta a tutte le ore ma ci ha precipitato in un mondo dematerializzato, pieno di insidie. Inoltre, il manicheismo imperante nei social impedisce un confronto dialettico e costruttivo, così come un’argomentazione complessa. Si rifugge sempre di più dall’elaborazione per privilegiare la semplificazione. Le parole cedono il passo alle immagini che si susseguono rapidamente, come gli scatti su Instagram e i video su Tictoc.

Tuttavia, possiamo sostenere che, se da una parte la diffusione delle informazioni, appiattite dagli algoritmi e strettamente connesse all’impulso, ci spinge alla voracità delle emozioni, dall’altra dovremmo riscoprire il mondo della narrazione, con la sua lentezza, la capacità di mettere in relazione persone e fatti, fino ad accompagnare all’elaborazione. La narrazione così intesa permette di evocare immagini e servirsi dei sensi attraverso le metafore, l’allegoria e l’analogia per guardare oltre, uscire da noi stessi, scoprire sempre l’altro e l’altrove. 

Così la scrittura e l’arte in generale si rivelano essere uno strumento straordinario per esprimere l’indicibile, ciò che è troppo doloroso, censurato o rimosso. Per questo il poeta tedesco Rilke considerava la poesia uno “svelamento” e l’intuizione il mezzo per arrivare alla verità.

Allora possiamo intendere le Corrispondenze quelle connessioni che cogliamo tra i profumi e i colori, come suggeriva Baudelaire attraverso analogie e sinestesie osservando la natura. Corrispondenze sono i sentimenti che si rispecchiano tra l’autore e il lettore, i riconoscimenti che si presentano con i contenuti quando riescono a toccare la nostra interiorità. 

Il focus sta nella distinzione tra emozioni e sentimenti. Se le prime sono additive, prive di significanza, trascendenza e arrivano al lettore in modo fugace, toccando il cuore, i secondi sono oggetto di un processo, di una elaborazione riflessiva, dunque squisitamente narrativi. La narrazione offre voce ai sentimenti, permette l’accesso alla dimensione dialogica e del confronto. E proprio dall’ascolto generato dalla narrazione possono scaturire sentimenti incisivi, atti a determinare un cambiamento nel lettore, come la simpatia, l’empatia, la compassione.

 

"Corrispondenze" - Raccolta di poesie di Patrizia Gradito e Nicola Viceconti, Ed. Rapsodia, Roma, 2023

 

[1] “La poesia salverà il mondo” è il titolo in italiano della poesia “The World Below the Brine” dalla raccolta “Foglie d’erba” (1855) descrive uno scenario oceanico sottomarino.




Lasciare un commento