giovedì 29 novembre 2012 - paolodegregorio

La maledizione dei professori al governo

Dopo la Fornero, con le sue lacrime di coccodrillo, ecco “rigor Montis” che ci preannuncia la sventura di una Sanità in cui si potranno curare solo i ricchi poiché i costi attuali sono insostenibili e le casse pubbliche sono vuote.

Il sobrio professore se ne frega dei diritti conquistati a fatica in decenni, da ragioniere pensa solo ai conti in rosso, visto che alla Bocconi non gli hanno insegnato che una società democratica si regge soprattutto se vi è una uguaglianza sociale nei diritti fondamentali, tra cui quello alla salute è il più importante.

Egli è solo uno squallido ragioniere che pensa come le banche e protegge gli interessi delle classi agiate, mentre uno statista si preoccuperebbe di correggere le gravi distorsioni presenti nel sistema Sanità, la prima delle quali è rappresentata dalle convenzioni pubblico-privato, che sono il pozzo senza fondo della corruzione con cui i privati si arricchiscono alle spalle della Sanità pubblica, in combutta con i politici, gonfiando i conti e i rimborsi, come dimostrato da molti processi in tutta Italia.

Eppure un professore liberista dovrebbe vedere come il fumo negli occhi questo intreccio fraudolento pubblico-privato, dovrebbe usare il suo ruolo di “tecnico” per recidere questo nodo (visto che i politici se ne guardano bene perché ci fanno affari) proprio in nome del mercato, in cui il privato fa il privato e vive autonomamente, e il servizio pubblico vive con le tasse che pagano i cittadini.

Bisogna essere proprio in malafede per non uscire da questo imbroglio, visto che Monti ha il potere e potrebbe farlo, e ciò sarebbe un bel sollievo economico per i conti della sanità pubblica, a cui far seguire altri provvedimenti.

Un provvedimento non direttamente economico, ma di salute pubblica visto che conosciamo l’etica dei nostri politici, è quello di escluderli dalla gestione della Sanità pubblica, creando l’autogestione degli operatori della Sanità, sotto la vigilanza e l’ispezione permanente da parte dei funzionari del Ministero della Salute, unificando gli acquisti di materiale sanitario, usando e rimborsando ai pazienti solo i “principi attivi”, dove possibile.

Un altro settore fondamentale per diminuire la spesa sanitaria è quello della prevenzione, cioè di far diminuire il numero di cittadini che si ammalano, educando i giovani ad una alimentazione corretta, a guardarsi bene da alcol e droghe, a temere l’obesità, a fare sport, per contrastare un sistema industriale-mediatico-farmaceutico che ti propone cibi spazzatura, ipercalorici, bevande dolci e gassate, una pillola per ogni disagio, una vera fabbrica di futuri malati, per la gioia e i profitti di produttori farmaceutici, supermercati, pubblicitari, in sinergia tra loro.

Come si vede occuparsi di Sanità sarebbe una cosa seria, a cui aggiungere la lotta all’inquinamento, alle discariche, agli inceneritori, agli sversamenti di rifiuti tossici nelle falde acquifere, per far respirare ai cittadini aria pulita, far bere acqua salutare, far consumare cibi sani.

Per governare ci vuole meno tecnica ma più etica.



1 réactions


  • (---.---.---.233) 1 dicembre 2012 17:57

    Tutto giusto. 
    Solo una domandina: se Monti si azzardasse davvero a presentare al parlamento (notare la p minuscola), una qualsiasi legge che intacchi anche solo in parte quegli interessi di cui parli, quanto credi che resisterebbe il suo governicchio?
    Di più: dovendo necessariamente ricorrere alla fiducia per farla passare, prima ancora di presentarla questa legge gli sarebbe vietata da Napolitano, che è l’autore, il manovratore ed il garante di questo inciucio istituzionale.
    A proposito: io sono ormai convinto che Berlusconi si sia fatto volutamente impallinare, mettendo in piazza un pò di panni sporchi suoi, non troppi e non troppo gravi, quanto bastava per dar modo a Napolitano di fare il grande gesto per cui oggi tutti gli sono grati. 
    Ricordo che negli ultimi mesi del suo governo, si faceva attaccare pure dai suoi stessi giornali! Ottenendo così due risultati: preparare la sua uscita di scena e nel contempo dimostrare quale grande democratico fosse e quanto liberi fossero i suoi giornali.
    Quell’uomo è un demonio; capita l’aria che tira, la recessione alle porte, il prossimo inevitabile crollo dell’Euro, eccetera, ha pensato bene di ritirarsi prima di finire impallinato per davvero, stile piazzale Loreto. Ma, dato il tipo, in onore al detto "Boia chi molla" dei suoi amici di destra e coerentemente con la sua vera vocazione di guitto, ha trovato il modo di uscire di scena persino con l’applauso, facendo il bel gesto di ritirarsi in buon ordine, "per il bene della Nazione". E, scommetterei, in pieno accordo anche con Napolitano!

    RBle


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